Interview with the journalist of Malindi, Mr. Kenneth Aloise

Riporto di seguito l’interessante intervista nata tra una birra e l’altra, una piovosa sera di ottobre, con il giovane giornalista di Malindi, Mr. Kenneth Aloise.

Ci snocciola con competenza e facilità di parlantina, la città dalle molteplici facce, by day and by night, Miss Malindi !!!

Signore e signori, a voi tutti, buon ascolto 🙂

Tematiche dibattute:

1-Tourism in Malindi, good or bad ?

2-Drug and prostitution problems

3-% Hiv

4-Increasing of sexual trade

5-Age of prostitution

by gabriele

Il bagaglio culturale

Nel gruppo è sorta una domanda:

“è possibile che la tua cultura ed educazione siano limitate dal luogo in cui nasci ?”

La comprensione di più culture all’interno dell’individuo, quali cambiamenti potrebbe portare ?

Sentire parlare, ad esempio, persone, cambiando 2-3 lingue in pochi istanti, colpisce.

Lo scoprire, il capire, il vivere culture differenti, interagendo con esse, fa riflettere su quanto sia instabile tutto quello che riguarda l’educazione, l’istruzione del proprio paese d’origine.

Il nostro pensare di essere dei giusti è soltanto una limitazione indotta dal luogo in cui nasci.

Simone, cosa intendi per giusto ?

Lui risponde così:

“Il giusto è colui che possiede una personalità positiva, vive di scelte e pensieri equi, generosi e non basati su una visione egoisticamente umana.”

Guerrieri Samburu, abitanti delle terre Samburu che vanno da nord Isiolo fino a Baragoi, raggiungendo anche le sponde del lago Turkana. Hanno una cultura molto radicata e rifiutano da anni la civilizzazione, praticano ancora la circoncisione femminile, ma di questo ne parleremo quando saremo a contatto con loro, sulla via per il Lago.

caro babbo natale….

Seduto in camera con le stampelle come l’inverno scorso la mia mente viaggia e mi torna in mente la situazione in cui ero l’anno passato… così anche se dicembre è ancora lontano all’età di 24 anni mi ritrovo ancora a scrivere a te vecchio barbuto vestito di rosso… che sei un po il simbolo di chi crede nell’impossibile! se potessi esprimere un desiderio mi pacerebbe davvero chiederti di fare si che questo dicembre sia migliore di quello passato. Non per le stampelle o il resto ma ti chiedo solo di poter mettere una buona parola (a quel gesu bambino che non ho mai ben capito come ma ti aiuta) per far si che l’odio e la violenza prendano una piccola pausa, so che è difficile ma se si crede nei miracoli non è impossibile… perfavore regala un natale sereno alle persone di Isiolo se lo meritano! ti allego una lettera che ho dovuto scrivere l’anno scorso quando ero come ora seduto in camera in stampelle cosi ti rinfreschi un pò la memoria! prometto che se lo fai quest’anno doppia razione di biscotti e latte ma stai attento al colesterolo vecchio furbone!

“Ciao Guido( giornalista). Sono Alessandro. Mi spiace scriverti soltanto in un occasione così triste. Ti scrivo un breve riassunto di cosa è successo: la sera del 30 dicembre mi hanno chiamato dal Kenya dicendomi che nella città dove abitano la mia ragazza e molti cari amici era scoppiata una rivolta. Abbiamo passato la notte nel panico perchè i telefoni in quella zona erano fuori uso, non sapevamo chi dei nostri amici ce l’avesse fatta. la mattina seguente sono riuscito a sentire per telefono la mia ragazza che era distrutta per aver passato la notte nascosta in casa e in quel momento stava cercando di spostarsi un una zona della città più sicura. Da quanto mi e stato detto i morti sono all’incirca 20 tra cui sicuramente un bambino piccolo e due miei amici! è stata assaltata una chiesa che la gente usava come rifugio , una missione e vari pozzi della croce rossa!la cosa terribile è che il governo è intervenuto a massacro finito. Il tutto è stato causato da problemi politici legati alle future elezioni che ovviamente si mescolano a motivi economici sulla zona la stampa ovviamente a sorvolato sull’avvenimento. Il nostro terrore è che questo possa riaccadere a breve. Abbiamo pensato che un interessamento della stampa estera obbligherebbe il governo a intervenire nella zona. Scusami se ti disturbo e t scrivo questo messaggio senza punti ne virgole, ma ho passato tre giorni pensando di non rivedere più molti miei amici e sono un po scosso!  grazie davvero tanto per l’interessamento!! Alessandro”

A colpi di panga

Dalla terrazza del tetto ripenso alla serata di ieri.

Sono le 18:00, inizia il tramonto,

dal mare giungono gli ultimi pescatori con il loro carico di pesce,

le onde si infrangono sulla scogliera, bianche, spumeggiano,

gli ultimi lasciano la spiaggia,

nelle cucine è l’ora dei cuochi, si inizia a spentolare,

le cameriere iniziano a prendere le prime commesse,

il suono dei tuc tuc si disperde silenziosamente nell’aria,

la luce del faro si accende,

uno stormo di aironi mi sorvola la testa,

non posso far altro che seguirli con incanto,

cinque grossi corvi neri mi fanno compagnia, gracchiando,

il vento soffia forte,

il colore del cielo cambia velocemente,

rosso, arancione, giallo

e poi più nulla,

se non un vecchio e oramai lontano ricordo

della vorticosa e roteante lama

assetata di benessere.

Il panga.

by gabriele

Il canto delle sirene

Oggi finalmente ci siamo tutti ritrovati a parlare del viaggio al Lago Turkana.

Io, Tony, Lilli e finalmente Simone, perché fino a Malindi la sua presenza è stata minima, è stata volontaria la sua scelta.

Questo ha permesso a me di conoscere ed affrontare autonomamente la cultura locale, addentrandomi in pieno in quelli che sono i ritmi, le abitudini locali, i pericoli.

È stata una tecnica di insegnamento diretta, molto veloce nella sua efficacia, perché senza filtro ne censura.

La voce di Simone è sempre ben ascoltata e adsorbita interamente, data la sua lunga esperienza e competenza in questa terra africana. Mi farebbe piacere che la presenza di Simone sia più costante.

Ho fatto molte esperienze in prima persona qui a Malindi, forse l’assenza di Simone voleva condurmi proprio a questo, a vivere in primis l’atmosfera che si vive qui con tutte le sue sfumature, dal bianco al nero.

Ho incontrato molte prostitute, le ritrovi in ogni angolo della città.

Non mi sono alzato e andato via, ho deciso di ascoltare il perché queste persone abbiano motivo di fare questo “lavoro”.

Ho trascorso parte del mio tempo ad osservare come coinvolgono i loro clienti perlopiù maschi over 50 e come la frequenza di donne sopra i 50 anni con bei ragazzi di 25 batta numericamente i primi.

Uno dei motivi per la quale queste ragazze, 22enni, sono indotte a prostituirsi è per mantenere una famiglia composta da 1-2 figli, monca del padre, che le ha abbandonati, pagarsi l’affitto e la spesa quotidiana, hanno bisogno di soldi facili.

La maggior parte di loro, sognano di evadere dalla propria realtà tramite la congiunzione con un turista “muzungu”, tutte pensano che essere bianco sia sinonimo di soldi e benessere cosa che a loro manca assolutamente.

Questo gioco è molto pericoloso perché queste ragazze possiedono una bellezza ed una femminilità molto spiccata.

Ho sentito spesso parlare Simone di persone che hanno firmato assegni con cifre molto importanti e hanno fallito progetti perché si sono affidate a loro. Poi col tempo mi sto accorgendo che quello che ho sentito è vero e mi sono meravigliato della superficialità e stupidità di queste persone che si sono lasciate abbindolare così facilmente…

 Odissea, canto XII, Omero

 … Navigherete; ma il cammino, e quanto

Di saper v’è mestieri, udrete in prima,

Sì che non abbia per un mal consiglio

Grave in terra, od in mare, a incorvi danno.

 

Alle Sirene giungerai da prima,

Che affascìnan chïunque i lidi loro

Con la sua prora veleggiando tocca.

Chïunque i lidi incautamente afferra

Delle Sirene, e n’ode il canto, a lui

Né la sposa fedel, né i cari figli

Verranno incontro su le soglie in festa.

Le Sirene sedendo in un bel prato,

Mandano un canto dalle argute labbra,

Che alletta il passeggier: ma non lontano

D’ossa d’umani putrefatti corpi

E di pelli marcite, un monte s’alza.

Tu veloce oltrepassa, e con mollita

Cera de’ tuoi così l’orecchio tura,

Che non vi possa penetrar la voce.

Odila tu, se vuoi; sol che diritto

Te della nave all’albero i compagni

Leghino, e i piedi stringanti, e le mani;

Perché il diletto di sentir la voce

Delle Sirene tu non perda. E dove

Pregassi o comandassi a’ tuoi di sciorti,

Le ritorte raddoppino ed i lacci.

Poiché trascorso tu sarai, due vie

Ti s’apriranno innanzi; ed io non dico,

Qual più giovi pigliar, ma, come d’ambo

Ragionato t’avrò, tu stesso il pensa.

Nasce una riflessione, perché queste ragazze ci odiano cosi ? Ho chiesto ad alcune di loro a quale età hanno iniziato questo lavoro, alcune di loro a 11-12 anni, dopo la scuola, andando nelle spiagge a cercare turisti da spennare come polli.

Ora queste persone sono cresciute, sono diventate mamme o avvocati o manager e stanno solo aspettando che un turista bussi alla loro porta.

Questa si chiama prostituzione minorile e fa male a chi la riceve, dovrebbe assolutamente entrare nella testa della gente che non dovrebbe esistere.

Sono passati 13 gg dal mio arrivo e mi accorgo che sono in un luogo che mi sta regalando tante emozioni e tante consapevolezze di questo piccolo pezzo d’Africa. Nel frattempo mi sto preparando psicologicamente al viaggio per il Lago Turkana.

Carlo, un professore di lettere delle scuole medie, mi ha raccontato come è stato il suo viaggio al lago insieme a Simone, circa un anno fa. E’ un vero piacere sentirlo parlare è cosi bravo nel raccontare, cogliendo attimi di vita descritti con sublime stile.

Sono sempre più anelante del giorno della partenza e contemporaneamente ho timore e rispetto delle cose che potrò vedere in questo viaggio e dell’esperienza di questo progetto.

by gabriele

Fisherman’s day – Giornata da pescatore

Domenica 7 ottobre, Silver sands – Malindi

Ore 6:00 – sveglia mattutina

Ore 7.00 – trasbordo dalla barchetta di legno alla barca da altura dei pescatori

Ore 7:30 – Inizia la navigazione verso l’infinita distesa blu dell’oceano indiano, sulla nostra in confronto, minuscola barchettina bianca, carica, fino ai denti, di 10 canne da pesca a strascico, rapalà, fili di tutti i diametri, pescetti finti, cibo, acqua e tanta pazienza.

Una volta salpati, adrenalinici per questa nuova ed entusiasmante esperienza di pescatori, dirigiamo il nostro sguardo verso questa inquantificabile distesa blu, spumeggiante di onde e dai mille riflessi dorati.

Fa caldo tanto caldo, solo la brezza marina ci allieta e, a volte, l’acqua dell’oceano che si stampa sulle nostre guance.

Dopo un iniziale momento di gioia (20 minuti max) i nostri stomaci ci chiedono aiuto, tutti noi a parte Simone e i due pescatori, alziamo bandiera bianca, un unico senso ci accomuna tutti quanti…un senso di nausea furibonda…

Chi come me cerca di farsi il suo piccolo spazio vitale per resistere al meglio,  o perlomeno dignitosamente a questa esperienza, che come riporterò pubblicamente a tutti non so se la rifarei una seconda volta.

…Oddio non è stata la mia esperienza vissuta in prima persona in mare aperto, ricordo la città di Strongoli marina, in Calabria, dove io con due amici in un caldo pomeriggio di agosto, corremmo in negozio a comprare tutto quello che serviva, ami, fili, piombini, coreani e per non farci mancare nulla 3 ombrelloni da spiaggia…ecco cosi che dalla spiaggia la gente poteva scorgere in lontananza 3 cose tondeggianti uscire da una barchettina…certo era il mar Ionio del tutto diverso dall’oceano, solo ora me ne rendo conto…

Ore 13:00 Rischiamo quasi di prendere due bei tonni da 50 e 70 kg l’uno, che  però all’ultimo decidono di tagliare la corda.

Ore 15:00 Sempre più provati dal viaggio e con il pescato pari a zero tondo tondo ci guardiamo in faccia ed è in quel momento che mi torna in mente una canzone del buon Max Pezzali…”tutti a casa con le pive nel sacco”…e si, è andata proprio cosi…

Ore 16:00 Sbarco sulla terraferma, ah che sollievo…che bella sensazione

e la sera dinanzi al computer, per rispondere alle mail, la mia testa era in un perenne moto ondoso accompagnato da sensi di nausea, solo una buona dormita ha potuto rimettermi in sesto…

Morale 1: preferisco comprare il pesce

Morale 2: pescare nell’oceano è un terno al lotto

Morale 3: dal 7 ottobre, quando mangio pesce, mi ritorna in mente tutto ciò

by Gabriele

Giorni di scuola !!!

Ciao a tutti dalla ridente cittadina di Malindi beach in Kenya. Vi scrivo or ora, mentre mi ascolto Young the giant, Cough Syrup, dopo due giorni senza corrente elettrica, a parte il rischio di gran scivoloni sulle nostre 1000 rampe di scale fatte al buio e l’assenza di comunicazione col mondo esterno, vedi internet (mail, blog) non abbiamo avuto grandi problemi, ah stavo quasi dimenticandomi il contenuto del frigo, bè non c’era granchè dentro 1/4 l di latte…c’è andata benone 😉

Questi per me sono gli ultimi giorni qui a Malindi, a breve, inizio di settimana prossima, mi sposterò, facendo alcune tappe intermedie, Nairobi, Isiolo, etc, presso il villaggio Loyangalani sul Lago Turkana, dove realizzerò il progetto Idroponica per Catholic Mission’s Consolation of Fr. Andrew Ndirangu. Nel frattempo si studia, si pensa, si organizza il materiale, il tipo di trasporto, i costi, etc.

Colgo l’occasione in questo articolo per ringraziare tutti voi che ci seguite quotidianamente, siete sempre più numerosi e che ci sostenete con i vostri commenti e mail. Grazie di cuore 🙂

Il prossimo obiettivo è di creare la versione inglese del blog, per tutti i nostri amici international, interessati a seguirci.

Pubblico di seguito alcune foto delle piccole pesti, che ho avuto l’onore di aiutare nei loro compiti.

Lorenzo

Shem, Mustafa e Lorenzo Katoi

Hellen, Shem e Mustafa

Katoi & Me

Pensieri da Milano

 

Certe volte parlando, ti trovi a dover raccontare il motivo della nostra scelta.

Perché mollare tutto e decidere di partire per un posto come il Kenya?

Non hai paura?… e se ti sparano??

Come fai a vedere un futuro dove la gente muore di fame?

Sono solo un po’ delle domande scomode a cui ti tocca rispondere! La cosa che mi turba è che molte persone non capiscono il vero motivo che ci spinge a fare tutto questo! A noi non interessa che la gente ci faccia complimenti per quello che facciamo, per noi e più importante che le persone capiscano il messaggio che c’è dietro i nostri progetti e a tutto il resto. So che non è facile da capire ma ,no non ho paura che mi sparino, io e gli altri non abbiamo paura di vedere la gente soffrire, perché quella “gente” sono persone esattamente come me o te che stai leggendo! A noi fa molta più paura vederle sul tg della sera e scordarcele dopo un piatto di pasta!

Sono scelte: c’è chi decide di vivere dietro una scrivania e una tv , noi abbiamo deciso di non farlo, tutto li!

Credo che nella vita ognuno debba trovare la sua strada e la nostra è sterrata e polverosa.

Non importa il posto in cui decidi di stare l’importante è credere che le cose dovunque tu sia possano cambiare in meglio.

In quel posto che mette tanta paura alle tv io ho trovato amici sinceri, un lavoro, l’amore e la voglia di fare qualcosa di buono nella vita.

Non so dove mi porteranno le mie scelte o se siano giuste o sbagliate ma sono convito che ovunque tu sia nel mondo :                                “Amor, ch’a nullo amato amar perdona” (l’amore porta amore). La tra miseria e fucili credo che la gente ascolti più il cuore rispetto che nella grigia Milano dove tutti sembra abbiano le orecchie tappate.