Dieta vegetariana o vegana in gravidanza? Questo regime alimentare è indicato in questa fase particolare della vita? Non esiste alcuna controindicazione per queste particolari diete alla gestazione. « È essenziale, però – spiega la dottoressa Elena Consolaro – che sia ben bilanciata». La dottoressa, medico di medicina generale è anche nutrizionista esperta di questo tipo di alimentazione: « Non c’è una diffusa cultura e non ci sono riferimenti ufficiali italiani. Ma gruppo di specialisti ha applicato le linee guida nordamericane (USA e Canada) alla nostra cucina stabilendo criteri che sono rintracciabili sul sito www.scienzavegetariana.it.».
Nonostante sia ancora una nicchia, la dieta vegetariana o vegana sta conquistando favori crescenti per i benefici che assicura sullo stato di salute generale, in particolare sulla prevenzione delle malattie croniche, anche se la maggior parte delle persone che sceglie di alimentarsi in questo modo lo fa per motivazioni etiche ed ambientalistiche (minore impatto sulle risorse ambientali, rispetto degli animali).
Durante la gravidanza ogni donna deve nutrirsi in modo tale da mantenere se stessa in buona salute e consentire, nel contempo, ai tessuti fetali di formarsi e svilupparsi nella maniera migliore e l’alimentazione a base vegetale è in grado di garantire tutto ciò (come ribadito più volte nelle posizioni ufficiali dell’American Dietetic Association) ma bisogna porre alcune adeguate attenzioni.
I pasti devono essere ben bilanciati e costituiti da verdure, cereali e buona fonti di proteine (uova, derivati del latte, legumi e frutta secca). Anche la totale esclusione di cibi di derivazione animale (come avviene nella dieta vegana) può permettere l’organizzazione di una dieta completa, a patto di prestare alcune doverose attenzioni : «Potrebbe essere necessario assumere alcuni minerali e vitamine come integrazione. Parliamo, per esempio, della vitamina B12 che, essendo di origine animale, va sempre integrata nel caso di diete vegan cioè che escludono l’utilizzo anche di derivati animali (miele, uova e latticini). Sono utili anche integrazioni di acido folico ( come in tutte le gravidanze, anche se le donne vegetariane e vegane hanno di solito assunzioni di folati superiori al resto della popolazione). A volte occorre anche integrare il ferro (quello di origine vegetale è meno assorbibile e pertanto queste donne hanno un fabbisogno aumentato) ma questo va valutato caso per caso, in base alle riserve di ferro della singola gestante. Altro nutriente critico soprattutto delle diete vegan potrebbe essere il calcio il cui fabbisogno nelle gravide è aumentato, motivo per cui occorre scegliere con grande attenzione gli alimenti del mondo vegetale molto ricchi di questo minerale (es. mandorle, semi di sesamo, verdure a foglia verde…) e bere acqua ad elevato contenuto di calcio. Infine i preziosi grassi omega 3, importanti per lo sviluppo e maturazione del sistema nervoso fetale, sono contenuti anche nelle diete vegetali, ma pare che al feto giungano solo alcuni tipi (quelli a catena lunga) quindi contenuti nelle alghe e che potrebbe essere molto utile una adeguata integrazione di questi in gravidanza.
In genere, chi si avvicina a questo tipo di dieta cerca informazioni e non si avventura a cuor leggero: « Orientarsi tra tutto ciò che si trova in rete non è sempre facile. D’altro canto, come dicevamo prima, non esiste ancora una cultura diffusa della dieta vegetariana o vegana in Italia, anzi spesso ci sono opinioni superficiali e alle volte preconcetti, e non ci sono molti specialisti a cui affidarsi.
La società italiana di nutrizione vegetariana presieduta dalla dottoressa Luciana Baroni – è riuscita però a stendere delle linee guida per gli italiani vegetariani (Vegpyramid, esistono dei testi stampati) e organizza corsi di formazione qualificata. Addirittura da 3 anni è riuscita presso l’università politecnica delle Marche ad organizzare un master in alimentazione vegetariana e vegana che forma esperti (master appunto che ho fatto anche io), per favorire una diffusione di una corretta cultura su tale argomento».
In qualsiasi fase della vita, dalla crescita nei bambini fino alla gravidanza e all’allattamento, non esistono controindicazioni a un’alimentazione basata solo su vegetali ( più o meno rigida a seconda che si voglia seguire la dieta vegana). L’importante è fare attenzione a ciò che si mangia. E questo è un consiglio che non riguarda solo la fase di crescita del feto, ma anche i possibili problemi che possono insorgere nella donna. Se si compie questa scelta alimentare conviene dunque organizzare con molta cura i pasti e la giornata alimentare; il ginecologo dovrà monitorare con attenzione i livelli di ferro e vitamina B 12 in queste pazienti. Anche il peso corporeo va, sempre controllato perché non superi i parametri medi stabiliti. Non esiste un valore assoluto ottimale di incremento ponderale materno uguale per tutte le donne. Le donne vegetariane e vegane hanno però di solito meno problemi di eccessivo incremento ponderale in gravidanza; gli studi hanno dimostrato che una adeguata dieta anche a base esclusivamente vegetale consente alla gravida adeguato incremento ponderale e normali pesi alla nascita dei bimbi. Durante la gravidanza e l’allattamento, la nutrizione non dovrà attenersi a un semplice incremento della quota energetica quindi, ma rispettare varietà e intercambiabilità degli alimenti e nel caso si seguano questi regimi alimentari anche le dovute attenzioni ai nutrienti critici (ferro, calcio, vitamina b12, omega 3).