La febbre del gioco

 

Bookmakers a bordo pista

Bookmakers a bordo pista

Quando ho letto quella notizia sullo scommettitore “beffato” da una delle società di bookmakers più grandi del regno, mi è venuta in mente quella sera a Wimbledon. La notizia riguarda un signore inglese che ha azzeccato le 24 città in cui il giorno di Natale sarebbe nevicato, ma per un errore chi ha preso la puntata non ha spiegato al cliente che quella non poteva essere una scommessa multipla. Insomma, non ha vinto quei 7 milioni di sterline che si era già sognato in tasca, grazie ad appena 5 pounds di “investimento”. A Wimbledon io non avrei mai vinto quella somma, scommettendo alle corse dei levrieri. Cani, esattamente come fossero i cavalli delle Bettole. Alla periferia sud di Londra, non lontano dal tempio del tennis, c’è uno stadio apposito. Atmosfera molto inglese. Anziane signore a prendere le scommesse allo sportello ufficiale, anziani bookmakers a contendersi i clienti a bordo pista sotto tre ombrelli di colori diversi. Intorno un viavai di umanità varia che – all’apparenza – di raffinato ha ben poco. Beh, avevo puntato 2 pounds sul cane numero 3, ma la signora dello sportello ha segnato 2. Non me ne ero accorto, finché il 3 non ha battuto proprio il 2 al fotofinish. E ho visto sfumare 5 pounds facili facili. Niente di che, ma per chi passa da Londra questa specie di febbre per la scommessa è un aspetto interessante da notare. Ci sono agenzie di bookmakers praticamente in ogni strada principale, quasi una vetrina accanto all’altra, sono più dei negozi che vendono pane. Si può scommettere sullo sport, calcio in testa. Ma anche sulla politica, sull’attualità ancora da venire, sulle classifiche musicale. E anche, perché no, sulle previsioni del tempo. Mai entrato in uno di questi negozi, troppo pericoloso per le mie tasche. Ma una serata con gli amici al Greyhound Stadium di Wimbledon non poteva mancare. Le corse dei cani non mi hanno particolarmente affascinato, il pubblico dello stadio – una specie di ippodromo per gente ruspante – merita però una visita.

I banchi "ufficiali" dove si raccolgono le puntate

I banchi “ufficiali” dove si raccolgono le puntate

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Ogni volta che dico ai connazionali italiani che vivo in Canada, la prima cosa che mi viene chiesta con un misto di orrore e stupore e’: “Ma quanto freddo fa in Canada?!”

Certo, non siamo ai Caraibi ed e’ senza dubbio vero che su gran parte del territorio, le temperature scendono parecchio al di sotto dello zero; ma Vancouver e la vicina isola sono una sorta di “oasi canadese”, dove le temperature sono miti per gran parte dell’anno. La citta’ si affaccia sull’Oceano Pacifico ed e’ circondata dal “Coastal Mountain Range” e questa fortunata posizione geografica evita che le temperature invernali siano cosi estreme come quelle della costa est del Paese.

Ormai comunque, ci sono abituata e mi fa sorridere pensare che alcune persone in Italia pensino che io viva in un igloo e che il mio vicino di casa sia un orso polare! 🙂

Quest’inverno, in particolare, non fa molto freddo e sembra che il tempo si stia prendendo gioco della citta’, che tra 30 giorni ospitera’ i giochi olimpici invernali.

E’ da quando sono arrivata qui nel 2007 che Vancouver e’ in fermento per le Olimpiadi di quest’anno; ovunque ci sono cantieri aperti, nuove costruzioni, nuovi mezzi di trasporto che collegano le diverse zone della citta’. Dopo Torino, tocca a Vancouver; ma gli abitanti di Vancouver  – i Vancouverites – , a dispetto dei vari disagi di strade interrotte e lavori in corso, non si scompongono piu’ di tanto e mantengono il loro spirito molto “west coast” paziente ed accomodante, perche’ sanno che questa e’ anche la loro occasione per mostrarsi al mondo. Nonostante Vancouver sia sempre, o quasi, la prima citta’ nelle classifiche mondiali per la qualita’ della vita, sento nell’aria il desiderio e l’entusiasmo che accompagna l’attesa di volersi far conoscere, per uscire da quella definizione un po’ sterile e quasi spocchiosa di “citta’ migliore al mondo”.

Le immagini dei parchi di Vancouver, delle sue montagne e del mare che la circonda entreranno nell’immaginario collettivo e finalmente, la gente capira’ un po’ di piu’ perche’ questa citta’ e’ sempre sul podio dei vincitori.

Happy 2010 a tutti!

Vancouver Skyline