Il Birrificio Sociale di Malnate muove i primi passi

Una buona idea non passa mai di moda, neppure dopo quattro anni dal seme che l’ha fatta nascere. Lo sa bene Thomas Mentasti, il coordinatore di un progetto che sta finalmente per vedere la luce: quello di impiantare a Malnate un birrificio sociale, e cioè una struttura (inedita per la provincia di Varese) per la produzione di birra nella quale possano essere impiegate persone svantaggiate ma anche un impianto aperto a tutti coloro che vogliono fare pratica oppure autoprodurre la birra come avviene nelle Kommonbrauerei tedesche.

«Finalmente il progetto sta germogliando – racconta Mentasti in anteprima a Malto Gradimento e VareseNews – Io, con alcuni amici, ho la passione per l’homebrewing ma già da tempo avevamo pensato alla realizzazione di un birrificio sociale. Una proposta rimasta dormiente fino a quando in Comune a Malnate sono stati fatti alcuni incontri denominati “Intesa in Comune”, nel corso dei quali la nostra idea ha trovato terreno fertile. Un paio di anni fa è stato creato un gruppo di lavoro e ora siamo pronti alla prima fase che ci porterà ad avere un impianto per la produzione». 

L’intero progetto verrà illustrato nei dettagli venerdì 22 settembre nella sala consiliare di Malnate in una serata aperta al pubblico (ore 21), ma intanto lo stesso Thomas ci anticipa alcune notizie. «Ci siamo dati tre anni di tempo per avere un impianto nostro e per dare vita a una cooperativa autonoma che gestisca il tutto. Da qui in avanti però ci appoggeremo a un’altra azienda già esistente (la decisione a breve; due le ipotesi al vaglio) per produrre le nostre birre: il ricavato di quest’attività servirà per accantonare fondi con cui poi progettare e impiantare il Birrificio Sociale. Intanto ci siamo legati a “Il giardino del sole”, una Onlus di Venegono, per le necessità burocratiche e gli aspetti sociali».

La prima birra “targata Malnate” dovrebbe essere pronta per metà novembre, sarà una “golden ale” prodotta con ricetta propria e sarà distribuita a livello locale e attraverso alcuni gruppi di acquisto solidale. «Naturalmente stiamo lavorando per aumentare il numero di punti vendita: molti locali di Malnate hanno dato il proprio assenso, il canale dei GAS e quello interno ad alcune aziende sono certezze importanti ma contiamo di avere una rete distributiva più ampia, anche perché a una prima birra ne seguiranno altre».

All’impianto, Thomas e i suoi collaboratori, penseranno più avanti: «La nostra idea è quella di avere sede a Malnate e in questo senso abbiamo già individuato un edificio che ci interessa, ma ora la priorità è quella di partire con una produzione. Anche per quanto riguarda l’impiantistica decideremo a tempo debito: di certo avremo bisogno di una struttura nella quale possano lavorare persone con disabilità e appartenenti a categorie disagiate, perché questo è il fine ultimo della nostra idea».
La serata del 22 settembre non sarà l’unico momento per conoscere il “Birrificio Sociale di Malnate”. A seguire i responsabili hanno in programma cotte pubbliche, dimostrazioni e altre iniziative. L’obiettivo è coinvolgere un numero sempre maggiore di persone che possano venire a contatto con la birra e con il progetto che c’è a monte. Mentre, salvo cambi di direzione, non ci saranno raccolte di fondi al di fuori della vendita delle bottiglie “malnatesi”.

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