La maternità è un evento gioioso, atteso, fantasticato. Si attende che la Natura faccia il suo corso per poter assistere al miracolo della vita che si rinnova. È un progetto che si sviluppa in nove mesi, un percorso di avvicinamento fisico ma anche psicologico. Poi, qualcosa accade. E il finale, diverso da quanto fantasticato, lascia spauriti. Il piccolo arriva in anticipo, qualcosa va storto e la Natura accelera il suo rituale. Il parto avviene quando ancora non si è pronti: in anticipo, con un carico di preoccupazione e di ansia per quella vita sbocciata prematuramente. L’abbraccio materno e paterno si svuota mentre il bimbo viene affidato alle cure di medici e infermieri, deposto in una culla termica, collegato a macchine. Così inizia un nuovo percorso inaspettato: nel reparto di terapia intensiva neonatale. Un luogo quasi invisibile ai più, un luogo riservato a pochi, carico di emozioni e di ansie.
Ed è qui che è nata Tincontro, un’associazione di volontariato ONLUS che si propone di promuovere il supporto ai genitori e familiari dei piccoli ricoverati. «L’obiettivo è quello di alleviarne il disagio e permettere loro di affrontare in modo più sereno la nascita, il ricovero in ospedale e il ritorno a casa – spiega il presidente Daniele Donati – L’idea è
nata dopo il ricovero del nostro piccolo Alessandro nel reparto di Terapia intensiva dell’’ospedale Meyer di Firenze. Qui abbiamo incontrato un’associazione di genitori che ci ha veramente supportato in tutto: arrivati in una città sconosciuta, con la testa occupata da mille pensieri, ci ha facilitato la permanenza, aiutandoci nei piccoli grandi dettagli del soggiorno. Tornati a Varese, insieme ad altri genitori della Tin abbiamo pensato di fondare un’associazione con le medesime finalità. Abbiamo presentato il progetto al dottor Agosti, il primario, che ha accolto favorevolmente l’idea, condividendone obiettivi e modalità»
Così, l’associazione Tincontro è nata per aiutare chi arriva in reparto e si sente sperduto: «Non esiste una ricetta per affrontare le emozioni che si vivono in terapia intensiva neonatale. Ogni giorno, ogni ora sono pesanti e dolorosi. E così abbiamo pensato ad azioni differenziate per stare accanto e sostenere i genitori in un momento così delicato: dal progetto di musicoterapia durante il ricovero per favorire il legame genitori-bambino alla pubblicazione del libro “C’era una volta un delfino piccolo piccolo” un piccolo manuale “di sopravvivenza” illustrato che viene regalato ai genitori della Tin, fino ad un aiuto concreto svolto dalle volontarie che ogni giorno prestano servizio all’interno del reparto supportando le mamme e i bambini in fase di dimissione, attraverso semplici ma efficaci mansioni di sostegno alla mamma che in questa fase delicata necessita di un accompagnamento nel prendersi cura del proprio bambino.
La nostra ultima iniziativa è il progetto “curare chi cura”: si rivolge a tutte quelle madri che una volta tornate a casa dal reparto di terapia intensiva con il proprio bambino sentono la necessità di un aiuto domiciliare. Il progetto in collaborazione con l’associazione il Melograno di Gallarate, offre la possibilità di aiuto concreto e di un supporto emotivo da parte di psicopedagogiste e volontarie dell’associazione Tincontro appositamente formate. Iniziato un po’ in sordina, il progetto si è sviluppato velocemente e oggi sono moltissime le richieste di aiuto per superare le fragilità del ritorno a casa. Inoltre, in collaborazione con la Comunità Montana del Piambello partirà un ulteriore progetto di follow up per i bimbi prematuri nati sopra la 32 settimana gestazionale e residenti in quella zona».
Tincontro ha inoltre supportato l’acquisto di macchinari scientificamente avanzati, ha sponsorizzato corsi di formazione per il personale “per contribuire a migliorare il funzionamento del reparto”.
I finanziamenti per i progetti provengono sia da bandi provinciali sia da raccolte fondi private. «In particolare abbiamo appena concluso una campagna con Toycenter a livello regionale per sensibilizzare la popolazione rispetto al tema della prematurità e contemporaneamente per raccogliere fondi che ci permetteranno di finanziare parte dei nostri progetti. Il nostro lavoro si sviluppa in stretta collaborazione con il reparto: il continuo scambio con gli operatori, in particolare con la psicologa, è fondamentale per individuare i bisogni e le difficoltà e strutturare progetti ad hoc».
« La Tin è un reparto dove è necessaria una grande collaborazione tra tutte le sue componenti – commenta il primario dottor Massimo Agosti – Il carico emotivo è molto alto, per questo occorre sintonia. Tincontro è entrata in questo reparto in modo discreto ma fondamentale».
Nel reparto invisibile, tutto si muove con grande lievità per permettere ai piccoli delfini di trovare la strada del mare aperto.