Dal bancone alla lattina: la birra del pub di Extraomnes ora è disponibile per tutti

Extraomnes è probabilmente il marchio di birra artigianale della provincia di Varese più noto e bevuto in Italia. Un po’ ovunque prodotti come la Zest, la Blond, la Tripel o la natalizia Kerst hanno fatto breccia nel cuore degli appassionati che però fino a ora non avevano avuto l’occasione di provare una birra conosciuta prevalentemente per chi frequenta il locale direttamente collegato alla azienda di Marnate, ovvero l’Extraomnes Bier&Cibo di Castellanza.

La 42 dB – poi vi parliamo del nome – è infatti una birra creata appositamente per il bancone del pub castellanzese, in particolare per chi deve consumare un pasto o fare una pausa ma senza il rischio di “ripercussioni” alcoliche nel corso della giornata o della serata. Per questo, la bassa gradazione alcolica della 42 dB ha avuto successo tra gli avventori del locale e, visto che quest’ultimo continua a rimanere chiuso a causa delle restrizioni in atto, l’azienda ha deciso di confezionare la birra nelle lattine e metterla a disposizione (attraverso il proprio shop online e i distributori) a tutto il pubblico di appassionati. 

«Per noi è anche l’occasione di rivisitare uno stile caro, la saison, riportandola alle sue origini: birre fresche, leggere e dissetanti come si usava nelle zone rurali della Vallonia. Un tempo le saison avevano una gradazione alcolica più bassa di quella a cui siamo abituati oggi; per questo motivo la 42 dB ha solo il 3,5% di alcol» racconta Luigi “Schigi” D’Amelio, che di Extraomnes è il birraio ma anche il volto noto al pubblico.

«Un altro spunto che abbiamo colto dalle saison di un tempo è l’utilizzo di un malto particolare: nella 42 dB c’è quello di segale – ovviamente accanto a quello d’orzo – che dà alla birra maggiore carattere e un pizzico di piccantezza. D’altra parte una volta le birre erano prodotte con i cereali che c’erano a disposizione e la segale è uno di questi. Un piccolo “sgarro” invece arriva dal luppolo, perché per profumare la birra la scelta è ricaduta su un americano».

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Prima di concludere però, torniamo sul nome inconsueto scelto per la birra protagonista dell’articolo. «Quando stavamo per aprire il locale di Castellanza, i 42 decibel erano la soglia di rumore da rispettare all’interno del pub che però si affaccia su una strada piuttosto trafficata, e i rumori esterni per qualche ragione si amplificavano all’interno. Alla fine i tecnici hanno risolto la situazione con qualche accorgimento, non dopo diverse peripezie e altrettante imprecazioni… visto che la nostra saison leggera era nata proprio per il locale, la classica huisbier, l’abbiamo associata al problema burocratico più curioso che ci è capitato prima dell’apertura».

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