Dalla cantina al boccAle: la Oude Geuze Boon

Banner_boccALE copia(franz) Dopo qualche tappa “italiana” (novità non da poco per un amante delle tradizioni straniere) il nostro Ale Div torna a occuparsi di specialità belghe. Antiche, per di più, visto che la protagonista della sua degustazione odierna è una birra a fermentazione spontanea creata da uno dei produttori più noti del panorama dei lambic.

Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
Lo stesso sentimento di Catullo, gli stessi tormenti, infine la risposta: amo. Le geuze sono birre strampalate, difficili, che possono urtare fortemente il naso e il palato al primo assaggio, stupiscono e repellono, eppure vantano una nicchia di fedeli trangugiatori che le ritengono capolavori d’arte indiscutibili e imprescindibili. Continua a leggere

Tutti in acido ad Abbiategrasso

etichetta«E tra dieci minuti voglio vedervi… tutti in acido!». A noi Eliofili quest’ultima parola fa venire subito in mente il mitico SuperGiovane che offriva «Coca Cola con Aspirina a tutti», beverone da leggenda usato per sostituire sostanze ben più proibite. Parlando di birra però, il termine “acido” è quello che inquadra in cinque lettere tutto il mondo legato alle fermentazioni spontanee, il più antico metodo di produzione brassicola che ha il suo campione mondiale a Bruxelles con la celebre Cantillon (QUI il nostro reportage – nella foto un’etichetta). Continua a leggere

Birra in Tour: con Kuaska alla scoperta del Belgio

(franz) Dopo aver visitato Bamberg e assaggiato (virtualmente) le sue birre affumicate grazie al racconto di Marco, ci spostiamo in Belgio per una nuova puntata di “Birra in Tour”. Il reportage è firmato da Valter, uno dei soci di Happy House Beer di Turbigo, gruppo che abbiamo già conosciuto per la partecipazione (con vittoria nel 2012) al concorso Malto Gradimento. Un viaggio, sotto la perfetta guida di Lorenzo Kuaska Dabove, in una delle zone a più alta vocazione brassicola del mondo.

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La nostra avventura brassicola in Belgio ha inizio il 5 ottobre dall’aeroporto di Charleroi dove io, Gianni, Christian, Gigi, Marco e Raffaele (membri di Happy House Beer), ci siamo uniti a un gruppo di 35 appassionati provenienti da tutta Italia.

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“Cantillon”: dove nascono le birre d’altri tempi

L'insegna di ceramica di Cantillon

L’esterno è anonimo e pare quello di un normalissimo magazzino che potrebbe contenere qualsiasi cosa. Ma quando si apre il portoncino di Rue Gheude 56, quartiere di Anderlecht, zona sud-ovest di Bruxelles, il viaggio all’indietro nel tempo si compie fin dal primo respiro e il profumo di storia si mischia a quelli del legno, del mosto, della birra.
Davanti agli occhi si apre il mondo di “Cantillon”, un birrificio tradizionale che a prima vista pare un museo e che invece è un’unità produttiva a tutti gli effetti: qui si compiono tutti i passaggi per creare birre uniche, le gueuze e i lambic a fermentazione spontanea. Bevande che alle papille gustative e all’olfatto sono ben diverse dalla birra cui siamo abituati ma che rappresentano una vera e propria pagina di storia: questa era la birra prodotta fino a quando l’uomo – ma si parla di circa 150 anni – ha imparato a selezionare i lieviti e a usare quelli ritenuti più adatti alla fermentazione.

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