Irriverente e originale, come al solito, anche nell’estate 2015. Schigi D’Amelio in queste settimane è tornato a regalare agli appassionati bevitori di Extraomnes alcune novità assolute e in ognuna di esse ha messo la propria firma, ben riconoscibile, sia nel nome sia all’interno della bottiglietta.
Sono tre le nuove birre di Extraomnes di cui vi parliamo quest’oggi: la prima è già andata esaurita, la seconda promette molto bene, la terza invece è ancora nei fermentatori – probabilmente Malto Gradimento è la prima testata a parlarne – e sarà a disposizione dalla metà dell’estate in avanti.
Cominciamo quindi con la “Egocentrique”, birra prodotta in appena 800 bottiglie che, come dicevamo, sono state vendute in pochi giorni. «Chi mi conosce, sa della mia passione per i miscelati – racconta Schigi – e questa birra è pensata per somigliare a un cocktail stupendo, realizzato con whiskey torbato, ghiaccio e con un colato di “ginger beer”. Così ho usato la nostra birra allo zenzero, la Ciuski (ne parlammo QUI ndr) e alcune botti che hanno contenuto whiskey Laphroaig (altro passaggio già usato da Extraomnes ndr), nelle quali la Egocentrique è maturata per tre mesi. Ne è uscita una birra altamente dissetante, grazie alle qualità dello zenzero e alla nota torbata: un risultato che ritengo molto interessante, anche se come ho detto parliamo di un prodotto… virtuale perché è stato subito venduto tutto».
Tocchiamo allora la novità numero due, un prodotto spiazzante se guardiamo alla storia del birrificio di Marnate. Per una volta Extraomnes lascia gli stili belgi che l’hanno resa famosa e si avventura sul terreno di quelli americani. Da qui il nome: “Yanqui”, termine tra l’ironico e il dispregiativo con cui i guerriglieri sandinisti chiamavano gli statunitensi, gli yankees. «Ho lanciato una sfida a quei birrifici specializzati in IPA e APA che ultimamente sono usciti con birre di ispirazione belga. La Yanqui è la mia risposta, un modo per dire che se invadiamo il campo altrui siamo in grado di fare la migliore APA italiana» spiega il sempre tagliente Schigi. Che in questa birra – non l’abbiamo assaggiata – sfrutta gli aromi dei luppoli d’oltre Atlantico per una American Pale Ale che ci dicono valga la pena degustare.
Infine, e questo non era previsto al momento della chiamata, ecco il terzo asso nella manica. «Preparatevi, perché nei fermentatori sta maturando un’ulteriore birra. La sua caratteristica? Sarà una saison aromatizzata al mango. Un’idea che mi è venuta da qualche tempo e che ho rimandato… per la morte improvvisa di Mango (il cantante ndr), anche perché la voglio chiamare Goud, “oro” in fiammingo… Avviso già – conclude Schigi – che alla vista sarà un po’ inquietante: il colore sarà quello del succo di carota e sarà molto torbida, perché probabilmente lasceremo in sospensione i residui del frutto». Che dire, la attendiamo assetati e ansiosi?
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