E io mi rilasso al Sacro Monte

sacromontePare che gli italiani non possano guardare un posto elevato senza desiderare di metterci qualcosa in cima, e poche volte l’hanno fatto più felicemente che al Sacro Monte di Varese“, commentava argutamente nel 1881 lo scrittore inglese Samuel ButlerIl Sacro Monte del Rosario, a Varese, è un luogo di fede e di culto mariano, sorto, secondo la leggenda, nel medioevo, e che oggi è diventato patrimonio dell’UNESCO.
Per raggiungere la cima, dove sorge il borgo di Santa Maria Maggiore, è possibile, in circa un’ora, percorrere la Via Sacra, strada ciottolata, solo pedonale lunga circa 2km, lungo la quale sono state costruite dal 1600 al 1800 quattordici cappelle, tutte affrescate con scene sacre tratte dai testi antichi. Arrivati al Borgo, che domina la pianura lombardo-piemontese a sud e le valli svizzere a nord, si gode si una vista mozzafiato su Varese e su i suoi sette laghi circondati dalle montagne.
Qui, tra viuzze ombrose e scalinate ripide, anfratti profumati d’umidità e balconcini in ferro battuto aperti sulla pianura lombarda sono nascosti veri e propri gioielli architettonici, strutture medievali, e testimonianze di un passato glorioso. La visita comincia dalla piazza panoramica di Pogliaghi, dove termina la corsa del pullman urbano C e dove è possibile, per coloro che non vogliono fare la strada a piedi tra le cappelle, lasciare la macchina in un piccolo parcheggio. Da qui, proseguendo a piedi, si imbocca la via Cecco, che conduce al Mosè, la fontana posta all’ingesso del paese. Salendo per le scale gradinate, è possibile raggiungere un’ area, sempre panoramica, attrezzata con giochi per bambini e spazi per i picnic. Tornando in via dell’Assunzione, si giunge all’ingresso del sottopasso della Casa Parrocchiale di via Cardinale Federico, proseguendo per la quale si raggiunge la luminosissima piazzetta del Santuario, affacciata sulla pianura con i laghi prealpini ai piedi del Campo dei Fiori.
Qui è collocata l’entrata del museo Baroffio  nel quale è  conservato uno studio preparatorio del Bacco di Leonardo da Vinci, rubato nel 1973. Interessante è anche la casa-museo dell’artista milanese Lodovico Pogliaghi. Seguendo poi via Giuseppe Sommaruga, si incorre nelle stazione della funicolare, altro mezzo un po’ alternativo per raggiungere il vecchio borgo.
( a cura di laura Ballerio)

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