Natale in Catalunya

Tra le varie similitudini che non è difficile riscontrare tra Italia e Spagna c’è il modo in cui si prepara e poi festeggia il Natale. Luci per strada, spinta al consumismo, ansia da regalo dell’ultima ora, calcolatrice in mano per vedere se anche quest’anno la tredicesima non la vedremo nemmeno e tanto, meritato e desiderato tempo in famiglia. Momenti che per chi come noi vive all’estero, assumono un valore particolare. Gli embelmi tradizionali sono più o meno gli stessi, mi riferisco all’ albero di natale e al presepe. Ma è qui che ancora una volta la Catalunya ci regala un segno distintivo, una peculiarità che la caratterizza rispetto al resto del paese. Se osservate attentamente un pessebre catalano, troverete, un pò appartato rispetto ai soliti noti, spesso dietro un cespuglio o semi nascosto, questa figura:

03-caganer-catalan-artesania-caganer-terra-i-mar

Sì. E’ quello che sembra. Si chiama caganer. Nessun presepe catalano può prescindere della presenza di uno o vari caganer; le proprietà fertilizzanti dei suoi escrementi sono necessarie affinchè la terra produca i suoi frutti, porti gioia e serenità alle famiglie, e permetta loro di festeggiare un felice Natale l’anno successivo, creandosi così un circolo virtuoso che non può essere mai interrotto. Recentemente, dovuto alla sempre più massiccia presenza di stranieri soprattutto a Barcellona e una crescita esponenziale della febbre da souvenir, sono comparse parodie di personaggi famosi in versione caganer. Per vederne alcune potete andare qui . E per trovare un personaggio a tutti noi noto, eccovi il nostro Presidente del Consiglio.

E’ tutto, da Vedano Olona, di rientro per alcuni giorni di vacanza vi auguro Bon Nadal i feliç any nou!

Merii Kurisumasu

Ovvero una “perfetta” (per gli standard Giapponesi) trascrizione fonetica del “Buon Natale” anglofono.

Se non fosse per il calendario sembrerebbe una bella giornata di primavera. 13, 15 gradi e un sole impietoso, basso sull’orizzonte, affilato e accecante.
Se non fosse per gli alberi timidamente addobbati non ci farei caso. Gli alberi e le poche luminarie. Nei quartieri alla moda, soprattutto.
Se non fosse per l’agenzia che mi chiama per chiedermi se voglio andare a un casting PROPRIO domani (il 25) non me ne sarei quasi ricordato.

Ecco il natale in Giappone.
Tantissime pubblicità di prodotti che ricevono il beneficio di un proprio omologo natalizio (ed ecco il Kurisumasu dentifricio, la Kurisumasu pasta, il Kurisumasu ramen..).

Merii Kurisumasu (Merry Christmas) ripetuto ossessivamente in ogni dove.

Sono circa quindici o vent’anni che in giappone hanno importato il Natale, in blocco, con i suoi usi e costumi.
Alberi, Stelle, Christmas Cakes in bella mostra ovunque (qui sono le torte, in particolar modo, a fare l’atmosfera di esterofilo mood di festa)

Natale non è considerato una festa nazionale in Giappone, ma cade fortunosamente due giorni dopo la ricorrenza del compleanno dell’imperatore, rimanendo perciò (per la maggior parte delle famiglie) incluso nella settimana di vacanze dal suddetto giorno della ricorrenza della nascita di Akihito al Capodanno giapponese.
Sono state mere speculazioni economiche ad dare un supporto massiccio ad una delle feste più lucrative del calendario.

SN3G0248_0001

Per alcune settimane l’atmosfera intensifica la sua esterofilia, ci sono feste in cui scambiarsi i regali, i bambini si siedono sulle ginocchia di babbo natale, qui chiamato Santa, e, come ho potuto constatare ieri, si cantano le più tradizionali Christmas carols americane tradotte pari pari in giapponese.

Molto artefatto, molto nipponico.

rsz_img_2711

Merii Kurisumasu, mina san!

(Buon Natale a tutti ^_^)