La catena di “griglierie” (sarà il termine giusto?) Roadhouse è ben nota a chi come me vive in provincia di Varese. Ogni tanto ci vado, anche se uno dei motivi che mi frenano è la birra alla spina che viene servita e che mi è sempre sembrata molto banale (non so neppure di che marca sia… una Bud made in Usa?).
Di recente però sono stato a cena al Roadhouse di Varese-Capolago e sulla lista ho trovato un grande classico in bottiglia che mi sono gustato davvero volentieri e che mi ha fatto aggiungere un “più” per quel ristorante.
Etichetta elegante con scritta retrò, vetro verde, colletto dorato: ecco la Pilsner Urquell, prodotta in Repubblica Ceca nella città di Plzen che ha dato il nome a una tipologia di birre tra le più comuni e diffuse.
A questa birra sono affezionato perché è stata una delle prime che ho scoperto da ragazzino, grazie al fratello di un amico – gestore di un bar sul lago di Como – che venne apposta dalle mie parti per assaggiarla alla spina. Stava rinnovando il locale, cercava a tutti i costi chi potesse fornirgli la sua birra preferita e aveva trovato un pub che la serviva – e il relativo distributore – a pochi passi dal Lago Maggiore.
La Urquell è la “capostipite” per queste bevande leggere ma dalla marcata luppolatura, tanto che si è guadagnata quattro stelle (assegnate ai “classici mondiali”) e la definizione di “miglior lager bionda del mondo” da parte del beer hunter Michael Jackson. “Non solo perché è stata la prima ma anche per la complessità degli aromi di malto e luppolo” scrive ancora il mitico critico-assaggiatore-scrittore inglese.
E del resto, anche al naso e al palato di un profano, la Pilsner Urquell regala sensazioni particolari, originali e straordinarie nonostante oggi il birrificio sia entrato nell’orbita del gigante britannico-sudafricano SABMiller che controlla anche l’italiana Peroni. I profumi e i sapori che provengono da un bicchiere di Urquell consentono ancora di provare sensazioni antiche: d’altro canto questa birra è stata creata nel 1842. In centosettant’anni a Plzen è cambiato tutto più volte, Urquell esclusa.
la spina del Roadhouse è la Miller. Pessima 🙂
Vabbè, io non saprei fare commenti pertinenti…posso solo dire che la bottiglia di Pilsner Urquell portata direttamente dalla vacanza a Praga campeggia sempre in bella vista sulla libreria in salotto. E se Franz ricorda bene anche a lui era arrivata una bottiglie di Pilsner Urquell direttamente da quella vacanza 😉
@Locuste: scialba come poche. E visto che Miller è proprietario di Pilsner Urquell, speriamo non la tocchi…
@Vale: la bottiglia di PU arrivata dalla Repubblica Ceca “abita” sul comodino-libreria accanto al mio letto e veglia su di me ogni notte (insieme ad altre)