Ci siamo ormai abituati a vedere in tempo reale l’uccisione di persone… Il fatto che dopo solamente due giorni un fatto di sangue cada in prescrizione e non trovi più spazio neppure sulle seconde pagine, significa che abbiamo raggiunto un’assuefazione pericolosa… Vicini di casa che litigano per pochi centimetri quadri di proprietà… Persone che arrivano a picchiare – fino a uccidere – coloro che disturbano il riposo e il sonno notturno… Comunque abbiamo superato la linea di guardia. Ognuno è diventato giudice autoreferenziale di comportamenti considerati inaccettabili… Ci stiamo abituando ad escludere l’intervento delle Forze dell’Ordine, in caso di incidente, in caso di disturbo o di invasione della propria intimità. E non c’è una parte di Italia che si escluda da questo atteggiamento.
Un senso di impotenza e, conseguentemente di paura prende i più… E infatti, arriviamo in tempi estivi, a una sorta di coprifuoco e i paesi e le città diventano territorio a disposizione di bande di piccoli/grandi bulli. Che fare allora? Diverse amministrazioni sono state accreditate dal voto popolare proprio facendo leva sulla promessa di maggiore sicurezza. Come mai siamo arrivati a questa aggressività generalizzata?
Per noi non è una questione che si risolve con l’aumento del numero di interventi – possibilmente armati – delle Forze dell’Ordine, ma con una ripresa del discorso educativo, che ha come protagonisti soprattutto i cittadini/e alunni dalle scuole materne fino alle università. Sappiamo purtroppo che il taglio delle risorse economiche ha colpito anzitutto la scuola. Questo non fa ben sperare a breve e a medio termine su una convivenza più pacifica e tollerante.
Certo la giustizia del “fai da te” ci prepara ad entrare a far parte del 4° e 5° mondo.