Il “Birraio dell’Anno” è Giovanni Faenza di Ritual Lab

Covid o non covid, la palma di “Birraio dell’anno” 2020 è stata comunque assegnata dal network Fermento Birra, che non ha voluto – giustamente – interrompere una rassegna tra le più attese del panorama artigianale italiano. Certo, questa volta non è stato possibile organizzare la manifestazione che nelle ultime edizioni aveva richiamato il grande pubblico a Firenze, ma il premio è stato ugualmente consegnato a chi si è dimostrato – a detta di una giuria specializzata – il migliore nell’ultimo anno per qualità e costanza delle proprie birre.

Il nome iscritto nell’albo d’oro è quello di Giovanni Faenza, titolare della sala cottura di Ritual Lab, birrificio romano con sede a Formello che in pochi anni ha letteralmente scalato le gerarchie nazionali insieme ad altri produttori del Lazio (Hilltop, Vento Forte, Eastside i primi che ci vengono in mente), capaci di far parlare di sé tra gli appassionati.

Faenza non è nuovo all’albo d’oro della manifestazione: se infatti è la prima volta che vince il premio principale, nel 2017 fu già votato – davanti a Stefano Simonelli di Vetra – come migliore tra i “birrai emergenti”, una categoria (non assegnata per il 2020) che è stata una vera e propria “anticamera” per puntare al titolo assoluto visto che anche Matteo Pomposini e Cecilia Scisciani di MC77 hanno compiuto la medesima strada (primi tra i giovani nel 2015 e nel concorso generale 2019).

Per il secondo anno consecutivo quindi, il riconoscimento va a un birrificio del Centro Italia, seppure sul filo di lana: alle spalle di Faenza si è infatti piazzato il “solito” Marco Valeriani che dopo essere stato nominato per due volte “Birraio dell’anno” con le insegne di Hammer (2016 e 2018) ha ottenuto la piazza d’onore per il secondo anno consecutivo con le birre di Alder, il marchio per cui oggi lavora con sede a Seregno. Podio chiuso da un altro birraio del Centro, il teramano Luigi Recchiuti di Opperbacco; nella top ten anche i monzesi Pietro Fontana e Matteo Bonfanti di Carrobbiolo e il veronese Mauro Salaorni di Birra Mastino.

Tra i 20 finalisti c’era anche un esponente del Varesotto, il “solito” Luigi D’Amelio di Extraomnes che vinse il titolo nel 2013 e che questa volta ha concluso al 14° posto, subito davanti a una leggenda come Agostino Arioli del Birrificio Italiano (16°) e ad alcuni altri vincitori del passato come Nicola Perra (Barley, 15°), Gino Perissutti (Foglie d’Erba, 17°) e Fabio Brocca (Lambrate, 19°).
Va ricordato che il concorso organizzato da “Fermento Birra” avviene in base alle votazioni di 100 giudici selezionati su tutto il territorio nazionale. In base alle loro indicazioni, nel mese di dicembre viene diffuso il novero dei 20 finalisti tra i quali poi viene eletto il vincitore.

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Birraio dell’anno – Albo d’oro

2009: Nicola Perra – Barley – Maracalagonis (Ca)
2010: Valter Loverier – LoverBeer – Marentino (To)
2011: Gino Perissutti – Foglie d’Erba – Forni di Sotto (Ud)
2012: Riccardo Franzosi – Montegioco – Montegioco (Al)
2013: Luigi D’Amelio – Extraomnes – Marnate (Va)
2014: Simone Dal Cortivo – Birrone – Isola Vicentina (Vi)
2015: Fabio Brocca – Lambrate – Milano
2016: Marco Valeriani – Hammer – Villa d’Adda (Bg)
2017: Josif Vezzoli – Elvo – Graglia (Bi)
2018: Marco Valeriani – Hammer – Villa d’Adda (Bg)
2019: Matteo Pomposini e Cecilia Scisciani – MC77 – Serrapetrona (Mc)
2020: Giovanni Faenza – Ritual Lab – Formello (Rm)

Birraio Emergente – Albo d’oro

2015: Matteo Pomposini e Cecilia Scisciani – MC77 – Caccamo SL (Mc)
2016: Conor Gallagher Deeks – Hilltop – Bassano Romano (Vt)
2017: Giovanni Faenza – Ritual Lab – Formello (Rm)
2018: Luca Tassinati – Altotevere – San Giustino (Pg)
2019: Vincenzo Follino – Bonavena – Faicchio (Bn)
2020: non assegnato

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