Boschi e canneti, foglie ed acqua: ecco un salto lungo un giorno immersi in uno dei luoghi più ricchi di varietà animale e vegetale del Varesotto, la Palude Brabbia.
La riserva della Palude Brabbia è situata tra due laghi, quello di Varese e quello di Comabbio, dista solo 10 chilometri da Varese e comprende 5 comuni, Casale Litta, Cazzago Brabbia, Inarzo, Ternate, Varano Borghi. Inarzo è la sede del centro visite e anche il punto di partenza del percorso principale della riserva. E’ è un esempio di torbiera bassa pedemontana di origine post glaciale, si è formata dal ghiacciaio del Verbano come il lago di Varese e quello di Comabbio, questi tre bacini infatti un tempo ne formavano uno solo, in seguito pero all’apertura di una via di scarico verso ovest cioè il torrente Bardello, il livello dell’acqua si abbassò facendo così emergere la terra che separa anche adesso i tre bacini. La storia di questa palude è stata fin dal 1800 molto movimentata tant’è che ha anche rischiato di scomparire, infatti essa veniva ritenuta responsabile di esalazioni nocive e miasmi che causavano terribili febbri, furono quindi fatti molti progetti di “bonifica” che però rimasero sempre e solo progetti perché contrastati da ostacoli di varia natura, comunque sia fu soggetta a scavi sempre più regolari in seguito alla scoperta di giacimenti torbosi sul fondo degli stagni. Alle soglie del XX secolo terminato il dibattito sulla bonifica della palude e persi gli interessi nei giacimenti torbosi la palude Brabbia diventa finalmente storia dei nostri giorni, nel1981viene inserita nell’elenco dei biotopi e geotopi della regione lombarda, nel1983 viene dichiarata Riserva Naturale e nel1984 viene riconosciuta dal Ministero dell’Agricoltura Zona Umida di Importanza internazionale. Dal 1994 è gestita dalla Lipu, la Lega italiana protezione uccelli. La palude rappresenta un perfetto connubio tra ambiente acquatico e boschivo, si passa facilmente da acqua libera degli stagni sino a giungere ai boschetti, in particolare di una pianta detta “Alnete”. Gran parte dell’area della palude è ricoperta da canne (specificatamente da Phragimites australis) che però nascondono la presenza di altre specie come la Carax elata. Sopravvivono inoltre anche minuscoli lembi di tappeti di muschio e su di esso si formano piante che ormai si possono trovare solo nel nord Europa, come la pianta carnivora Drosera rotundifolia e la delicata viola palustre (Viola palustris). La diversità ambientale fa si che nella palude si trovino varie specie di piante, dalle più comuni e frequenti degli ambienti umidi come la cannuccia di paludo o la mazzasorda a specie più rare come l’erba scopina passando da tantissimi altri tipi. Come la flora anche la fauna è molto varia infatti si possono trovare ad esempio il martin pescatore, la rara moretta tabaccata, le alzavole, le aarzaiole, l’airone rosso e il buffo tuffetto. Per poter vedere tutte queste piante e animali ci sono vari percorsi che si possono intraprendere, l’oasi infatti ha due accessi situati ad Inarzo, dall’accesso principale si percorre un bel sentirò che costeggia il torrente Riale, si può anche prendere una piccola deviazione lungo il percorso e dirigersi agli stagni didattici, se invece si continua lungo il percorso principale si possono raggiungere tre strutture per fare birdwatching. Si completa il giro proseguendo poi verso l’aula didattica ma per chi volesse vedere qualcos’altro può prolungare la visita verso il laghetto della fornace prendendo il sentiero oltre un ponticello prima dell’aula didattica, si consiglia sempre l’uso di stivali a chi volesse intraprendere anche questo percorso. La riserva inoltre è visibile tutti i giorni dell’anno, d’estate è meglio se attrezzati con prodotti antizanzare, il personale è presente tutto l’anno nei giorni feriali e la domenica da settembre a novembre e da marzo a giugno. Raggiungere il posto è molto facile con l’ autostrada A8 uscita Buguggiate/Azzate si prosegue verso Bodio Lomnago e poi per Inarzo,dopo 1 chilometro circa troverete sulla destra un ampio parcheggio proprio davanti al centro visite della riserva. Tramite l’A26 uscita Sesto Calende, imboccare la superstrada per Laveno e al primo semaforo seguire per Corgeno poi verso Varano Borghi e INarzo, per chi volesse andare con i mezzi pubblici con il bus Varese-Sesto Calende (per gli orari http://www.giulianielaudi.it/). L’ingresso è gratis. per altre informazioni basta andare sul sito della Lipu di Varese.