Nove mesi. Tanto dura l’attesa del figlio in arrivo. Un periodo lungo e intenso, in cui il corpo della donna cambia, si modifica e diventa una culla.
La gravidanza è un momento di attesa e cambiamento fisiologico, la Natura fa il suo corso anche se è bene vegliare perché tutto proceda bene. All’ospedale Del Ponte, l’ambulatorio della gravidanza fisiologicaprende in carico la donna dalla prima visita e l’accompagna sino al parto. Due sono le divisioni che offrono assistenza e consulenza: 5 medici specializzati assistiti dalle ostetriche nella divisione B e 5 medici specializzati e 3 medici specializzandi nella divisione A. Il percorso è uguale, l’assistenza identica.
Ma cosa fare quando il test di gravidanza risulta positivo?
La donna deve rivolgersi al proprio medico di medicina generale per avere l’impegnativa che avvierà la presa in carico da parte dell’ospedale. È questa l’unica ricetta richiesta al medico di medicina generale: dalla presa in carico la donna riceverà ogni volta in ambulatorio le impegnative per effettuare controlli ed esami direttamente nell’ambulatorio.
Con l’impegnativa, ci si rivolge al Cup dell’azienda ospedaliera ( qualsiasi) alla farmacia o al sito on line e si ottienel’appuntamento, entro 2-3 settimane dalla richiesta: « La prima visita dovrebbe essere effettuata tra la settima e la decima settimana, o comunque entro la dodicesima settimana (con un intervallo possibile tra la undicesima e la tredicesima più sei giorni) perché entro quella data va fatta la prima ecografia importante per la gravidanza – spiega la dottoressa Barbara Lischetti, dirigente medico della Divisione A – Il primo incontro dura attorno ai 40/45 minuti. È soprattutto di un colloquio in cui, oltre a fare la visita e l’ecografia per confermare la presenza della gravidanza , spieghiamo cosa sia e come avvenga la diagnosi prenatale, in quali casi il Servizio sanitario la preveda, perché, negli altri, è a carico della paziente. L’informativa, però, viene data a tutti indistintamente perché non esistono condizioni che assicurino al 100% la salute piena del nascituro. La decisione su se e cosa fare spetta solo alla donna».
Nel colloquio si parla, inoltre, di alimentazione con le informazioni per evitare malattie come la toxoplasmosi o la listeriosi e di comportamenti igienici. Al termine della visita, si esce con l’appuntamento per il secondo incontro e l’impegnativa per gli esami da fare. Durante il colloquio, si cercano informazioni sulla storia sanitaria della coppia e dei famigliari anche in vista della possibilità di effettuare accertamenti supplementari specifici. La mappa cromosomica non è un esame richiesto di routine ma solo su precisa indicazione medica ed è a carico della paziente se non rientra nelle indicazioni previste.
Nel caso la prima visita coincida con la dodicesima settimana di gestazione, durante l’incontro viene fatta anche l’ecografia di screening del I trimestre dove si verifica la vitalità e si stabilisce la data presunta del parto. L’indagine mette in luce le prime strutture dell’anatomia del piccolo e nell’occasione si controlla anche la transluenza nucale da cui possono essere evidenziati fattori di rischio da approfondire ulteriormente con le indagini prenatali. Su richiesta della donna, si effettua anche l’esame del sangue per il test combinato il cui costo è a carico della paziente. La durata dell’indagine varia a seconda della posizione del bambino e varia tra i 30 e i 40 minuti.
Il secondo appuntamento viene dato alla sedicesima settimana. La data, in questo caso, non è vincolante perché, non essendoci l’ecografia, i tempi possono slittare. Durante l’incontro si fa una valutazione clinica: « Nel caso la donna non l’abbia fatto di recente – spiega la dottoressa Evelina Bertelli, dirigente medico della divisione B – effettuiamo il Pap Test per fare in modo che non intercorra troppo tempo per questo esame fondamentale nella prevenzione del tumore alla cervice uterina. È un esame che non dà alcun fastidio al nascituro». Tra i controlli più frequenti c’è indubbiamente quello del peso: « Sgomberiamo il campo da alcune credenze popolari – sottolinea la dottoressa Bertelli – Non c’è alcuna correlazione tra l’aumento di peso del bambino e l’aumento di peso della madre. Spesso la donna si sente più libera di mangiare perché deve alimentare il bimbo in grembo: l’aumento di peso eccessivo, invece, potrebbe anche essere un problema per la crescita del feto perché associato a patologie come l’ipertensione per cui la placenta fa fatica a funzionare normalmente. Quindi è importante avere un’alimentazione adeguata e bilanciata. È molto diffusa una scarsa cultura dell’alimentazione ed è in questo senso che noi ci raccomandiamo di più».
Anche le nausee tipiche dei primi tre mesi di gravidanza, se non arrivano a livelli tali di disidratazione da richiedere un ricovero immediato, sono situazioni in genere alleviabili grazie ad alcuni integratori alimentari o a gocce di zenzero.
Un nuovo controllo ecografico avviene tra le 20esima e la 22esima settimana: « È conosciuta coma la ” morfologica” perché si controlla la crescita fetale e tutti gli organi indagabili ecograficamente, compreso il sesso – spiega la dottoressa Bertelli – Si valuta la quantità di liquido amniotico. È un’ecografia fondamentale nel caso in cui ci siano anomalie: è infatti l’ultima possibile per effettuare indagini rispettando i tempi stabiliti dalla legge per un’eventuale interruzione».
Si esce dall’ambulatorio con l’appuntamento per la visita della 25esima settimana. Si tratta di un controllo senza ecografia. Nei casi a rischio, si controlla la curva glicemica ( sintomo del diabete): nel caso di problemi, la donna fino alla nascita del bimbo verrà seguita nell’ambulatorio apposito dei colleghi diabetologi e in tandem farà i controlli ostetrici previsti per la gravidanza complicata da diabete gestazionale. Se non ci sono fattori di rischio, iniziano solo i controlli della pressione: ogni settimana la donna deve farsi fare le misurazioni ( o a casa o in farmacia) prendendo nota dei risultati: « L’allarme deve scattare solo se vengono rilevati valori superiori a 140 di massima e 90 di minima. In caso di superamento, la donna deve venire nel pronto soccorso che abbiamo al primo piano del Del Ponte e sottoporsi a esame del sangue e altri accertamenti».
«Nel caso la gravidanza prosegua senza intoppi – chiarisce la dottoressa Lischetti – si passa alla visita della trentesima. È prevista la terza ecografia della gravidanza, un’ecografia di controllo da effettuare entro la 32esima settimana. Obiettivo di questa ecografia è verificare il corretto accrescimento fetale e controllare anche se il bimbo è già in posizione. Se non lo fosse c’è ancora tempo la posizione viene ricontrollata alla visita successiva della 35esima settimana. Solo allora se il bimbo non si fosse girato si comincia a programmare il taglio cesareo. I tempi, però, sono ancora abbastanza lunghi: c’è tempo perchè il bimbo si giri da solo oppure attraverso la manovra, che eseguiamo noi in sala parto intorno a 37 settimane di gestazione. È una pratica che offriamo alle donne nei casi in cui non ci siano controindicazioni ( donna con taglio cesareo pregresso o se c’è poco liquido). Dopo aver somministrato un farmaco per rilassare la parete uterina, tentiamo al massimo tre volte di rigirare il bimbo. È un movimento che dura al massimo pochi minuti e che può dare qualche fastidio ma è utile perchè riduce il ricorso al taglio cesareo. In caso di fallimento verrà programmato il taglio cesareo intorno a 39 settimane per lasciare al piccolo tutte le possibilità di girarsi spontaneamente».
Nel corso della visita della 35 esima settimana vengono anche prescritti gli esami per avere la partoanalgesia e il tampone vagino-rettale per ricercare la presenza eventuale dello streptococco di gruppo B che, se presente, verrà poi trattato con l’antibitico durante il parto. « La partoanalgesia è un’offerta che facciamo a tutte le partorienti. È chiaro, però, che se una donna arriva già a dilatazione avanzata e pronta a spingere, non ha senso ricorrere all’analgesia. Madre Natura provvede a tutto senza l’intervento dei farmaci».
battito e il liquido del piccolo siano regolari: « In questa occasione – chiarisce la dottoressa Bertelli – si danno tutte le informazioni sul parto e si fissano gli eventuali controlli per la gravidanza a termine. La nascita deve avvenire entro la 42esima settimana. Ma superata la scadenza dopo 3/5 giorni vengono avviati i controlli che prevedono l’esecuzione di un tracciato e il controllo del liquido, ripetuto ogni 3-5 giorni. Oltre la 42esima, però, non si va e si interviene con l’induzione intorno a 41 sett +5 gg».
Il percorso “fisiologico” dunque, prevede visite e controlli, importanti sempre per evidenziare i primi segni di anomalia: « A quel punto la donna viene presa in carico dall’ambulatorio della gravidanza a rischio– spiega la dottoressa Lischetti – e, laddove necessario, verrà valutata dagli specialisti delle altre unità operative che collaborano con noi nella gestione delle complicanze della gravidanza. Tutte le visite, gli esami e i controlli vengono eseguiti all’interno dell’azienda, sempre con le nostre impegnative. La donna rimane presa in carico dalla stessa equipe fino al parto».
Posso scegliere io il taglio cesareo oppure e’ obbligatorio il parto naturale. E’ perché sono terrorizzata all’idea del parto naturale, non volevo avere figli solo per la paura del parto, ma ora sono incinta de 12 settimane e l’idea del parto naturale mi fa venire l’ansia.
la Natura ha previsto un percorso di nove mesi in cui il corpo e la mente si adattano progressivamente all’evento. Ciò che spaventa a 12 settimane potrà non farlo più quando ci si avvicina al momento del parto. È meglio confrontarsi e chiarirsi con il proprio ginecologo che accompagnerà tutto il percorso e saprà intervenire anche sulle ansie. Il suo timore è molto diffuso nei primi mesi di gravidanza poi spessissimo, piano piano, si affievolisce.