Toccalmatto e Caulier, un’alleanza che vale la pena studiare

Sono passati 14 mesi dalla notizia che, inevitabilmente, ha cambiato il mondo della birra artigianale in Italia, ovvero quella della prima acquisizione di un produttore “craft” (Birra del Borgo) da parte di una multinazionale (AbInbev). Una bomba le cui conseguenze pratiche (il boicottaggio da parte di alcuni birrifici al festival dell’azienda reatina) e teoriche (le discussioni su come si evolverà questo panorama) non accennano a diminuire a oltre un anno di distanza.

Bruno Carilli – foto Malto Gradimento

In misura minore però, anche la data di ieri – giovedì 29 giugno 2017 – potrebbe rappresentare una pietra miliare nella storia del movimento artigianale. Uno dei maggiori (e più famosi, e più amati) produttori italiani, Toccalmatto, ha infatti stretto un’alleanza strategica con una realtà straniera, la belga Caulier, destinato a fare storia o, magari, ad aprire una nuova strada. 

L’azienda parmigiana di Bruno Carilli, che solo due anni fa fu protagonista di una importante svolta a livello tecnologico e produttivo, ha deciso di “aggredire il mercato” senza dover ricorrere a un ulteriore (e sanguinoso) ingrandimento ma pure senza dover virare su acquisizioni o accordi con la grande industria che avrebbe tolto Toccalmatto dal novero dei produttori artigianali. Una situazione spiegata dallo stesso Carilli in un’intervista a caldo, rilasciata a Fermento Birra (QUI l’articolo completo)

«Un birrificio come Toccalmatto ha bisogno di risorse importanti per attuare una crescita obbligata. Sono necessarie risorse per assumere personale, soprattutto in ambito commerciale, oltre che per la comunicazione e per il marketing. Per fare lo scalino puoi vendere alla grande industria o puoi accordarti con i tuoi simili. Io ho preferito la seconda scelta».

La collaborazione prevede che lo stabilimento di Toccalmatto produca, oltre alle proprie birre, anche quelle per il mercato italiano di Caulier, la quale fino a oggi era in tutto e per tutto una beer firm di dimensioni notevoli: circa 10mila ettolitri all’anno. L’Italia era già il principale mercato di Caulier (circa 6mila ettolitri venduti) che per la propria produzione si appoggiava all’impianto di DeProef. che resterà partner per la produzione diretta al Benelux.


I dettagli dell’operazione non sono stati ancora svelati del tutto: Bruno Carilli sarà il direttore e l’impianto di Fidenza dovrebbe arrivare in un paio d’anni a produrre circa 20mila ettolitri per i due marchi.
Il tandem italo-belga, seguendo la strada già tracciata in passato da Caulier, intende sbarcare con decisione anche sul mercato nordamericano attraverso una unità produttiva con sede in Messico.
Insomma, il piatto è ricco, e in attesa di capire che sviluppi avrà questo accordo vedremo se anche altre realtà craft daranno vita a qualcosa di simile.

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