«Personalmente credo che questi vent’anni siano serviti a me e a tutta l’azienda per diventare sempre più consapevoli della nostra vocazione. Quella di fare birre bevibili, equilibrate, che magari non colpiscono al primo assaggio ma che poi non ti levi più di dosso». Frasi interessanti, soprattutto se arrivano dalla bocca di chi, in vent’anni è stato tra i principali artefici della nascita, crescita e affermazione del movimento italiano della birra artigianale.
Nel 1996, infatti, Agostino Arioli era tra i pochissimi italiani che hanno avuto una visione poi rivelatasi azzeccata: quella di impiantare un piccolo impianto per la produzione della birra, affiancato da un locale – a Lurago Marinone, due passi da Saronno – che diventò presto un punto di riferimento per tanta gente. Un pubblico folgorato da malti e luppoli, utilizzati in maniera così differente rispetto a quel (poco) che si conosceva fino a quel momento. Ago da allora non ha mai mollato il colpo, continuando a proporre i suoi prodotti storici – una su tutte la Tipopils – ma anche ingrandendo il suo Birrificio Italiano, ampliando la produzione (ora spostata per la gran parte a Limido Comasco), cercando nuove vie ma mantenendo il solito, alto, livello di qualità. Continua a leggere