Oggimitrattobene: la DNA New World Ipa

DNA_SmallDico la verità: quando sullo scaffale di un supermercato varesotto ho intravisto il logo di Dogfish Head sono stato indotto in tentazione. Da queste parti non si erano ancora viste (se non in qualche beer shop) le bottiglie griffate da Sam Calagione, uno dei nomi più famosi dell’ondata brassicola statunitense e personaggio noto anche in Italia per diversi motivi tra cui le sue collaborazioni e l’essere partner di Eataly. Non conoscendo la gamma di Dogfish, mi sono accorto solo in un secondo momento – confermo: acquisto distratto se ce n’è uno, anche per via del prezzo poco oltre i 2 euro – che la birra in questione porta anche la firma brit di Charles Wells: si tratta infatti della collaborazione che ha dato vita alla “Dna New World Ipa“.

E qui arriva la seconda sorpresa, dettata dal termine Ipa: questa Dna non è per nulla la birra che mi aspettavo (mea culpa, ribadisco l’ignoranza in materia) anche e soprattutto perché il luppolo che attendevo protagonista si è rivelato essere solo un comprimario. E qui anticipo già la domanda: bottiglia che ha perso i suoi aromi originari o birra pensata per essere sbilanciata sulla parte maltata? Chi sa, risponda.

Dna_NewWorldIpa

In sostanza, la DNA NWI si è presentata nel bicchiere con una schiuma biancastra, poco fine, abbastanza cremosa e piuttosto persistente. Al di sotto una birra ambrata-aranciata che al naso ha subito messo in luce le sue peculiarità: dolce, calda, a ricordare il miele di castagno e a dare note quasi vinose e leggermente tostate. In bocca, prima ancora di arrivare ai descrittori, si nota l’estrema scorrevolezza: scappa letteralmente verso la gola per via di un corpo davvero molto esile.

Tuttavia non passa inosservata: di nuovo dominano il dolce, il legno, il tostato. Quasi un omaggio all’autunno che stiamo vivendo in queste settimane. Poi, certo, dopo una ventata di cereale arriva anche la nota luppolata che si sente dopo il termine del sorso, a chiudere il tratto di bevuta ma senza graffiare né invadere il campo. La gradazione leggera – 4,5% – insieme alla scorrevolezza permette di bere senza problemi particolari, a patto che questa birra vi piaccia. Per me è promossa e decisamente gradevole, ma ricordatevi che se cercate una IPA propriamente detta dovrete approdare ad altri lidi.

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1 pensiero su “Oggimitrattobene: la DNA New World Ipa

  1. Confermo a pieni voti: trovata per caso sugli scaffali, convinto anche dall’etichetta – secondo me molto bella (degustibus…). Scelta azzeccata e apprezzata!

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