Buongiorno a tutti.
Oggi avrei avuto l’intenzione di discutere di orario scolastico quando, sfogliando il giornale, mi è venuta sott’occhi una lettera di un docente di Storia dell’Arte di Nuoro. Lamentava (a ragione) che la Disciplina, in alcune scuole superiori è stata eliminata, mentre in altre è stata abbondantemente “potata”. Chiudeva chiedendosi come sia possibile che Storia dell’Arte in Italia “non sia presente in tutti i curricula delle superiori”.
Appunto. Come è possibile?
Inutile dire che concordo totalmente e con convinzione. Negli ultimi anni, grazie alla sciagurata “riforma Gelmini”, Storia dell’Arte è stata abolita nel biennio degli Istituti Tecnici per il Turismo, abolita dalle sperimentazioni che ne prevedevano l’insegnamento nei bienni dell’Istituto Tecnico Grafico, del Liceo Artistico, del Liceo Classico; è scomparsa del tutto insieme all’ex progetto Erica che ne prevedeva l’insegnamento nelle classi del triennio.
Una particolare annotazione merita la dicitura che indica la materia nell’Istituto Tecnico per il Turismo: Storia dell’Arte e del Territorio. Oltre al danno, la beffa! Anche perché, secondo i piani del Ministero, Storia dell’Arte dovrebbe concorrere al “raggiungimento degli obiettivi” legati all’ insegnamento di una nuova materia di studio: Cittadinanza e Costituzione. Sono senza parole. Stiamo parlando di una Disciplina che nella Scuola italiana si è vista assegnare un ruolo meno che marginale. In Italia! Nel Paese in cui è concentrato più del 50% del patrimonio artistico del pianeta.
Un supponente ministro, in carica pochissimi anni fa, affermò che “con la cultura non si mangia”. Affermazione frutto di una visione culturalmente gretta, ma, anche profondamente sbagliata dal punto di vista economico: con la Cultura “si mangia”. Eccome se si mangia: basta saper individuare, progettare, proporre, organizzare e pubblicizzare.
Al di là degli aspetti economici, c’è da fare un’altra considerazione: la Scuola Italiana intende rinunciare definitivamente alla riscoperta, allo studio ed alla valorizzazione del patrimonio artistico? Rinunciare per sempre all’educazione del bello? Tutto dovrà andare nelle mani delle Fondazioni gestite da privati?
Educare alla bellezza. Questo dovrebbe essere l’obiettivo di ogni sistema educativo, perché solo chi sa riconoscere il bello sviluppa il senso morale; solo la percezione del bello ci da la misura di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato; distinguere il bene dal male.
In questi giorni (12 settembre) è uscito un Decreto Legge dell’attuale Governo che si occupa di Scuola e, come altre volte, ignorando le vecchie esortazioni di eminenti studiosi (da Salvatore Settis in giù) e del FAI, non c’è accenno a come favorire uno studio della Storia dell’Arte nella Scuola Italiana.
Che fare? Ancora e sempre rassegnazione? Personalmente mi appello ai Dirigenti Scolastici più sensibili affinché, nell’ambito dell’autonomia scolastica, sappiano, in collaborazione con gli Organi Collegiali, stimolare e favorire delle opportune sperimentazioni in proposito. Sono convinto che i nostri studenti ce ne sarebbero grati.
Mi auguro vivamente che queste mie riflessioni possano dare l’avvio ad un fruttuoso dibattito.
Gianni Barba
Condivido senza riserve le sue riflessioni: nel 2000 ho conseguito l’abilitazione per l’insegnamento della storia dell’arte e ovviamente non posso lavorare su questa materia perché non ci sono più posti. Bisogna però partire da una considerazione: la storia dell’arte in Italia da anni è stata considerata una materia di secondaria importanza (chi si ricorda i filmetti anno ’70 dove la prof stupida e procace o era di ginnastica o di arte …) insomma un peso di cui disfarsi al più presto. A livello più alto, gli studiosi sono sempre stati i figli della ricca borghesia, spesso per nulla interessati a coinvolgere i ceti più “bassi”, quindi non ci possiamo meravigliare di questi tagli. Reintrodurre la storia dell’arte nella scuola sarebbe un atto meritorio a beneficio della cultura e della crescita morale e culturale della collettività, ma temo che la sciatteria e l’ignoranza che ci circondano non favoriscano quel clima lungimirante, prerequisito per una scelta che in molti sostengono, ma in pochi favoriscono con sincerità
Anna Elena Galli
E’ vergognoso, ed è già poco limitarsi a dire vergognoso, che nel paese più ricco di beni architettonici e artistici del mondo non si insegni la una materia così importante come Storia dell’arte. Anzi è assurdo che in un momento di crisi come questa non si valuti la possibilità di dare maggior risalto ai nostri beni culturali e tarsformareil nostro paese in un museo, funzionante , a cielo aperto. potremmo vivere di turismo e arte ma si vede solo la volontà di depauperare tutti i nostri beni e lasciare andare il paese alla deriva.