Fugit

Senza televisione, senza giornali, senza cellulare (la cosa peggiore) e senza rete, reale e metaforica. Basta mezza giornata per uscirne provati.

Pensavo: “E ora cosa succederà nel mondo, mentre io sono in ritiro spirituale forzato?!” Dove saranno le valigie di Belen e Cappuccetto Rossetto, d’estate, userà il gloss? Le mie amiche cos’avranno fatto in questo tempo? M. che vuole cambiare il mondo e S. che lo vuole “solo” riorganizzare?

Stamattina, finalmente mi connetto. E la prima cosa che leggo (su Facebook, mica in un’antologia del liceo), è una frase di… Seneca! Io non avrò studiato tanto bene (e, comunque abbastanza da capire che non è farina del mio scrittore preferito, Alfonso Signorini) ma non credo sia un autore moderno…

Dice più o meno così: “Estremamente breve e travagliata è la vita di coloro che dimenticano il passato, trascurano il presente, temono il futuro: giunti al momento estremo, tardi comprendono di essere stati occupati tanto tempo senza concludere nulla”.

Ve la giro, con un grazie a chi me l’ha ricordata…

Dedicato a chi è connesso e chi è sconnesso. Vichy

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Principe azzurro o borsa di pelle?

Saldi, saldi, saldi… Ognuno di noi lega i Grandi Eventi ad un’immagine. La mia per il primo giorno dei saldi è quella piuttosto inquietante di una fila interminabile di sciure più o meno green, iperchic e truccatissime, occhialoni D&G a mo’ di cerchietto, pantalone a sigaretta e sigaretta vera in mano, che attendono, sbuffando sotto il sole, il proprio turno da Gucci… Vi confesso che, pur essendo Gucci in cima alla mia wish list, per me rimane uno sforzo incomprensibile.

Io farei la fila soltanto per trovare il mio Uomo dei Sogni.

Ma dovrei avere delle garanzie (tipo le buone regole di Ascom per gli acquisti scontati sicuri): che sia nuovo, niente roba delle passate stagioni che poi magari è rovinata, niente difetti evidenti, prezzo e qualità ben in vista perché il prodotto si possa valutare senza doverlo provare, ma, soprattutto… che si possa cambiare se non va bene.

Cosa dite? Non si può fare? Probabilmente avete ragione e forse spiega perché una ragazza faccia la fila per una borsa scontata del 20%. Tutto sommato, è anche meno impegnativa.

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Sconnessa…

L’ironia di oggi è che per scrivere pensieri sconnessi, bisogna necessariamente essere connessi.

Ieri sera, dopo mezza giornata della mia misera settimanella di mare, mentre cercavo di collegarmi alla rete e non ci riuscivo, in preda ad un delirio ansiogeno, qualcuno mi ha scritto (via sms, of course): “Vichy, non fare l’isterica!”.

Ho contato fino a tre, ho respirato, e ho capito: ero in crisi d’astinenza. Da connessione sconnessa.


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Questioni di maturità…

Quest’anno sto rifacendo la Maturità. Con la mia cuginetta. Per “simpatia”.

Solo che quando toccava a me, mi ripetevo: “Vichi, dai il massimo!”. Mentre ora, a lei suggerisco: “Cerca di non sbagliare!“.

Questione di punti di vista, certo. Forse di maturità. O forse mi serve proprio ripetere l’esame.

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Buona idea…

Ieri sera, rientrando dalla mia settimana di fuoco nel glamouroso mondo della cosmetica, all’ombra della Madonnina, torno finalmente a casa e, entrando in Varese, mi colpisce un cartellone pubblicitario. Dice semplicemente: PENSATE A QUALCOSA DI BUONO. Mi viene da sorridere e inizio a perdermi nei fatti miei, cosa decisamente sconsigliabile, visto sto guidando con il cellulare in mano e, con l’altra, continuo a cambiare la stazione della radio, mentre la tizia dietro di me strombazza all’impazzata e una zingara mi si è fiondata davanti all’auto…

Qualcosa di buono… Non siamo mica a Natale, anche se io sto scrivendo con il pile sulle spalle e il top sarebbe una bella tazza di latte e cognac… E poi che motivo c’è? Lascia perdere che anche Jovanotti ha smesso di pensare positivo e che persino Oscar Wilde non è tanto convinto che valga essere buoni (Quando siamo felici siamo sempre buoni, ma quando siamo buoni non siamo sempre felici, diceva. Ehi, direttore, ora che ho citato Oscar, posso avere un aumento?), ma non siamo nell’era dei buoni sentimenti!

Eppure, intorno, lo notate che tutti pensano a qualcosa di buono? Guarda un po’: toccaci la Nutella e riscopriamo l’orgoglio nazionale. Qualcuno trova persino belle le rotonde cittadine: ci vuole proprio un cuore buono. E il romanticismo cariadenti su Facebook? Notato che le rondini sono stressate, ma la metà dei vostri amici riempie le bakeke di cuoricini?

Forse non c’è un motivo per desiderare qualcosa di buono… Magari, semplicemente, i trendforecaster della grande distribuzione hanno deciso che essere buoni quest’estate è in.

Io, in ogni caso, lo prendo come un consiglio e, se permettete, ve lo giro: pensate a qualcosa di buono!

Vichy

ps. Non lo volevo scrivere questo post, perchè mi seccava che qualcuno pensasse ad una marchetta… Ma, tanto per la cronaca, io “clicco il pomodoro”!

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Che mondo sarebbe?

Ognuno dica pure la sua, non mi voglio mica inserire nella questione di ciccia e brufoli (evitiamo battutacce, eh?), scegliendo tra chi parteggia per le sode chiappe delle ragazze Kellog’s e quelli che, da una vita, bevono solo nei bicchieri della Nutella, anche per brindare a Capodanno (…e le mitiche tazze bianche con i decori blu, ve le ricordate?)

Volevo solo pubblicare questo filmato politicamente e dieteticamente scorretto http://www.youtube.com/watch?v=HEfa3fuLkFI.

Chissà a quanti di voi sarà capitato di avere una sopresa come quella di Giorgio… A me sì. E vi assicuro che sono ancora commossa 😉

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Eli, George e la bandiera

Finalmente Elisabetta si sfoga su Repubblica e la dice tutta. E, non me ne vogliano le persone serie, fa, come sempre, la sua bella figura.

Alla domanda “Si sarà chiesta il perché di tanto accanimento” (cui avrebbe potuto rispondere semplicemente “Perchè le altre, piuttoste che vedere George insieme a me, avrebbero preferito saperlo gay”) risponde: “È come se avessi dato fuoco alla bandiera italiana, non so cosa sia scattato, c’è stata invidia, curiosità. Persino direttori di giornali si sono occupati di me: forse perché non ho mai voluto parlare di lui, ho imparato che la vita privata è privata”.

Grandiosa.

(Leggi anche Giuly, mamma a milano)

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Grazie mille!

Pur lavorando a Milano, mi piace ogni tanto tornare alle origini e leggiucchiare le robe di casa mia (che poi se le chiamo così, c’è qualcuno che si offende, sicuramente). Oggi, mi faccio un giretto su Varesenews (lo conoscete?), e tra un articolo sul calcio e l’altro, e l’altro ancora, mi colpisce il video dedicato da Annalisa ai calciatori del Varese (guarda caso, eh? perchè ieri tre ore di clacson non sono bastate).

Anche se non ti conosco, te lo voglio proprio dire: Grazie Annalisa! Questa canzone (che tra l’altro sa di calcio) a me ha sempre fatto pensare ad una preghiera (credo che nemmeno Max osasse sperare tanto, ma io sono un filino sensibile al suo fascino…)

Per ogni giorno, ogni istante, ogni attimo/che sto vivendo/Grazie Mille!”

Sai cosa penso Annalisa, un po’ anche grazie (mille) a te? Che certe pause dalle menate ce le possiamo prendere. Sì lo so del prezzo della benzina che s’infiamma, dei calciatori dei mondiali strapagati, e che Totti ogni tanto è un gran cafone – mica voglio fare lo struzzo – ma caspita… di cose per cui sorridere ce n’è parecchie, no?

Per cui… GRAZIE MILLE Annalisa!

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Questioni di cervello

Una recente ricerca definisce scientificamente l’intuito, sottolineando che le donne sono di gran lunga più intuitive dei maschi. Quello che non capisco è perchè si perdano continuamente tempo e denaro per arrivare a certi risultati. Ma non era già ovvio? Per me lo era.

Ah già, ma io SONO una DONNA!

p.s.: devo  dedicare questo post? a dire il vero, non credo sia necessario esplicitarlo. Certo ci andrebbe un po’ di intuito…!

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Misteri del calcio 2

Il mio capo mi ha detto: “Guarda che cominciano i Mondiali, dobbiamo parlarne anche noi!” Dopo dieci minuti ho capito a cosa si stesse riferendo… (no, dai, scherzo: da due mesi non si parla d’altro, manco giocasse Berlusconi. Certo, l’ultima volta che ho visto una partita intera tutti urlavano “Pablito! Pablito!”, ma le palle ovunque, fuor di metafora, le vedo anch’io).

In compenso, ho capito cosa voleva il mio capo: un’opinione autorevole. A chi chiederla sennò? Trascurando il fatto che per me la maglia rosa è quella della mia amica Silvia alle presentazioni del suo libro e che l’unico Valentino è quello del rosso (non certo Ferrari), beh,  io di sport so un sacco di cose. Ad esempio, so che David e Victoria stanno ancora insieme, so chi è Balotelli (perchè era sull’ultima copertina di Vanity fair, mica per altro) e sono molto documentata sulle wags (scommetto una pizza che due su tre tra voi, stanno digitando su google…).

Cosa farai durante le partite?” mi chiede il capo. Non ho dubbi, boss! Non penserai mica che mi metta lì a fissare degli omini che corrono dietro ad un pallone (voglio dire: fossero almeno a torso nudo, ma quelle orribili magliette…). Io faccio così: aspetto il fischio d’inizio (perchè, lo confesso, ascoltare l’inno mi piace un casino) per fiondarmi in macchina e partire per il mare. Perchè? Ma voi l’avete mai vista l’autostrada durante una finale dei mondiali????

p.s.: il piano b, è ovviamente un altro. se qualche ragazzo carino mi invitasse a casa sua a vedere le partite potrei sicuramente fingere di essere interessata. Ma in questo caso dev’essere carino parecchio!

p.s.2: Questo post lo dedico a Matteo, che s’è fatto la fila per i biglietti della Champions – neanche fossero i saldi da Gucci – ed era anche fiero di raccontarlo in giro, e a Mimmo che, quella sera, ha addirittura sparato i fuochi d’artificio. Poi quelle sconnesse siamo noi!

p.s.3: anche questa è un’idea: Donne trascurate per il pallone

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