Poco più di un anno fa – era il febbraio 2019 – tra i verdetti di “Birra dell’anno” ce ne fu uno sorprendente e assai gradito che coinvolgeva un produttore varesotto. In una categoria non certo “deserta”, la numero 25 che comprendeva belgian blond e belgian pale ale. A centrare la medaglia di bronzo fu infatti il “Birrificio dei Laghi”, una realtà giovanissima che al momento di salire sul palco di Rimini non aveva ancora compiuto i due anni di vita e che quindi lasciava intravedere un potenziale interessante.
La BPM, ovvero la birra premiata nel concorso nazionale, è tutt’ora nel catalogo della piccola azienda di Vergiate che dopo quell’inatteso exploit è un po’ sparita dai radar ma che nel frattempo si è strutturata, ha rimpolpato il numero dei soci ed è pronta – nonostante la pandemia – a fare un ulteriore salto verso l’alto. Incuriositi dalla situazione, ne abbiamo parlato con Michele Poletto che è il birraio e uno dei fondatori insieme a Nazzareno Militello.
«Sul finire della scorsa estate abbiamo variato il nostro assetto societario, una scelta necessaria che ha permesso di aggiungere a me e Nazzareno tre figure importanti e funzionali al nostro lavoro: Alberto si occupa infatti di packaging, Andrea ha preso in mano la parte commerciale mentre Fabrizio è addetto all’area contabilità. Io sono così più libero di seguire la produzione che tra l’altro ha beneficiato dell’arrivo di due nuovi fermentatori a doppia cotta, aggiunti ai tre a cotta singola che già avevamo. Per il momento restiamo piccoli, ma lavoriamo per crescere».
Il premio ottenuto dalla BPM, oltre un anno fa, ha permesso al Birrificio dei Laghi di farsi conoscere al di fuori della ristretta cerchia locale: «Per noi è stato utilissimo – sottolinea Michele – perché ci ha consentito di aprire nuovi canali commerciali anche fuori regione, con alcuni dei quali abbiamo proseguito la collaborazione. Al di là dell’aspetto “agonistico” comunque, i concorsi come “Birra dell’anno” restano momenti molto utili di confronto con i colleghi e di conoscenza reciproca. Quest’anno purtroppo non abbiamo potuto “difendere” il nostro podio perché eravamo nel pieno del rinnovamento, però la BPM rimane la birra principale della nostra azienda, una belgian pale ale che vuole essere un omaggio a quel mondo brassicolo belga a cui piace sperimentare».
Oltre alla BPM, sono sei le birre prodotte sul piccolo impianto di Vergiate, da 2,5 ettolitri: il gruppo originario comprende anche la double IPA MAV e la imperial stout Vassilj alle quali il “Laghi” ha affiancato una pils, una bitter, una hoppy blanche e una session IPA nata come one shot ma destinata a entrare stabilmente in produzione. La MAV in particolare ha alle spalle una storia “forte”: è infatti dedicata a Emanuele, l’amico comune che fece incontrare Michele e Nazzareno e che purtroppo ha perso la vita prima che il birrificio aprisse i battenti.
«Per il momento non vogliamo ampliare troppo il numero di referenze: preferiamo rafforzare le nostre ricette ed aggiungere un paio di stagionali all’anno. Poi si vedrà: ora l’obiettivo è ripartire dopo il lockdown attraverso i pub, che sono il nostro canale di vendita più utilizzato, attraverso i beer shop e ampliando l’offerta on line. Difficile prevedere di che volumi parliamo, anche se prima del blocco avevamo buone aspettative». Intanto la “cinquina del Laghi” ha completato il restyling del birrificio: rinnovato il logo, scelti nuovi materiali (la carta delle etichette è ricavata dal riciclo delle trebbie che sono uno scarto di lavorazione), rinfrescata la grafica grazie alla collaborazione con Lello Sannino, tatuatore di Cameri che fin dal principio è l’autore degli acquerelli poi riportati in etichetta. Insomma, tanta carne al fuoco, in attesa di tornare a pieno regime.
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