Il reparto “invisibile” che cura i bimbi prematuri

La Tin dell'ospedale Del Ponte

La Tin dell’ospedale Del Ponte

«Non avrei mai pensato che esistesse un reparto simile». Quante volte i genitori che hanno dovuto utilizzare il reparto di Neonatologia-TIN (terapia intensiva neonatale) hanno avuto questo pensiero. È un reparto “invisibile”. Una di quelle realtà presenti, segnalate, ma che gli occhi fanno fatica a mettere a fuoco. Venti culle ospitate al piano terreno dell’ospedale Del Ponte. Qui arrivano tutti i bimbi prematuri sofferenti del territorio: « La Regione ci ha assegnato il ruolo a livello provinciale – spiega il primario della neonatologia e della TIN Massimo Agosti – Abbiamo un’ambulanza attrezzata con un’ incubatrice da trasporto operativa 24 su 24 ore.  Nel nostro Ospedale assistiamo, oltre a tutti i neonati sani, anche tutti quei neonati che sono prematuri, oppure affetti da difficoltà alla nascita,  con malformazioni o  problemi chirurgici, non solo nati al Del Ponte, ma anche in tutti gli altri punti nascita del nostro territorio, ovvero Cittiglio, Angera, Gallarate, Busto Arsizio e Tradate».

Il primario della Neonatologia e TIN all'ospedale Del Ponte Massimo Agosti

Il primario della Neonatologia e TIN all’ospedale Del Ponte Massimo Agosti

Questi neonati rappresentano circa l’8-10% della totalità dei nati: « Ogni persona è preparata ad affrontare la gravidanza a termine e il parto fisiologico – spiega Agosti – Ed è giusto che sia così perchè la gravidanza non è una malattia ma una condizione. Quando il bimbo nasce “patologico”, si apre un mondo completamente diverso. Le ansie relative all’allattamento, al bagnetto, al pannolino, improvvisamente svaniscono e nuove preoccupazioni emergono. Madre e padre vengono catapultati in una dimensione sconosciuta. Il progetto pensato e cullato per mesi, viene stravolto: il neonato viene portato in un reparto diverso dalla mamma (la Neonatologia_TIN appunto), preso in carico da medici e infermieri, collocato in una incubatrice e spesso collegato a macchine attraverso tubi e cannule».

Dopo l’iniziale sconcerto, comincia il cammino dei due genitori che rimangono in bilico, aggrappati a discorsi medici che si fa fatica a comprendere: « In questa fase, il padre assume un ruolo centrale – commenta il primario – è lui il primo a scendere nella TIN. A lui per primo si spiega la situazione, si forniscono gli strumenti per imparare a gestire il complesso momento. Insieme al padre, poi, il neonatologo riferirà alla madre, che attende nel suo letto di ostetricia e che, non appena sarà in grado di poterlo fare, verrà poi a conoscere e a trovare suo figlio».

La culletta termica

La culletta termica

Il momento della consapevolezza è molto delicato, per questo, in reparto lavora anche una psicologa dedicata, la dottoressa M. Elena Bolis: « Noi dobbiamo fare in modo che dallo sconcerto iniziale emerga gradualmente la consapevolezza del proprio ruolo, fondamentale e terapeutico per il proprio bambino. La cura, infatti, pur essendo principalmente medica ed infermieristica, vede una componente psicologica-relazionale importante: si parla di tecnologia e scienza ma anche di affettività. Padre e madre vengono invitati ad essere presenti accanto al bimbo fin dai primissimi momenti di ricovero in Terapia Intensiva, incoraggiando il contatto precoce e il progressivo recupero della relazione, interrotta così bruscamente dal parto prematuro».

In reparto è attivamente presente l’associazione “Tincontro”, nata dalla volontà di alcuni genitori di aiutare quanti si trovano ad affrontare l’esperienza della  prematurità: « Il nostro ruolo è estremamente delicato – spiega Daniele Donati, presidente dell’Associazione “Tincontro” – visto che operiamo in una terapia intensiva neonatale dove l’emotività e i vissuti dei genitori sono spesso molto forti. In sinergia con il personale del reparto, abbiamo pensato di promuovere iniziative differenziate per supportare il lavoro degli operatori e i vissuti dei genitori: dall’ acquisto di attrezzature, al sostegno della formazione, al progetto di assistenza domiciliare».

La terapia intensiva neonatale è quindi uno spazio di grandi tensioni e forte emotività. I medici e gli infermieri lavorano cercando il giusto equilibrio tra aspettative e qualità della vita, eutanasia passiva e accanimento terapeutico: « Dobbiamo sempre cercare il bene del paziente – commenta Agosti – ovvero il suo miglior interesse, avendo presente l’ambiente e le condizioni di vita. Viviamo in un contesto, quello attuale, ad alta tecnologia, per questo ogni scelta va ponderata attentamente».  Parliamo di bimbi che nascono anche sotto il chilo, piccolissimi esseri viventi che lottano con tutte le forze: « Le condizioni di intervento sono diverse a seconda delle cause di prematurità: possono esserci casi legati alle condizioni fisiche del feto, che nasce con una fragilità più accentuata, e casi legati ad insufficienza della placenta. I motivi sono diversi: possono essere legati all’età materna o a difficoltà di riproduzione pregressa, a infezioni che intervengono, piuttosto che a uso di sostanze. Ci possono essere anche cause genetiche o idiopatiche cioè sconosciute alla scienza».
La prematurità, inoltre, è legata all’età della nascita: ogni settimana  che passa è fondamentale per aumentare le probabilità di sopravvivenza. Tra la 24esima settimana di gestazione e la 26esima ci sono grandi diversità e aspettative.

In quasi 30 anni di attività, il dottor Agosti ha conosciuto tante storie, diverse e drammatiche. Ha visto lo sviluppo della tecnologia e l’aumento delle possibilità di salvare i prematuri. Ha lottato perché si aumentassero gli strumenti ma anche le diverse professionalità al servizio di neonati e genitori.

Nel futuro reparto di Neonatologia-TIN all’ospedale Del Ponte, le culle della TIN dovrebbero aumentare a 30 con spazi differenti a seconda della gravità della situazione. Una cosa, però, il primario sa per certo: «Continueremo a lottare per difendere l’importanza della cultura della nascita, sia in condizioni di normalità sia e –soprattutto- in condizioni di patologia, quindi di difficoltà».

14 pensieri su “Il reparto “invisibile” che cura i bimbi prematuri

  1. Buongiorno, sono mamma di un bambino nato al Ponte 2 anni fa…pur non avendo avuto la necessità sono a conoscenza di questo reparto e ammiro la passione, premura e affetto che ogni singolo “professionista” regala ai bimbi e ai loro genitori in un momento transitorio particolare…nello stesso tempo sono vicina e ammiro la tenacia e il coraggio di questi genitori che affrontano consapevoli e sicuri questo percorso…

  2. A loro devo la vita di mio figlio Yuri … allora nato alla 26a settimana ( 21/06/2006), 900 grammi, era poco più lungo della spanna della mia mano… 3 lunghi mesi di sofferenza passati in quel reparto nella speranza che sopravvivesse, non avendo i polmoni completamente formati… Ma professionalità, competenza e amore di ogni singola persona che opera nel reparto ” invisibile”, hanno fatto si che oggi il mio piccolo Yuri è diventato un bellissimo ometto di quasi 8 anni. Sono meravigliosi, fantastici… e hanno seguito il bambino fino al compimento del 3°anno di età … solo a scrivere queste poche parole e il ricordo di quei mesi, mi hanno fatto venire le lacrime agli occhi, non mi basterà una vita per esprimere a tutti loro la mia riconoscenza e i miei GRAZIE.

  3. Ciao a tutti, sono mamma di Alessandro nato il 24 ottobre 2013 alla 26 esima settimana pesava 960…Non sapevamo assolutamente dell’esistenza del reparto ma la nostra esperienza li è stata assolutamente positiva, dura da una parte ma favolosa dall’altra. Personale adeguato cordiale esperto ma soprattutto di cuore. Grazie a tutti

  4. Sì, tutto bello e tutti bravi, quando le cose vanno bene… Ma appena si va oltre a quella che ormai è normale amministrazione, si scoprono le incompetente, e parlo soprattutto di chi guida il reparto

    • Caro signore lei nn sa minimamente che cosa vuol dire prendersi cure dei bambini prematuri…se lei nn ha avuto pazienza specialmente quando dicono brutte notizie… Loro sono gli angeli della terapia intensiva compreso tutti i medici!sono stata ben 5 mesi dentro xché c’era mio figlio di 26 settimane e con grave emoraggia celebrale e devo dire che sono stati dei grandissimi xché nn hanno mai smesso di credere nelle potenzialità di mio figlio!! Ora è un bel bambino di 9 mesi! Quindi nn deve assolutamente i medici!!!!!

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  6. LEGGENDO IL VS.ARTICOLO MI TROVO D’ACCORDO SU TUTTO.
    HO CONOSCIUTO IL REPARTO 3 ANNI FA QUANDO MIO NIPOTE MATTEO E’ STATO CURATO AMOREVOLMENTE DA TUTTO IL PERSONALE PRESENTE.
    ORA E’ UN BIMBO SIMPATICAMENTE VIVACE E IN OTTIMA SALUTE!!
    E’ STATA UN’ESPERIENZA DAI TONI FORTI E TALVOLTA INCERTI MA IL SUCCESSO FINALE RIPAGA DI TUTTO!!!
    GRAZIE DI CUORE.

  7. Sono una mamma di una bimba di 10 anni nata al del ponte e prematura tutti bravissimi ottima struttura e personale molto qualificato mi sono trovata davvero bene

  8. BUONGIORNO A TUTTI LEGGENDO L’ARTICOLO MI VIENE LA PELLE D’0CA SONO LA MAMMA DI NICOLAS NATO IL 22 AGOSTO 2013 DI 24+5 SETTIMANE 715 GR ERO AL CORRENTE DEL REPARTO DI NEONATOLOGIA,MA FINO A QUANDO NON SEI NELLA SITUAZIONE NON SI CAPISCE FINO IN FONDO,ABBIAMO PASSATO 3 MESI DI ANSIE E PAURE DI SPERANZA CHE IL NOSTRO PICCOLO LEONCINO SOPRAVVIVESSE,SICCOME TRA IMMATURITA’ DEI POLMONI E VARIE COMPLICAZIONI E RIUSCITO A VIVERE,QUESTO GRAZIE A TUTTE LE PERSONE CHE OPERANO NEL “reparto invisibile”A PARTIRE DAI MEDICI ALLE INFERMIERE CHE GRAZIE ALLA SUA PROFESSIONALITA’ E AMORE CHE HANNO PER QUESTI PICCOLI LEONCINI .ORA LUI STA BENE VIENE SEMPRE SEGUITO DA LORO NELLE VISITE E QUESTA E’ UNA COSA MOLTO BELLA E RASSICURANTE,QUANDO HO VISTO ARTICOLO MI SONO EMOZIONATA TANTISSIMO E MI SONO SENTITA DI SCRIVERE DUE PAROLE PER RINGRAZIARE DI TUTTO PER QUELLO CHE AVETE FATTO A MIO FIGLIO NON SMETTERO’ MAI DI RINGRAZIARVI..GRAZIEEEEEEE A TUTTI

  9. Il “reparto invisibile” è una realtà fatta di persone che lottano e ti danno coraggio! Medici, infermieri, tutti… persone che condividono gioie e dolori, con umanità, professionalità, come tutti coloro che ho avuto il piacere di conoscere e di incontrare dal 2006 ad oggi che lavorano all’ospedale Del Ponte! Dott.ssa Lischetti, dott.ssa Bolis, dott. Agosti, dott.ssa Sgobbi, don Roberto, e tutti, tutti, non finirò mai di ringraziarvi, per tutto quello che avete fatto per me, e per i miei Angeli! Grazie di cuore! Come ho detto il giorno delle dimissioni: ” grazie a Voi tutti, perché sono stata ‘coccolata’ dagli Angeli!”

  10. La vita mi ha offerto l’occasione di conoscere questo reparto quando è nata , sette anni fa Giorgia.Non dimenticherò mai l’odore che si poteva respirare appena entrati nel corridoio, le mani rovinate dai continui lavaggi con il sapone disinfettante dell’ospedale , il frigorifero dove riporre il latte, l’ansia in attesa che mi aprissero la porta e le mille paure. Non dimenticherò mai la gentilezza dei dottori, il sorriso rassicurante delle infermiere ,la cura con cui tutti si sono presi cura di noi.Secondo me è un reparto d’eccellenza. Grazie alla Tin di Varese dalla mamma di Giorgia , nata nel 2006 a 29 settimane peso 960 gr. ; ora una bambina bella , vivace e intelligente !

  11. 10 marzo 2014,alle ore 09:44 è nato il mio francesco,con parto cesareo,visto solo per pochi secondi,per poi rivederlo la mattina dopo nel reparto di neonatologia TIN dell’ospedale del ponte di varese,chiuso in una culla termica con sonde,catetere ombelicale,avvicinarmi e non poterlo toccare,una mano mi ha accarezzata e rassicurata ,un’infermiere del reparto,
    quel campanello quelle porte che mi separavano da lui,ogni giorno ad ogni ora anche della notte io scendevo a fatica mi tiravo il latte,e velocemente gli davo una carezzina sulla mano,
    30 marzo 2014 francesco e nella sua cameretta che dorme,ed io ogni giorno ringrazio quel team di infermieri dottori,angeli per me,che hanno curato con tanto amore e professionalità mio figlio

  12. 31 maggio 2015 dopo 30 settimane +1 e 44gg passati all’ ospedale del ponte le mie piccole Camilla e Lucrezia hanno deciso di venire al mondo…nn mi sembra vero vederle dopo 8 mesi esatti cosi forti e serene…ringrazio ogni giorno le persone del reparto che le hanno assistite e che ci hanno fatto superare quei momenti e nonostante le ns bimbe avessero solo un problema di peso ogni giorno varcare quella porta era dura ma quando le prendevamo in braccio le ns paure sparivano grazie

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