Partorire in casa si può. Nella casa di Marta

«Questa è la stanza dove nascono i bambini. L’abbiamo insonorizzata così le mamme  possono urlare quanto vogliono: nessuno le costringerà a trattenersi per non disturbare le altre donne in travaglio. D’altro canto il parto è energia naturale. Che si libera anche accompagnata da un urlo».
Parola di Marta Campiotti (nella foto) l’ostetrica che al parto a domicilio ha dedicato la sua  vita. Sono vent’anni, lei ne ha 46, che segue le donne che vogliono far nascere il loro bambino tra pareti familiari, da vent’anni gira per le case della provincia come una cicogna senza le ali.  


«E’ così che mi sono resa conto che non tutte possono partorire nel proprio letto: magari sono imbarazzate perché vivono accanto alla suocera, perché la vicina di casa sentirebbe tutto, perché in casa c’è un altro bambino. Ecco perché ho deciso di trasformare una parte della grande casa in cui vivo in una “casa maternità”».
E a Induno Olona, in via Comi nel centro storico, nascosta tra le vecchie case a corte è spuntata la prima casa maternità della provincia di Varese. Non aspettatetevi il lusso, ma la tranquillità assoluta quella sì. Quella di Marta Campiotti è una casa che ricorda le abitazioni dei nostri nonni contadini. Ambienti ampi, essenziali,accoglienti. 

La prima stanza è dedicata alle mamme e alle coppie che fanno i corsi di preparazione al parto: un camino, tappeti e cuscini, musica rilassante e profumi.
La seconda stanza è quella riservata alle partorienti. C’è una grande poltrona- letto, una spalliera, una grossa palla morbida. Poi naturalmente una bilancia pesa neonati, oli per mamme e bambino. Basta. Di fronte c’è un’altra piccola stanza dotata di cucina. 
«Funziona così – spiega Marta Campiotti, una laurea in filosofia con tesi in psicologia- La mamma arriva qui appena comincia il travaglio. 

Alla Casa maternità Montallegro lavoriamo in tre ostetriche. Dal momento in cui arriva la mamma due di noi si dedicano a lei in ogni momento, giorno e notte per tutte le ore necessarie. Rispettando, però, l’intimità della coppia. Marito e moglie stanno insieme, noi ci limitiamo a dare consigli, a suggerire le posizioni migliori per attenuare il dolore, ma tutto deve avvenire nella tranquillità più assoluta. E soprattutto seguendo i ritmi naturali. Niente medicine, niente interventi esterni, solo tanto calore».
E per calore Marta intende quello che si sprigiona da un evento così eccezionale come la nascita e quello vero, reale che  esce da un vecchio caminetto posto in cucina. 

«La mamma può girare, camminare farsi un caffè, mangiare se ha fame. Farsi una passeggiata fuori. Può attaccarsi alla spalliera, mettersi in ginocchio, oscillare sulla palla. Può dormire o fare un bagno rilassante». E a questo scopo Marta ha disegnato una vasca da bagno particolare, scavata nel pavimento.
«Non pratichiamo mai l’episiotomia, il cordone ombelicale viene tagliato quando la placenta è stata espulsa, insomma rispettiamo la natura che da sempre è più saggia di noi».
Ma che cosa succede se qualcosa va storto? Ogni mamma in attesa ha il timore, più o meno fondato, che all’ultimo momento le cose precipitino e sfuggano di mano.
«A me non è mai accaduto – spiega Marta Campiotti- Per varie ragioni: primo, non tutte le mamme possono partorire in casa. E’ una decisione che va presa ponderando bene ogni cosa, analizzando vari fattori ed eventualmente la storia dei parti precedenti. Tutto deve procedere bene prima di scegliere di non andare in ospedale. Se malgrado tutte queste premesse qualcosa si inceppasse, l’ospedale Del Ponte è a soli dieci minuti da qui. Ma corse precipitose non ne abbiamo  mai fatte. Noi ostetriche riusciamo a capire quando è il momento di ricorrere alle cure del ginecologo o del neonatologo».

«C’è molta collaborazione – dice Marta Campiotti – con i medici. La stima reciproca è molto alta e questo ci consente di lavorare insieme, anche se a distanza».
Tutto perfetto? Non proprio: un problema c’è e riguarda il costo di questa esperienza tutta naturale. Per nascere in casa, nella propria come in quella di Induno, ci vogliono 2000 euro. 
«Ci stiamo battendo perché la Regione rimborsi questa cifra alle coppie. In fondo si tratterebbe di tenere fede a degli impegni presi, visto che proprio la Regione ha approvato una legge che consente alle madri di scegliere in quale luogo mettere al mondo i figli. In altre regioni, come ad esempio in Piemonte, il rimborso è assicurato. Da noi ancora no».
Troppi 2000 euro per partorire in casa? «Il tariffario nazionale consiglia 4000 euro. Una cifra improponibile. Ma quella che abbiamo fissato noi mi sembra ragionevole considerato che noi diamo la reperibilità e ci mettiamo a disposizione delle mamme per tutto il tempo necessario al parto. Poi seguiamo i primi giorni del bambino e diamo consigli per l’allattamento.
Insomma, chiediamo meno di un dentista. E per un’esperienza che ti segna per la vita».

Casa Maternità Monteallegro
via G. Comi 57 – Induno Olona
Per informazioni sui corsi e parto in casa 0332 – 202464
martacampiotti@iol.it
www.nascereacasa.it