Un salto tra le 200 birre del Crazy Pub

crazypub-02Il nostro blog, che vuol essere – anzi, è: meniamocela un pochino – il catalizzatore di quanto avviene nel Varesotto per quanto riguarda la birra (e la birra artigianale in particolare), ha colpevolmente ignorato fino a oggi un locale che merita senz’altro una visita da parte degli appassionati. Oddio, non è che non lo conoscessimo del tutto, ma non ci eravamo mai stati fino a qualche giorno fa: parliamo del Crazy Pub di Casorate Sempione, nome un po’ anonimo ma storia e offerta che giustificano un certo interesse.

Anche perché non sono tanti i locali, in provincia, capaci di mettere a disposizione dei clienti ben 200 diverse birre in bottiglia: una carta che tra l’altro propone un numero elevato di prodotti artigianali italiani. Ci sono quelli della zona – tante Extraomnes, tante Orso Verde – ma anche birrifici unanimemente ritenuti di alto livello provenienti da fuori regione e tra questi ci mettiamo Retorto – noi abbiamo stappato una Krakatoa, Barley e Birra del Borgo (ma non sono i soli).
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“Io e mia moglie abbiamo rilevato il Crazy circa sette anni fa e da allora è cambiato tutto. La carta, certo, ma pure la clientela – spiega Luca (nella foto con una collaboratrice) davanti a una Chouffe Houblon smezzata con Davide, un cliente abituale – Il nostro pub è diventato relativamente famoso quando abbiamo iniziato a gestirlo, perché è stato tra i primi a eliminare le macchinette mangiasoldi, le slot machine. Sono finito sui giornali online e cartacei, da VareseNews a Famiglia Cristiana, per questa iniziativa, è venuta la Rai, sono andato io nei loro studi (invitato) e intanto la clientela ha cominciato a mutare pelle. Si sono avvicinati i giovani, gli appassionati di birra, e la nostra proposta pian piano ha fatto breccia fino ad arrivare alla carta attuale”.

Che è in continua evoluzione: “In genere quando una birra inizia a essere troppo diffusa la cambio, o per lo meno la tolgo dalle proposte alla spina. Credo avverrà a breve anche per la Kwak, alla quale io e molti clienti siamo affezionati: ormai però è una birra che si trova con una certa facilità e così la manterrò solo in bottiglia”. Nove le vie “indipendenti” del Crazy che a breve dovrebbero ulteriormente aumentare, per consentire una rotazione ancora più ampia con un occhio sempre più attento alla produzione nazionale. E poi, al di là della birra, è giusto sottolineare una buona e agguerrita offerta di whiskey e vini oltre a una cucina capace di mantenere prezzi abbordabili. “La nostra intenzione è quella di avviare anche un’attività di divulgazione, promuovendo qualche incontro con birrai ed esperti – conclude Luca – Qualcosa in pentola bolle, presto speriamo di concretizzare”.

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