Sarà la Nuova Zelanda la prossima terra affollata per chi cerca luppoli originali e intriganti? Probabile, e qualche effetto comincia a vedersi anche per i non super-addetti ai lavori. Se trend sarà, anche in Italia ci si sta muovendo (il pioniere è stato Bruno Carilli – e chi se no – ma tenete d’occhio, tra gli altri birrifici, anche Etnia del nostro amico Nix Grande…) però la birra di cui vi parlo oggi ha origini britanniche.
La “The Full Nelson” infatti è prodotta a Newport, città gallese non lontana da Cardiff, dal birrificio Tiny Rebel e la sua ricetta prevede l’utilizzo di un luppolo proveniente dagli antipodi, il Nelson Sauvin.
Un ingrediente speciale, che oltre a dare il nome alla birra, si fa sentire una volta stappata la bottiglia decorata con un’etichetta in stile aborigeno: non a caso i produttori ne definiscono lo stile in modo semi-scherzoso “maori pale ale”.
Una birra che, appena versata nel bicchiere, si presenta con una bel cappello di schiuma bianca, piuttosto fine e di buona persistenza. Al di sotto la “Full Nelson” appare con un colore tra il dorato e l’arancio chiaro, sicuramente un bel vedere.
E un bel annusare, perché al naso arrivano le note tipiche del Nelson Sauvin e cioé principalmente il profumo d’uva accompagnato a nostro avviso da altre sensazioni improntante alla dolcezza: melone, banana, agrume non tagliente ma solo di sottofondo completano il bouquet olfattivo della birra. Una volta in bocca però c’è subito la svolta in direzione amaro: note decise e immediate – a differenza di tante altre volte, quando l’imboccamento rimane dolce – che poi curiosamente lasciano breve ma nitido spazio alla componente maltata. Cereali, cracker o crosta di pane, hanno per un attimo il sopravvento prima di lasciare di nuovo spazio al luppolo e al suo amaro piuttosto persistente (ma ripetiamo, non insostenibile).
La “The Full Nelson” è birra piuttosto frizzante, dal corpo esile e dalla grande scorrevolezza in bocca dove lascia una certa pulizia. Bevuta tipicamente estiva, grazie al cielo anche per una gradazione alcoolica bassa (4,8%) che ne favorisce il trangugiamento, in giorni caldi d’agosto (ma non solo) come quelli dell’estate 2015.
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L’ho provata anch’io, tempo fa, incuriosito dal Nelson sul quale avevo letto molto, ed assaggiato però in combinazione con altri luppoli. La birra, in sé, non mi ha fatto impazzire (va a gusti, lo ripeto sempre) però tutto sto profumo d’uva che si dice io non l’ho mica sentito. Poi avrò il naso a mezzo servizio, non so. Peccato, perché non è facile trovare birre con un solo luppolo.
Ciao Alessandro, in genere ho anche io problemi con il naso… questa volta però devo dire che di frutta ne ho sentita in abbondanza, uva compresa. Bottiglia, va detto, piuttosto “fresca”, cosa che aiuta sempre.
Vero. Vero: era a temperatura ambiente, magari qualcosina meno ma non troppo. Mi devo organizzare con qualche cantinetta.