Pensieri sconnessi… rosa shocking
Da queste parti, comunque, non
guardiamo indietro a lungo.
Andiamo sempre avanti, aprendo nuove porte e
facendo cose nuove, perché siamo curiosi...
E la curiosità ci porta verso nuovi orizzonti.W.Disney
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May all your troubles soon be gone…
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Non pensarci nemmeno a svegliarti (ancora) con la luna inversa
A me lui è sempre piaciuto (anche ai tempi che erano in due): quand’era senza pudori né riguardo, quando secondo la mamma gli ci voleva la fidanzata e, poi trovata una tipa, voleva ammazzarla. Un po’ italiano medio, nato sbagliato, un po’ funkytarro (ma domani smetto), comunque la si veda rappresenta una generazione cresciuta con le Burlington.
Oggi me lo ritrovo con la filosofia della bicicletta e mi viene voglia di uscire subito con la mia (e non la lego; mica me la fregano tanto è messa male).
Amici intellettuali che guardate un film solo se ha vinto almeno un Leone d’oro e se finisce con un suicidio (e di certo non sapete che significa torrent), voi che comprate un libro solo se siete sicuri che non lo capirete a partire dal titolo, voi che sapete tutto di tribune politiche, ma non vi dice assolutamente nulla il nome Jersey Shore, non… aprite questo video: I love my byke. Dagli altri, mi aspetto un sorriso. Ma quanto ha ragione?
Maratona…con grazia
Un caro amico mi chiede perchè da un po’ non aggiorni più questo blog. Uhm, perchè avevo solo cose brutte da raccontare e non mi andava di farlo (ehi, ma lo sapete che quando vi succedono cose molto brutte le persone si svelano per quello che sono?? Come quando ve ne capitano di bellissime: ma forse questo non lo sapete… :-))
In ogni caso, vi voglio raccontare la mia ultima esperienza “simpatica”.
La Corsa. Con Grazia.
No, non nel senso di “con le scarpe tacco 12 e la minigonna”, ma proprio con “la” Grazia (e la Raffa, che però è indietro di un allenamento… ahi ahi)
Perchè ve lo racconto? Non per fare la sborona come qualche noto (bravo, nel caso leggesse 😉 ) giornalista varesino che poi ci lascia le ginocchia, ma come al solito per fare un po’ di fucsiasofia… Io e la Grazia siamo presissime: ci siamo date un obiettivo (insomma, oltre a delle scarpe trendy che rendano il nostro look un po’ meno “non so che di casalinga”): andremo alla DJ Ten.
Già, amico giornalista scrittore e coscritto fotografo, e voi che sapete che Ten non sta per il numero di edizioni: per voi è robetta… Ma per noi è la carica.
La morale (eggià, mica sto mesi senza scrivere e non ci sbatto dentro la morale!) è: alle volte basta un piccolo obiettivo per essere felici.
Lo sciopero gentile
Mi perdonino i ragazzi della terza E, quelli che oggi hanno scioperato per i giardinetti intitolati a Gentile, i miei compagni e quelli di Venditti (così trovo l’occasione per spararci dentro una canzone) ma quando leggo di uno sciopero al Liceo, mi parte un’ondata di ricordi. Al vecchio Socrate con gli zaini accatastati su una sedia, in giro per il centro a guardare le vetrine con la Cla, a casa di Ale a giocare a taboo… Io che pure ero un’idealista e se ero “contro” me ne stavo in classe da sola a fare la secchiona, mi ricordo scioperi… bellissimi!
Come quella volta che ho scioperato perchè a Geometra mancava la carta igienica…
E mi regala un sorriso leggero in una giornata di notizia incredibilmente tristi.
Ad maiora!
C’è qualcuno che non sa niente di te
Lontano da questo blog, anni e anni luce, il desiderio di fare retorica. Non siamo in grado… Difficile, però, trattenere i pensieri oggi.
Genova per me è la città dei compromessi: affascinante e pericolosa come uno zingaro, nobile e stracciona allo stesso tempo.
E’ la città dei miei amici che si vogliono bene, ma non stanno insieme. Dei vicoli pericolosi e delle case signorili. Nel porto, tra nuovo e antico, tra le meraviglie dell’acquario e le strade sporche, alle partenza delle crociere, davanti a grattacieli galleggianti da Mille e una notte e traghetti sudici per i “paesi poveri”, senti una strana sensazione nello stomaco.
La salsedine è benefica. Se non hai ferite.
Come tanti mi viene da chiedere? Ma non poteva andare diversamente? Non si poteva fare niente? Possiamo discutere finchè ci pare di casta, riforme e innovazione. Poi muoiono dei bambini, per la pioggia… In Italia, non nel terzo mondo. E ti senti piccolo piccolo. E ti resta solo una preghiera.
In ritardo, si lo so, sono in ritardo ma però…
Buffa la censura. Vada per i doppi sensi e le immagini esplicite, ma astenetevi dal dire “cazzo”, altrimenti fate la fine della canzone di Carboni. Ma non è per questo che volevo parlarvene. E’ dai tempi della povera Silvia, che il Luca mi mette una certa acidità di stomaco (con una parentesi per questo piccolo capolavoro), ma quest’ultima canzone è un inno alla gioia (con rispetto parlando, caro buon vecchio Ludwig!)
“Se penso a come sono stato male davvero un dolore bestiale/ Un vuoto da era glaciale che rimuovi che non si può raccontare/ Invece adesso cazzo che bello scopro che poteva andare peggio/Riesco ad essere contento anche se non trovo il parcheggio”
Contento, anche se non trova parcheggio. Alle volte, in effetti, ce la meniamo proprio per nulla. Ma dai diciamocelo ogni tanto: cazzo che bella la vita.
(Scommettiamo che oggi non ve lo scriverà nessun altro?)
Parto dopo l’arrivo
Accusatemi pure di essere una retrograda – anche se “tradizionalista” lo preferirei perchè fa molto tendenza – ma quando leggo della tipa che ha corso la Maratona alla 39esima settimana, qualcosa mi disturba. Sarà perchè per me andare dalla camera alla cucina è già una passeggiata troppo lunga, sarà perchè dopo Demi Moore ho trovato la faccenda del pancione un po’ sovraesposta, ma secondo me la gravidanza è una questione intima e delicata. La ragazza è arrivata fino in ospedale. E ha comunque battuto il marito (cosa che deve aver solleticato parecchio il /la giornalista dell’Ansa).
Buon per lei, ma sappiamo che si corrono (ah ah) dei rischi: tutto considerato mi sa del solito esempio in cui le mamme (anche nella fase Tupperware) pensano prima a se stesse che ai bambini. Magari fanno bene, ma non me ne convinco. Siete d’accordo?
Insetti fritti
Stavo per scrivere un commento sul mio giornale preferito ad un pezzo sugli insetti trovati nel cibo di una mensa, poi ho deciso di farne un post. Personalmente, mi piace immaginare che sia un caso isolato: i miei nipotini frequentano le scuole varesine, qualche volta hanno da dire sul gusto (e non sono bimbi snob: anticipo l’obiezione), ma mai e poi mai si sono lamentati di aver mangiato un elefante.
Mi fanno innervosire alcuni commenti, però.
A parte che le farfalline, grazie al cielo, alla pulizia, e alle magiche cartine appiccicose non sono in tutte le dispense di tutte le case… ma non possiamo sempre giustificare tutto. Siccome esistono gli acari e siccome di notte forse qualche ragnetto ce lo mangiamo, dobbiamo accettare che i nostri figli si trovino gli insetti nel piatto?
Fatemi capire: se capitasse a voi, al ristò, vai con un bel sorriso nonèsuccessoniente?
Sapete qual è la verità? Che i bambini non sono piccoli adulti. I bambini, molti e spesso, sono indifesi. In questo e in altri campi. Ma, cavolo, quanto ci fa comodo pensarla diversamente.
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