Qualche mese fa – era il 17 marzo – il mondo della birra artigianale italiana venne scosso da un articolo pungente di uno dei giornalisti italiani più noti nel mondo dell’enogastronomia, Valerio M. Visintin, il quotato critico milanese del Corriere della Sera.
Nel pezzo (lo trovate QUI) Visintin attaccava in maniera piuttosto pesante il panorama nazionale a partire dal titolo: “L’era della birra al calzino (ma artigianale)”. All’interno, accanto a qualche passaggio incontrovertibile, non mancavano riferimenti ironici a Kuaska, a Teo Musso, ai tanti appassionati “nerd”. Diverse anche le frasi contestabili o addirittura piuttosto campate per aria; su tutte, a nostro avviso, i riferimenti all’uso delle materie prime straniere o all’adozioni di stili esteri da parte dei nostri birrai (che non possono certo essere una colpa) e via discorrendo.
Nei giorni scorsi Visintin – camuffato come di consueto dalla testa ai piedi, occhi compresi (è lo stile con cui si presenta in pubblico per evitare di essere riconosciuto, e quindi trattato con favore nei locali che recensisce e, spesso, stronca) – era ospite di Glocal, il festival di giornalismo digitale organizzato da VareseNews. Non potevamo farci scappare l’occasione, quindi, di tornare sull’argomento “birre artigianali” al termine dell’incontro che lo ha visto protagonista nella sede delle Ville Ponti di Varese. Continua a leggere