Taglio cesareo: i casi in cui è raccomandato

Quando è meglio il taglio cesareo

Quando è meglio il taglio cesareo

In Italia si discute di uso e abuso del taglio cesareo al momento della nascita. È una polemica legata soprattutto al sistema dei rimborsi che ottengono i diversi ospedali da parte del Servizio sanitario: un intervento chirurgico ottiene un rimborso più alto.

All’ospedale Del Ponte di Varese, il numero dei cesarei varia a seconda che si sia in presenza di gravidanze fisiologiche o patologiche, nelle prime il ricorso ad intervento chirurgico è sicuramente modesto ( solo il 6,6% dei casi) , mentre sale molto in caso di patologia ( il 41% delle gravidanze considerate patologiche).

Il grande divario è legato proprio alla casistica dell’ospedale, centro di terzo livello, a cui arrivano casi difficili da seguire per le complicanze legate alla condizione pre esistenti o successive della madre.

I casi in cui si deve intervenire chirurgicamente, però, sono ben indicati: situazioni in assenza delle quali si favorisce e promuove il parto naturale.
Si procede al taglio cesareo elettivo ( non vi rientrano dunque i cesarei legati a urgenze dell’ultimo momento) :

1) alla 39esima settimana se il bambino è podalico, cioè non si presenta con la testa in basso e non si è riusciti a capovolgerlo con il rivolgimento per manovre esterne a 37 settimane .

2) alla 38/39esima settimana se la donna è precesarizzata, cioè se ha subito uno o più parti chirurgici pregressi oppure è in esiti di miomectomia

3) alle 38esima settimana se si ha una gravidanza gemellare bicoriale biamniotica, cioè i feti hanno due placente distinte e si sviluppano in due sacche distinte,

4) si anticipa alla 35-37 settimana se la gravidanza gemellare è monocoriale, biamniotica,  cioè i bimbi sono nutriti da una solo placenta ma si sviluppano ognuno in una propria in sacca. Si attende, però solo se non si registrano complicazioni. Alla stessa data, si interviene in caso di placenta previa marginale, che si verifica quando si hanno anomalie di placentazione (la placenta si trova molto vicino all’orifizo uterino interno senza raggiungerlo), oppure nei casi di donne positive all’Hiv

5) Si interviene alle 36esima quando la gravidanza gemellare è bicorale e biamniotica ma complicata da fattori diversi

6) Alla 35esima settimana viene fissato il taglio cesareo elettivo se la placenta previa è centrale cioè copre interamente l’orifizio uterino

7) alla 32-34esima settimana se la donna è in attesa di tre gemelli che si sono sviluppati in placente distinte (tricoriale e triamniuotica)

8) alla 32esima se la gravidanza plurigemellare è monocoriale e monoamniotica. 

Sono casi che vengono seguiti con attenzione dall’ambulatorio della gravidanza  patologica. Un parto naturale è sempre da preferire in condizioni di fisiologia e la madre, anche se spaventata, va sempre rassicurata riguardo la possibilità di affrontare questo momento e di riuscire a superarlo nel migliore dei modi con ottime ricadute anche sulla propria autostima.

In presenza di patologia, invece,la situazione cambia radicalmente. Non si può assolutamente far correre nessun rischio alla mamma o al bambino, tanto più quando fattori di rischio o vere e proprie patologie sono stati individuati già nel corso della gravidanza. In tali condizioni un parto per le vie vaginali comporterebbe numerose conseguenze e rischi da bilanciare e anzi superare quelli legati all’intervento chirurgico programmato.

Ecco perchè gli specialisti preferiscono intervenire chirurgicamente: anticipando la data del parto ed evitando la sofferenza del momento espulsivo con maggiori certezze delle condizioni di salute del bimbo/bimbi e della madre.

11 pensieri su “Taglio cesareo: i casi in cui è raccomandato

  1. Parliamo anche di brevità assoluta del funicolo mai diagnosticata da una, a detta di molti, grande luminare in materia, in Varese, a cui, da parte nostra, in ambito di normale controllo gestazionale, sono state corrisposte molteplici ed onerose parcelle che non hanno avuto nessuna valenza se non quella di aver “collaborato” alla nascita della nostra piccolina che per anossia cerebrale di pochi minuti al momento del parto sarà per sempre una ritardata con difficoltà psico-motorie gravi.

    • “Il commento è in attesa di moderazione” la dice lunga sulla valenza dell’articolo che per leggere comprensivo di eventuali commenti comporta l’opzione “continua a leggere” cioè non lo leggerà nessuno. Non ha importanza, L. crescerà serena.

      • Capiamo la sua amarezza un po’ meno la sua rabbia nei nostri confronti. Il suo commento è stato approvato perchè è giusto ricordare che a volte la gioia viene offuscata e quotidianamente tutti devono vivere la maternità con grande attenzione. Non possiamo e vogliamo entrare nel merito della sua vicenda, ma la sua storia è indubbiamente rilevante. Grazie

  2. Sono padre di due bimbe nate cono cesareo, la prima al Ponte presso la divisione B e la seconda a Roma in una clinica privata.
    Il primo parto doveva essere naturale ma la mamma era molto stretta di fianchi e la bimba di 3900gr… Non voleva uscire ed aveva la fronte rivolta in alto. Fu mia moglie ad esigere il cesareo, sfinita da un travaglio di 12 ore.
    Il secondo parto venne programmato ed é stata una passeggiata.
    Il vero problema del cesareo al Ponte é rappresentato dalla poca flessibilità del reparto di pediatria che, sin dalla prima notte, insistette perché la bimba venisse allattata al seno.
    Mia moglie non ha dormito per due notti,il latte non gli é mai arrivato e la bimba, affamatissima le ha prima spaccato i capezzoli e poi rifiutato il seno che non la sfamava. Ha smesso di piangere quando al terzo giorno le abbiamo dato il latte formulato e da li é cresciuta a forte e sana.
    Con la seconda, nella clinica di Roma, tutto é andato secondo i nostri piani e mia moglie, dopo aver dormito la notte e attaccato per brevi periodi la bimba… Ha avuto pure la montata lattea!
    Se partorite al Ponte non abbiate paura di chiedere il latte formulato per il vostro bambino, nei primi giorni di vita del piccolo la parte piú delicata della famiglia é la mamma ed é a lei che occorre pensare. Anche dando al piccolo il latte formulato (piú nutriente e soddisfacente) e lasciando la neo mamma riposare un pó!

  3. Il cesareo pregresso NON costituisce indicazione al cesareo, tantomeno a 38 settimane!!! Nemmeno tutte le gravidanze gemellari!
    I protocolli andrebbero redatti dopo aver letto le Linee Guida più aggiornate, è chiedere troppo?
    Si parla poi di sofferenza del momento espulsivo… ma parliamo anche della prematurità iatrogena per cesarei programmati troppo presto, e dei rischi connessi al cesareo, per madre e bambino!
    Grazie per l’articolo. Utilissimo per… decidere di partorire altrove.

  4. Io vado un po contro corrente rispetto agli altri commenti. Ho partorito al Del Ponte ad ottobre con cesareo d’urgenza dopo 18 ore di travaglio iniziate con induzione perché il mio bimbo proprio non voleva nascere. A parte la decisione secondo me tardiva nel procedere con il taglio, sono molto contenta di aver partorito a Varese. Se avrò un secondo figlio penso di partorire ancora qui perché la dolcezza e professionalità del personale che mi ha seguito mi ha aiutata moltissimo nei primi giorni da neomamma sia a livello fisico che a livello psicologico.

  5. Salve,vorrei sapere io in che caso rientrerei.Ho già 8 bimbi nati sani da gravidanza singole ,3 parti spontanei,5 cesarei.Il mio ginecologo mi ha prospettato tutti i rischi tra i quali,la rottura dell’utero.Io adesso sono a 31+2 e tutto va bene tranne qualche contrazione non dolorosa,ma il mio ginecologo,nonostante i rischi che corro,è del parere di programmare il cesareo a 37+1.
    Io resto perplessa poiché il mio caso è contornsto da più fattori di rischio…Secondo voi non è consigliabile anticipare ulteriormente la data del mio cesareo?grazie,cordiali saluti..

    • Chiedo scusa,ho omesso di dire una cosa molto importante.Ques’ultima è una gravidanza gemellare biamniotica bicoriale…..

      • La domanda, molto specifica, richiederebbe un’analisi più approfondita del quadro clinico. Non c’è, dunque, nulla da aggiungere a quanto ha consigliato il ginecologo di Bari. Non è proprio possibile esprimere un parere generico su un caso così particolare come una gravidanza gemellare dopo 8 gravidanze di cui 5 tagli cesarei.

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