Mozione in Regione Lombardia: «La birra sia considerata “prodotto agricolo”»

EuroCampoLa Regione Lombardia torna a parlare di birra artigianale per bocca di Fabrizio Cecchetti, esponente della Lega Nord e vicepresidente del consiglio regionale. Cecchetti – che ha ricevuto il sostegno dell’assessore all’agricoltura Fava – ha presentato una mozione nella quale chiede di fare una serie di azioni per far rientrare la birra nella categoria dei prodotti agricoli. Un modo per sostenere la filiera produttiva anche con gli aiuti e i sostegni previsti dalla PAC, la politica agricola della comunità europea (foto da Saperefood.it).

Sorvolando sul titolo del comunicato “Micro birrifici in crisi” (del resto storicamente l’ufficio stampa del Pirellone brilla per confondere Mondiali e Coppa del Mondo, o per parlare di Monza come circuito brianzese) – frase che scritta in quel modo non ha significati logici, Cecchetti (nella foto) sottolinea la vivacità registrata in Lombardia dal settore della birra artigianale dove, stando ai dati diffusi dal Pirellone, si contano 124 aziende oltre a due stabilimenti industriali.

Cecchetti

Il vicepresidente del consiglio regionale poi sposta il focus sul problema reale delle accise, che hanno subìto un aumento considerevole nell’ultimo anno e mezzo e rischiano seriamente di tarpare le ali a questo tipo di imprese, spesso costrette a rinunciare agli investimenti a causa di questi balzelli decisamente superiori a quelli che si registrano in altri Paesi.

La ricetta proposta ora da Cecchetti è appunto quella di provare a inserire la birra nel novero dei prodotti agricoli (da non confondere con la definizione di “birra agricola” che è altra cosa), secondo la definizione sono quelli «… del suolo, dell’allevamento e della pesca, come pure i prodotti di prima trasformazione che sono in diretta connessione con tali prodotti» e che, come già scritto, possono godere di una serie di agevolazioni previste all’interno delle politiche comunitarie. L’idea dell’esponente politico lombardo non pare campata per aria, e potrebbe valere la pena approfondirla anche se – scartabellando tra qualche documento – sembra una strada di difficile percorrenza. Il processo tecnologico legato alla birrificazione è infatti piuttosto corposo, importante e costoso in relazione alle materie prime e ciò tende a escludere la birra dalla definizione comunitaria di “prodotto agricolo”.

In sostanza, quanto dice Cecchetti potrebbe essere preso in considerazione e sostenuto dal mondo birrario (ci fa anche piacere l’attenzione da parte di un esponente politico regionale, questo è giusto sottolinearlo), ma a nostro avviso ci sembra più lineare, semplice e… più giusto continuare a fare fronte comune per abbassare le odiose accise. Magari ricordando nei consessi politici nazionali che anche il vino è soggetto al pagamento di una accisa… fissata in questo momento a zero euro. Se proprio è necessario avere introiti dal mondo delle bevande alcooliche, forse andrebbe prima spinto per riequilibrare una bilancia che penalizza fortemente il comparto brassicolo.

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