One Piece: Pirate Warriors

One Piece: Pirate Warriors è il nuovo titolo, in esclusiva per PS3, che Namco/Bandai ha già lanciato sui nostri mercati.

Per chi non conoscesse One Piece, gli basi sapere che è un manga dalle vendite spropositate e di un successo mondiale come non se ne vedevano da anni, le avventure di Rufy cappello di paglia e della sua ciurma lunga la rotte del Grande Blu appassionano da diversi anni milioni di fan in tutto il mondo.

In questo nuovo titolo saremo alle prese con tutta la storia passata di One Piece, dall’inizio della formazione della ciurma alle isole Sabaody e oltre… Purtoppo il team Omega Force ha “tagliato” completamente alcune saghe come quella di Skypiea e Thriller Bark, ma è rimasto comunque molto fedele al manga originale.

Inizialmente avremmo a disposizione il solo uso di Rufy, è infatti lui il personaggio principale della storia, e sostanzialmente dovremmo seguire quello che è chiamato “diario principale” per arrivare in fondo a questo titolo, ma esiste anche un diario secondario, che andrà a crearsi non appena cominceremo a formare la ciurma, dove possiamo rivivere i singoli percorsi dei nostri compagni.

Il gioco è uno dei migliori del suo genere, mischiando bene il genere picchiaduro con alcuni elementi gdr, il nostro personaggio infatti acquisirà esperienza e livelli che ci permetteranno di sbloccare attacchi sempre più potenti, anche in combinazione con i compagni della nostra ciurma, ovviamente per chi conosce il manga sà di cosa stò parlando! Le tecniche di combattimento sono fedelissime al manga e non lasceranno i fan della serie delusi!

Gli schemi che ci verranno proposti non saranno solo  la solita accozzaglia di mille personaggi vs 1 fino ad  arrivare al boss di turno ma, avremmo anche sezioni platform e puzzle, dove a finire lo schema avremo un piccolo enigma da risolvere.

In caso la modalità single player vi annoi un pò, il Team Omega Force vi viene incontro con il multplayer dove potremmo giocare una partita co-op online oppure offline dove vedremo dividere in 2 il nostro schermo.

La grafica è realizzata nei minimi dettagli e anche l’ambiente intorno a noi risulta ben studiato, in alcuni punti cala un pò troppo di frame rate, ma tuttavia nulla di esagerato.

One Piece: Pirate Warriors è un titolo già in vendita, quindi che aspettate ? Il tesoro del Grande Blu aspetta solo di essere trovato!

Toddy

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Dragon Quest X alla (lenta) conquista delle console Nintendo

Il mercato degli MMORPG è ormai saturo di giochi di tutti i tipi, a partire dai classici, ispirati a mondi fantasy, passando poi per quelli costruiti attorno a degli sparatutto in terza persona e persino a giochi di corse. Eppure in questo mercato straripante sembra esserci sempre posto per nuovi titoli, e a questo proposito parliamo di Dragon Quest X, nuovo capitolo della storica saga RPG che punta a riunire tutti gli utenti Nintendo all’interno del suo mondo online grazie agli elementi tipici di un MMO che lo compongono.

Il nuovo titolo Square Enix, sempre curato amorevolmente dalla matita di Akira Toriyama, è stato accolto tiepidamente al suo esordio Giapponese ma è riuscito comunque a superare del doppio le vendite del nuovo capitolo di New Super Mario Bors. Per 3DS, e dopo aver conquistato le console Wii si appresta già a passare anche sulla nuova nata Wii U, che i giocatori stiano aspettando di vederlo uscire su quest’ultima per lanciarsi all’acquisto di massa? E cosa differenzia questo titolo rispetto agli altri MMORPG?

Beh per cominciare il fatto che mescola con successo il gioco online e l’RPG classico, e ovviamente questo nuovo capitolo si avvale del colorato mondo di Dragon Quest e di tutte le classiche creature che lo popolano, affiancate però anche da quelle nuove tra cui troviamo anche le nuove razze giocabili, vale a dire Orchi, Elfi, Nani, Puklipo e Weddie, che insieme agli umani offrono un totale di ben sei diverse possibilità dai tratti completamente customizzabili.

Unica pecca per ora sembra la scelta controcorrente di utilizzare un abbonamento mensile, usanza che in questo genere sta sparendo sempre di più in favore delle micro transazioni, meno seccanti per il giocatore e comunque valide a scopo di lucro.

Per la gioia dei fan comunque sembra che le vendite siano comunque abbastanza da lasciar presagire un probabile rilascio Europeo, grazie anche alla calda accoglienza già riservata ai capitoli portatili, le speranze quindi ci sono tutte e al pensiero di vedere questa gemma sbarcare nel nostro paese un abbonamento sembra già un piccolissimo prezzo da pagare.

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A pensare male si fa peccato

Oggi parliamo di Ray Muzyca e Gregory Zeschuk, dottori laureati in medicina dell’università dell’Alberta in Canada. La notizia recente è che sono due pensionati d’oro, a poco più di 40 anni e senza neanche avere praticato la professione medica. I due dottori in questione sono i fondatori di Bioware, le menti dietro saghe videoludiche come Baldur’s Gate, Neverwinter Nights, Knights of Old Republic, Dragon Age e Mass Effect. I due ragazzi in questione dopo averci riflettuto qualche mese hanno deciso: lasciano le posizioni di presidenti e fondatori di Bioware, vicepresidenti e CEO di parecchi studi EA e direttori di numerosi brand. Al contrario di altri illustri transfughi dai grossi studi come, ad esempio, Peter Molyneux da Bullfrog, Will Wright da Maxis o Tomonobu Itagaki da Team Ninja, Muzyka e Zeschuc non hanno deciso di ricominciare da capo fondando un nuovo studio più piccolo dove possono esprimere la loro creatività, ma hanno deciso di abbandonare del tutto l’industria dei videogiochi.

“Non ho più la passione che avevo una volta per la compagnia, per i giochi e per la sfida della creazione di qualcosa” è stata la dichiarazione che ha spiegato il motivo del ritiro, un segnale a dir poco allarmante, se due delle menti più prolifiche nonché padri di concept di gioco innovativi e di grande impatto, ossessionati dalla narrazione e dalla storia, elementi che hanno reso famosi i titoli Bioware presso il un vasto pubblico e contemporaneamente evolvendo il medium stesso del videogioco, affermano di aver perso (improvvisamente) la passione. Una domanda rimane sospesa: “perché?“. Un motivo dietro ci deve essere.

E’ un dato di fatto che Bioware sia una delle poche aziende che non ha sfruttato la tecnologia per tirare fuori grafiche pazzesche ma principalmente per lo storytelling , portando i videogiochi ad essere più vicini a film interattivi spettacolari e con un gameplay avvincente, una posizione unica nell’industria difficilmente replicabile con un piccolo gioco di un piccolo team indipendente. Inoltre i giochi Bioware sono stati pubblicati da grossi nomi (Atari, Lucas Arts, Microsoft, EA) che hanno potuto investire pesantemente nei loro progetti dello studio canadese, anche questa una condizione esclusiva per l’azienda.
Ed allora il mio cattivo pensiero è che i due dottori di Bioware abbiano pensato ad un concept ancora più innovativo, che possa portare i videogiochi ad un nuovo livello, ma per lo sviluppo servono ingenti investimenti. Dopo la batosta delle scarse vendite di The Old Republic e le critiche mosse a Dragon Age 2 e al finale di Mass Effect 3, i dottori hanno visto EA prendere il controllo della situazione per raddrizzare la rotta di Bioware in modo che tornasse a fare utili. Una sterzata brusca che elimina ogni atto di creatività e innovazione a favore della ripetizione di una stessa formula, poco rischiosa ma conosciuta dal pubblico che l’apprezza e compra il gioco. EA probabilmente non ha intenzione di investire in progetti nuovi e avventati per molto altro tempo a meno che questo concept non venga modificato e diluito a dovere perché risulti meno rischioso e sia più compatibile con quello che vuole il mercato e sia apprezzabile dal maggior numero di giocatori. La cosa, purtroppo, non si può fare e Muzyka e Zeschuc sono irremovibili. Consapevoli di non avere più voce in capitolo e che il loro lavoro risulta inutile decidono di abbandonare non solo EA ma l’intera industria.

Nessuno ovviamente saprà la verità sui fondatori di Bioware, ed il mio rimane solamente un mio pensiero maligno. Ma si sa che a pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca (quasi) sempre.

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128 Gb per gli smartphone Samsung

Samsung ha dichiarato e fatto tante cose dopo la sentenza contro Apple: una su tutte, ha fatto un cartello pubblicitario di “confronto” del suo galaxy s3 contro l’iphone, chiedendo al lettore quanta materia grigia ci voglia per stabilire quale sia il migliore fra i due dispositivi. A senzazione Samsung sembra essere diventata più aggressiva nei confronti di un mercato che aveva preso un pò più alla leggera.

L’ultima novità della casa coreana, è la volontà di inserire nel prossimo Galaxy S4 (sembra nel 2013) ben 128Gb di spazio d’archiviazione integrata sfruttando dei chip eMMC (embedded multimedia card) proprietari, che contengono la densità più alta fra i chip attualmente sul mercato.

Un pò di tecnicismi: il chip eMMC Pro Class 1500 sono grandi 12×15 mm e hanno una velocità di lettura / scrittura rispettivamente di 140 e 50 Mb/s, velocità 5 volte superiori alle precedenti memorie di massa.

Non è troppo? Questa capienza, sarà disponibile assieme agli altri modelli con tagli inferiori, quindi il cliente sceglierà il taglio che meglio fà alla propria necessità: ma quanta gente ha davvero bisogno di 128Gb in uno smartphone? Attualmente il Samsung Galaxy S3 con 64Gb è rimasto sugli scaffali, vuoi per il prezzo, vuoi per la poca necessità, vuoi perchè il taglio grosso in un dispositivo così piccolo, non serve. Se devo passare a un amico un film, un’iso o 1248730 canzoni, non gli darò certo il mio smartphone, al limite gli passerò un dvd-DL o una chiavetta usb.

E’ tutto online. La situazione è quella sopra descritta e se ci sommiamo la costante presenza di una connessione internet in ogni smartphone, vi renderete subito conto che la musica la posso ascoltare da youtube, che i miei documenti aziendali sono recuperabili dai server cloud in azienda e che un film me lo posso gustare in streaming, senza complicazioni.

Giochiamo un pò. A mio avviso, Samsung punta su un taglio così grande per offrire contenuti più grossi, come i videogiochi: è il vero mercato che traina le vendite e lo sviluppo hardware. Più software installabile sui propri dispositivi, indicano più vendite per la casa produttrice e i nuovi smartphone hanno sempre più potenza di calcolo grafico.

Ognuno di noi alla fine acquista un dispositivo in base alle proprie tasche, voglie e necessità ma 128Gb mi pare un taglio eccessivo per uno smartphone: quanto spazio occupate voi sui vostri dispositivi?

Scritto da Luca “Loco” Locorotondo
Rivenditore di Videogiochi e Hardware
Sviluppatore Web – Speaker Radiofonico e Appassionato

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Borderlands 2

Borderlandsè tornato, dal 21 settembre vedremmo il secondo capitolo di quello che è stato un successo inaspettato.

Borderlands, mischia il genere FPS con il genere GDR e questo mix piace, e molto! Rispetto al primo capitolo avremmo la possibilità di personalizzare meglio il nostro personaggio ad inizio partita, e tante, tante, tante armi! Ognuna di queste, come nei giochi più classici, sarà contraddistinta da un colore, che ne determinerà la rarità, ovviamente più l’arma è rara e più sarà potente.

Potremo sceglire fra 4 classi, Commando, Sirena, Gunzerker,  Assassino e, solo per chi ha acquistato il preorder (o scarica il pacchetto a pagamento) avrà a disposizione una 5 classe il Mechromancer. Ognuna di queste classi, come in ogni buon GDR (o MMO) potrà acquistare, salendo di livello, molte skill che ci permetteranno di abbattere al meglio i nostri nemici.

Il mondo di Pandora è vastissimo, e avremo modo di girarlo in lungo e in largo con i mezzi che sono sparsi in tutto il mondo e con tutte le quest che troveremo durante la nostra esperienza di gioco, va detto che il fulcro di questo videogioco sono le quest secondarie, che a dispetto di una quest principale con una storia abbastanza banale, ci faranno passare diverse ore di divertimento ricche di tanto bottino, molto prezioso per noi! In Bordelands 2 punteremo ad accumularne più oggetti possibili, infatti ogni nemico lascerà qualche item, e sul territorio troveremo casse contenenti equipaggiamenti o potenziamenti.

NON GIOCATE DA SOLI ! Il titolo è stato creato principalmente per essere giocato in coop ! Giocando assieme a 3/4 amici il titolo si rivela in tutta la sua magnificenza, i nemici saranno più ostici e la ricompensa più grande!

Quindi scegliete il vostro fucile, prendente qualche munizione e andate.. Pandora vi attende!

Borderlands 2 lo potete acquistare per Playstation 3, Pc Windows e Xbox 360.

Toddy

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Forse in programma il film di Monster Hunter

Il regista Paul W.S. Anderson è apparentmente un fan di franchise videoludici di origine giapponese. Pare infatti che dopo Redient Evil, il regista sia intezionato a lavorare su un’altra proprietà Capcom, in questo caso Monster Hunter.

In un intervista riguardante Resident Evil: Retribution, nuovo film della serie, (in arrivo nei nostri cinema a fine Settembre) Cinema Today avrebbe chiesto ad Anderson quale altro videogioco avrebbe voluto vedere sul grande schermo, a questa domanda avrebbe rispoto: “Ultimamente mi sono davvero appassionato a Monster Hunter! Proprio ora è in programma una conversione cinematografica.”

Purtroppo non durante l’intervista non si sono ottenuti ulteriori dettagli, non è quindi ancora chiaro se questa conversione sia in programma dallo stesso Anderson oppure se la dichiarazione volesse intendere che Capcom stia programmando il film con qualcuno. Il regista potrebbe aver anche voluto intendere che lui personalmente stia lavorando a delle idee su una conversione, senza quindi nessun tipo di accordo

Per i fan della serie quindi è ancora presto per alzare le aspettative, e in ogni caso anche se il film fosse programato ufficialmente non è il caso di aspettarsi un capolavoro, piuttosto sarà meglio incrociare le dita e sperare di ritrovarci con una pellicola che sia una divertente evasione di qualche ora senza impegno, un po’ come i film di Resident Evil.

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(Il)logica di mercato – parte seconda

Nintendo voleva dimostrare con Wii e DS che chiunque, potenzialmente, è un giocatore. I “non-giochi“, partendo da Brain Training e arrivando a Wii Fit e passando per Nintendogs, hanno permesso al mercato dei videogiochi di proliferare, avvicinando migliaia di nuovi utenti (o addirittura milioni), che hanno acquistato la console per poter giocare questi software. Ma Nintendo ha dimostrato soltanto che chiunque può essere in grado di comprare una console, non di diventare un giocatore. Le console Nintendo sono molto vendute, ma hanno un attach rate basso (per ogni console vengono venduti pochi giochi): la media è penalizzata da quelle persone che comprano la console per giocare quei pochi software d’intrattenimento (i “non-giochi”), ma difficilmente diverranno giocatori e acquirenti fissi. I giochi presentati questa settimana per il lancio di Wii U sono un esempio di come Nintendo voglia riconquistare i giocatori che contano.

In questo modo si distingue il giocatore casuale, o casual gamer, dal giocatore vero, (qualificato dall’aberrante locuzione creata da Microsoft di) hardcore gamer, ma sarebbe più corretto dire semplicemente “gamer”. In questa definizione di casual gamer ricade anche chi, ad esempio, compra la console per un singolo gioco o serie (in Italia abbiamo i fan incalliti di calcio che comprano una console solo per Fifa o PES, ad esempio), ma anche i geek, cui piace provare le ultime tecnologie, o i “graphic whores”, i giocatori che comprano il gioco per vedere la strabiliante grafica, in pratica tutti gli acquirenti emozionali.
Lo shopping emozionale fa leva su una cosa che piace al cliente e la lega al prodotto.
Non tutti però possono permettersi una console e qui entrano in gioco Facebook, i free-to-play e gli smartphone, che offrono giochi interi gratuitamente o quasi, prendendo dalla loro tutti i giocatori casuali che non possono concorrere al mercato delle console, mentre viceversa, chi può permettersi console e relativi giochi al momento ha poco interesse nelle console e nei giochi di questa generazione, preferendo, ad esempio, il PC o altre piattaforme.

Il punto della questione è: questi acquirenti sono necessari al mercato? Necessari no, ma utili sicuramente. Come dimostra Steam, ci sono giochi molto interessanti realizzati anche a basso e bassissimo costo (Minecraft, Braid, Dear Eshter, Bastion per fare alcuni nomi) in grado di vendere milioni di copie, ma senza gli acquirenti casuali le grosse serie, come Call of Duty o Assassin’s Creed, che attirano anche i casual gamers non sarebbero certamente progetti hollywoodiani da milioni di dollari con così tante risorse per ricerca e sviluppo e realizzazione. E’ questa la logica del mercato dei videogiochi foraggiata dalle grandi case e dai produttori di console, che vuole che i soldi debbano circolare: più acquirenti significa più soldi e più progetti. Senza possibilità di tornare indietro o di diversificare gli investimenti: le grosse case producono sempre meno giochi tripla A, gli investimenti sui giochi si fanno sempre meno rischiosi prediligendo brand famosi e a farne le spese sono gli impiegati licenziati e gli studi di sviluppo chiusi. Un circolo vizioso con una logica perversa da cui è difficile uscire.

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Borderlands 2 Requisiti di Sistema per Pc Windows

Borderlands 2 uscirà sugli scaffali di tutta Europa il 21 Settembre 2012. Per il dayone è prevista la confezione da collezionisti, la Deluxe Vault Hunters Collectors Edition per Pc Windows, per Xbox 360 e per Playstation 3 che conterrà un pò di gadgettistica per gli appassionati della serie e un pò di bonus digitali.

La versione per Pc Windows ha come sempre dei requisiti minimi per far girare il gioco e dei requisiti consigliati per giocare come dio comanda.

REQUISITI MINIMI
Windows Xp
CPU Dual Core ad almeno 2,4Ghz
2Gb di Ram
13Gb di spazio libero su disco
Scheda video NVIDIA 8500 o ATI  X1650

REQUISITI CONSIGLIATI
Windows Xp/Vista/7
Quad-core a 2,3Ghz
2Gb di Ram
20Gb di spazio libero su disco
Scheda video nvidia GTX 560 o AMD Radeon HD 6870

Questo divertente video qui sotto è il trailer ufficiale che accompagna il gioco da qualche mese: da guardare!

Scritto da Luca “Loco” Locorotondo
Rivenditore di Videogiochi e Hardware
Sviluppatore Web – Speaker Radiofonico e Appassionato

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“PERSONALIZZATE IL VOSTRO MAC O ASSEMBLATE IL VOSTRO PC”

Nell’articolo della settimana scorsa indicavo con tono ironico come Apple è particolarmente e giustamente orgogliosa delle proprie creazioni e brevetti.

Un commento, l’unico, esprimeva il concetto che non sono i singoli Hardware a fare la differenza in un PC o Mac ma è la sinergia di questi che regala ottime prestazioni (cosa assolutamente vera). Insomma il gioco di squadra detto in parole povere. Un computer può avere un’ottima CPU ma se ha un Hard-Disk dell’oltre guerra rimane una macchina mediocre, per fare un esempio grossolano.

Ora, io non sono un Informatico che sa nozioni e nozioni della materia in questione. Sono un grafico pubblicitario che lavora sia con Mac e con PC (mi piacerebbe immettermi nel mondo di Linux). Utilizzo programmi come Adobe Illustrator, Photoshop, InDesign, Dreamweaver e Premiere. Ma non solo prodotti della casa Adobe, uso anche Cinema 4D e l’ottimo Final Cut un esclusiva Mac. Ho potuto notare, specialmente nel caso degli ultimi software menzionati che sono i più “pesi”, che il MacPro provvedutomi non aveva nessun problema a farli girare anzi tutto era fluidissimo e ottimale. Fantastico.

Ma il MacPro che usavo è costato un bel pochetto di monetine. Purtroppo il prezzo non lo so perchè non è mio.

Tuttavia l’altra sera ho fatto un preventivo per un MacPro affidandomi al sito della Apple. Poi ne ho fatto un altro, questa volta per un PC con più o meno gli stessi componenti. Ecco a voi i risultati.

 Preventivo Mac Pro Quad-Core:

  • Processore: Intel Xeon Quad-Core 3.2 Ghz

  • Memoria: 8 GB (4×2) DDR3

  • Disco Rigido: Due SSD (solid-state-driver) 512 GB

  • Scheda Video: ATI HD Radeon 5770 1 GB

  • Unità Ottica: Un lettore/ Masterizzatore Superdrive 18x

  • Monitor: Non ho voluto inserirlo.

La lista continuerebbe perchè nel preventivo ho inserito, ovviamente, il mouse, la tastiera e quant’altro.

Comunque il prezzo totale è: € 4.574,01 

Bene, ora passiamo al secondo preventivo che ho fatto tramite il sito Bpm Power:

  • Processore: Intel Xeon Quad-Core 3.2 Ghz

  • Memoria: 8 GB (4×2) DDR3

  • Disco Rigido: Due SSD da 512 GB OCZ

  • Scheda Video: ATI Radeon 5970 GB 2

  • Unità Ottica: Un Lettore/Masterizzatore Interno 24x

  • Monitor: Non ho voluto inserirlo.

Il prezzo finale del preventivo tiene conto del case, mouse, card reader, ventole per il raffreddamento, scheda madre e tutto il resto tranne che il sistema operativo perchè volendo si può installare un OS che come base ha Linux.

Prezzo: € 2.156,49.

Ora traetene voi la conclusione. Capisco che dalla sua parte Apple abbia fornito i suoi prodotti con un estetica sublime e abbia ottimizzato un sistema operativo veramente valido e solido che però soffre di una libertà appena accennata.

Ma i componenti vengono a costare quasi il doppio di quello che costerebbero normalmente. Poi mi sento dire che Apple sa quello che fa. Certo che sa quello che fa e lo fa bene, ruba dalle tasche di quelli che pensano che il prezzo faccia il prodotto.

Avanti con gli insulti.

Enrico Supertramp Santi

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Microsoft ammazza la Botnet Windows Cinese

Microsoft ha scovato una Botnet costituita da tantissimi computer con il proprio sistema operativo Windows: ma cos’è una Botnet?

Dicasi Botnet, una rete di computer infetti, sotto il controllo di simpatici figuri in grado di comandarli, all’insaputa del legittimo proprietario, per fare attacchi informatici mirati o spedire valangate di email sulla famosa pillola azzurra. Questi computer sono infettati da virus, malware e qualsivoglia schifoso termine informatico e l’unico scopo è di rimanere nascosto al proprietario che utilizzerà il proprio computer senza sospettare di avere un pc infetto e senza sapere che azioni intraprenderanno i malviventi informatici.

Ecco, spiegato che cos’è una Botnet: sappiate che Microsoft ha scovato in Cina una serie di negozi e aziende che vendevano computer con già installato il virus quindi, l’infezione partendo dal primo anello della catena, stava prendendo piede pesantemente. La situazione è stata risolta effettuando un reindirizzamento DNS di queste macchine che ora sono ancora infette, ma almeno non possono arrecare danno a nessuno.

Come sempre, cè chi accusa Microsoft di essersi fatta pubblicità con questa mossa, cercando di spaventare gli acquirenti che sarebbero corsi all’acquisto di copie legali del sistema operativo ma, non dimentichiamo che, quando si scarica o acquista software a un costo troppo basso o lo si tira giù dalle reti poco “ufficiali”, il rischio di trovarsi un programma poco pulito è sempre dietro l’angolo anche senza queste mosse dalle case produttrici.

La possibilità di scaricare sistemi operativi “gratuiti” cè: bisogna solo avere buona volontà nell’impararsi un’altra interfaccia grafica 🙂

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