La multinazionale Ab Inbev “si beve” Birra del Borgo

birra-del-borgo-logoScocca un vero e proprio fulmine a ciel sereno nel panorama della birra artigianale italiana. Secondo quanto anticipato dal portale specializzato Cronache di Birra, uno dei maggiori produttori nazionali – Birra del Borgo – è stato acquistato da una multinazionale, e cioé da AB Inbev.

Il birrificio laziale – ha sede a Borgorose in provincia di Rieti, ai confini con l’Abruzzo – è attivo dal 2005, è stato eletto “Birrificio dell’anno 2015” all’annuale concorso di Rimini ed è da sempre condotto da Leonardo Di Vincenzo, una delle figure chiave del movimento birrario artigianale.

AbInbevDi Vincenzo tra le tante cose ha portato il proprio marchio nella distribuzione di Eataly e in altri canali internazionali e, a livello personale, è di recente entrato a far parte del board di Assobirra, con l’importante ruolo di vicepresidente.

Ab Inbev invece è una multinazionale con sede in Belgio, nata dalla fusione di Inbev (belga) e Anheuser Bush (americana), che fa capo a un proprietario brasiliano. Il colosso della birra industriale vanta un catalogo di marchi quasi sterminato: alcuni hanno rilevanza globale, altri continentale e nazionale (da Beck’s a Stella Artois, da Corona a Leffe, da Bass a Spaten e via dicendo). La notizia ha anche un risvolto locale che ci interessa da vicino, visto che la sede italiana di Ab Inbev si trova da tempo a Gallarate.

Divincenzo

Leonardo Di Vincenzo

L’accordo tra due realtà così differenti per nascita, prodotti e ovviamente dimensioni farà diventare Birra del Borgo una società interamente di proprietà di Ab Inbev, come anticipato nella prima versione di questo articolo e riportato nel comunicato ufficiale (LO TROVATE QUI in formato .pdf). In questa operazione (i diretti interessati parlano costantemente di partnership) è sottolineato come Leonardo Di Vincenzo manterrà il ruolo di amministratore delegato del birrificio laziale, e come la produzione di Birra del Borgo rimarrà nello stabilimento di Borgorose. L’acquisizione da parte della multinazionale permetterà al team di BdB di concentrarsi sul prodotto, sull’ampliamento delle strutture e sulla ricerca, grazie evidentemente alla forte stabilità finanziaria garantita da Ab Inbev. Ecco le prime parole ufficiali di Leonardo Di Vincenzo sulla vicenda.

«Il settore della birra è diventato molto competitivo ed è necessario per noi fare un ulteriore passo in avanti. La collaborazione con Ab InBev rappresenta per noi la grande opportunità di poter disporre di risorse di varia natura, dal miglioramento tecnologico alla possibilità di sfruttare un’infinità di ricerche scientifiche, a quella di crescere dal punto di vista commerciale. L’opportunità di crescere in modo sostenibile, rimanendo fedeli alla nostra identità e alla filosofia che abbiamo sempre seguito». Di Vincenzo prosegue: «Birra del Borgo è un gruppo fatto di persone che credono ciecamente nel proprio lavoro e nel fatto che la birra possa avere un valore e una cultura molto forti. Le stesse persone oggi guideranno questo secondo corso, avranno lo stesso cuore, la stessa determinazione e gli stessi obiettivi, ma con una serenità maggiore».

Wuestemberg

Simon Wuestemberg

Per Ab InBev si registrano invece le parole del direttore della branca italiana, Simon Wuestemberg.

«Siamo stati molto colpiti da quello che Leonardo e il suo team hanno costruito: sono stati in prima linea nel ridefinire il concetto di birra in Italia. La visione di Leonardo sulla birra e la sua passione saranno una grande ispirazione per tutta la nostra squadra e siamo tutti molto entusiasti di collaborare e crescere insieme».

Discorsi logici, da parte delle due aziende, e per nulla rivoluzionarie, ma è chiaro che questa operazione segna oggi una linea di demarcazione netta e cruciale. Per la prima volta un enorme gruppo industriale acquisisce una (relativamente) grande e storica realtà artigianale. E, ci vien da chiedere: chi saranno i prossimi?

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3 pensieri su “La multinazionale Ab Inbev “si beve” Birra del Borgo

  1. Baladin e Birrificio Italiano sono gli unici strutturati per essere acquisiti. E’ solo questione di tempo e prezzo, soprattutto: il resto è accademia.

    • Lettura plausibile. A occhio però resterei molto stupito se fosse il Birrificio Italiano a fare un passo del genere, viste le posizioni di solito assunte da Agostino Arioli. Baladin più incline, ma si tratta di sensazioni personali.

      • Se non ricordo male Birra del Borgo un paio d’anni fa era sbarcato addirittura in Australia aprendo una “filiale”, credo che l’intenzione di varcare i nostri confini sia già da tempo nella testa di Leonardo Di Vincenzo.
        Questa decisione apre degli scenari, a mio parere, difficilmente decifrabili su come cambierà la produzione di un Birrificio Artigianale (seppur ben strutturato) con il mercato e la leggi della grossa distribuzione.
        Mi trovo d’accordo sul fatto che il prossimo a compiere un passo del genere possa essere Baladin visti anche i canali dove già opera e distribuisce; sarei molto più scettico nell’ipotizzare una scelta simile da parte del Birrificio Italiano.

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