Dopo aver testato con gioia almeno due birre della famiglia (vado a memoria: di certo la Zinnebeer e la Stouterik) non ho avuto esitazioni ad acquistare – a prezzo concorrenziale e vicino a Varese – una bottiglietta di Brussels Calling, fors’anche ispirato da un nome che a noi patiti dei Clash ricorda da vicino quello di un album imperdibile firmato da Strummer&Co.
Una birra, quella prodotta nella capitale belga da un’azienda giovane come la “Brasserie de la Senne”, che però mi ha fatto storcere il naso. Intendiamoci, la “Brussels Calling” è tutt’altro che una birra fatta male e probabilmente ai patiti dell’amaro risulterà anche ottima. Non per me, visto che personalmente non amo in modo particolare certe sferzate dei luppoli, taglienti e persistenti. Continua a leggere