L’invasione degli Ultraforni

Sfrutto mio padre. Lo utilizzo come ricettatore: faccio recapitare a lui tutto quello che il mondo mi manda, e in genere ne ottengo collaborazione e facce stralunate. Non capisce quel bendiddio di vini, paste, conserve, olio che mi arriva, e soprattutto non capisce perchè non ne lasci a lui una cospicua porzione. Provo a spiegare il perchè di quell’abbondanza, con alterna fortuna.

Oggi mi ha chiamato, rimproverandomi perchè non rispondevo al telefono. Come quando ero piccolo ho farfugliato qualche scusa, tanto è inutile spiegare che normalmente al telefono di casa non rispondo. Perchè a casa non ci sono, sennò i corrieri li potrei far arrivare da me. Stavolta il messaggio era “E’ arrivato il forno!” , con una certa enfasi sul punto esclamativo perchè il pacco era grosso, molto grosso. In effetti l’imballaggio supera di gran lunga l’idea che mi si era fissata in testa, a proposito di imballaggi per un microonde. L’ultimo che ho portato a casa, vent’anni fa, non era nemmeno imballato.

Imballato e pesante, con questo caldo ho quasi perso l’uso della ragione a salire la rampa di scale che mi porta in casa, ma la stazza è di buon auspicio. Il forno infatti, durante il parto che lo catapulta fuori dallo scatolo, dà una generale sensazione di robustezza e cura costruttiva. Solo lo sportello vibra di una certa leggera plasticosità, seppur gli accoppiamenti siano micrometrici. Anche gli accessori regalano buone sensazioni: mel materiale compatto, privo di quell’allure-paccottiglia che spesso gli utensili accessori da cucina regalano. Bella pulizia dello stampo, design sobrio e funzionale.

Occorre tanto spazio per il “Jet”. L’alveo del vecchio fornetto non lo regge nemmeno per scherzo. Dunque arrancando nella calura faccio posto, anche se occorre un mezzo trasloco nella sovraffollata cucina. Alla fine, sfinito ma felice, trovo una buona sistemazione. Il gelo scende su di me quando rilevo che il corto cavo d’alimentazione A) termina con una temibile spina Shuko B) non arriva alla presa più vicina. Dovrò lavorare di prolunghe realizzate sartorialmente. Conosco un pusher che mi può aiutare.

Sfoglio il materiale cartaceo: lindo ma piuttosto avaro di indicazioni pratiche di cottura, anzi laconico per certe preparazioni. Si dovranno fare molti esperimenti, e siamo qui per questo. Manca il solito libretto di ricette bislacche con la majonese e il viteltonè, e questo è un punto di merito per la Whirlpool.

Ora vado a cercare un punto d’appoggio per sollevare il mondo. La leva ce l’ho già

Informazioni su Stefano Caffarri

Stefano Caffarri di "Appunti di gola" (www.appuntidigola.it) : 49 anni, dirigente di una Casa Editrice per cui si occupa di Internet e Servizi Digitali, e per questo gira l'Italia in lungo e largo. Appunti Digòla esiste dal 2007, ma raccoglie scritti anche precedenti. AdG è stato scelto come miglior blog nella categoria [vino] nel 2010 da Squisito Blog Cafè. Occasionalmente scrive di ristoranti, vino e cibo anche per altre testate on line.
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7 risposte a L’invasione degli Ultraforni

  1. Ady scrive:

    E’ meraviglioso, non vedo l’ora di vedere cosa ci cucinerai 😉

  2. Fabien scrive:

    Rosico. Non c’era spazio per un ottavo blogger? 🙁

  3. Dan Lerner scrive:

    Ad maiora, mio creativo amico. Non possedendo (nemmai sinora) un microonde, la tua opera sarà per me dirimente.
    P.S.: la foto mi ha rammentato di primo acchito il casco di Neil Armstrong sulla luna…

  4. mi tremano i polsi e le vene…

  5. Pingback: appunti digòla » Blogger al forno | Storie della storia del Jet Chef Premium Whirlpool

  6. Ady scrive:

    Ahahahahah Fabien ha detto quello che tutti hanno pensato ;)))

  7. Pingback: Appunti di gola, 18/07/2010 « La Gazzetta del Pallido

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