Dall’albero di ciliegio direttamente nella botte, o quasi. Cose che capitano quando un birraio appassionato di sperimentazioni ha a disposizione un po’ di fantasia, qualche sua birra su cui lavorare e, appunto, piante da frutto nei pressi dell’impianto e tini di legno già utilizzati per invecchiare il vino.
Il birraio in questione è Cristian Pizzi, che da quasi un anno e mezzo sovrintende alla produzione del Birrificio Settimo di Carnago. Cristian, che ha raccolto il pesante testimone lasciato da Nix Grande e che ha all’attivo la vittoria del Concorso Malto Gradimento 2014, è in questi giorni alle prese con una nuova creatura (il nome non è ancora stato diffuso ma dovrebbe richiamare un numero) che sarà commercializzata nei mesi a venire.
«L’ispirazione arriva dalle kriek belghe, anche se questa birra non è una kriek perché tra le altre cose non ha come base i lambic – spiega Cristian – Possiamo definirla una sour alla ciliegia, con frutti letteralmente a “metro zero” perché arrivano dagli alberi piantati nel giardino del Siebter Himmel». La base su cui realizzare questa birra arriva da un blend: «Ho miscelato tre diverse birre di Settimo, più precisamente la Prius (blond che è la flag beer carnaghese), la Quis Hoc (tripel) e la Wit-Flos (wit). Il blend è stato quindi invecchiato per un anno in una botte che ha contenuto Brunello di Montalcino e ora è stato addizionato con ciliegie in una proporzione di circa 250 grammi al litro».
La fermentazione sarà quindi spontanea, senza l’inoculazione di altri lieviti (lavoreranno quelli già presenti nella botte) e la macerazione dei frutti dovrebbe durare circa sei mesi. Poi la bottiglia: «In formato 0,75, come da tradizione del “Settimo”. Per questa volta la produzione sarà ridotta, con circa 200 bottiglie, ma l’intenzione futura è di proseguire su questa strada anche in futuro, aggiungendo a questa tipologia altri blend invecchiati in botte. Non una novità assoluta per noi, visto che già nel suo ultimo periodo qui Nicola Grande iniziò questo tipo di produzione. Io continuo, mettendo a frutto una passione che ho sempre avuto ma che da homebrewer non ho mai potuto coltivare del tutto. Con Settimo invece ho sia gli strumenti adatti, sia la possibilità di una produzione reale in accordo con la proprietà».
Cristian non lo dice apertamente, ma nelle botti di Carnago stanno maturando ulteriori idee: non ci resta che aspettare perché, si sa, queste lavorazioni hanno bisogno del giusto tempo.
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