La birra, si sa, nella sua versione normale contiene glutine: una circostanza che non crea problemi alla grande maggioranza delle persone che che appare come una iattura per i celiaci, e cioé per gli intolleranti verso questa sostanza formata da gliadina e glutenina.
Per questo motivo, negli ultimi anni, sugli scaffali dedicati agli alimenti senza glutine hanno iniziato a comparire anche alcuni tipi di birra senza glutine sui quali, però, qui a bottega ammettiamo una certa ignoranza.
Ecco perché mi sembra giusto segnalare uno di questi prodotti, che oltre a essere “gluten free” ha anche altre implicazioni: è infatti commercializzata da Altromercato, la principale associazione di commercio equo e solidale attiva in Italia (la bottiglia che ho provato proviene da uno dei responsabili). Un prodotto che quindi assicura un giusto compenso ai contadini che coltivano alcune delle materie prime che, tra l’altro, provengono da campi dell’agricoltura biologica.
Dato un occhio all’aspetto sociale, con quell’altro guardiamo al prodotto, una belgian ale (prodotta dall’azienda francese Altiplano, specializzata in birre senza glutine) che ha un ingrediente particolare, la quinoa, pianta erbacea i cui semi hanno però qualità e caratteristiche simili ai cereali.
La nostra “Blond Ale” si presenta anzitutto con un cappello di schiuma bianca, un po’ grossolana ma piuttosto persistente. Nel bicchiere la birra è color oro e al naso presenta sentori – inizialmente un po’ timidi, poi più marcati – di cereali, frutti gialli e per l’appunto quinoa. L’ingrediente “speciale” si ritrova anche in bocca, dove è il dolce a dominare la scena: solo sul finale si avverte una nota amara dopo aver assaporato parecchio cereale.
La birra di Altromercato è poco corposa e poco frizzante e ha il pregio di scorrere senza problemi (l’alcool è basso: 4,5%), adattissima a una bevuta estiva. Chi ha problemi di glutine, può rivolgersi a questo prodotto, che resta piuttosto originale per tutti grazie alla presenza della quinoa.
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