iPhone 5 talmente simile all’iPhone 4 che Apple si farà causa da sola

Finalmente dopo una lunga attesa Apple presenta il suo gioello. Quel prodotto che ha consacrato la casa fondata da Steve Jobs con l’aggettivo rivoluzionario. Ovviamente si sta parlando dell’iPhone5.

Siete carichi? Siete pronti a vedere le caratteristiche di questo”capolavoro”?

Si tratta di un prodotto dalle caratteristiche all’avanguardia. Ha uno schermo di 4 pollici rispetto ai 3 e qualcosa di quello precedente e di conseguenza si tratta di uno smartphone più grande del precursore e con una risoluzione di 1136 per 640.

Il suo muscolo principale, il processore quindi, è un A6 ben due volte più potente di quello precedente . La batteria durerà di più, la fotocamera ha un vetro anti-graffio con funzionalità come la modalità panorama (che su Android c’è dai tempi del Galaxy1).

Apple ha puntato molto sul suono implementando nello smartphone ben tre altoparlanti e dando in dotazione cuffie di fattura e qualità migliore.

Avrà Connessione LTE 4G anche se da noi non è ancora arrivata ma TIM, Wind, Vodafone e Tre si dicono già pronte.

Cosa da specificare è che il nuovo device non avrà Google Maps e YouTube a causa appunto del divorzio con Google.

Il prodotto sarà disponibile in tre versioni: 16GB, 32GB e 64GB rispettivamente al prezzo ipotetico di 199$, 299$ e 399$ dal 21 Settembre negli USA dal 28 in Italia

Cosa ne pensate di questo rivoluzionario (ahaha) aggeggio?

Enrico Supertramp Santi

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Counter-Strike: Global Offensive

Nel 1999 nasceva una mod.. Questa mod è stata da prima acclamata dai giocatori, migliorata e infine Valve ne ha fatto un gioco vero e propio nel 2004 con Counter stike source.

Oggi Valve rilancia il marchio di Counter-Strike con la il nuovo Global Offensive.

Il gioco rispecchia il suo predecessore, il motore grafico di casa “Source” ha dato al titolo un nuovo aspetto, molto più fluido e curato nei dettagli, il team di Valve ha infatti rifatto da zero le mappe più classiche rimpicciolendole ma senza togliere nulla al gameplay, tutto questo a soli 10,99 euro, per PC, Xbox360 e Ps3!

Ma veniamo al gioco vero e propio, il gioco non presenta grosse differenze dal suo predecessore, le principali stanno nelle modalità di gioco. Ci saranno tre nuove modalità:

Corsa agli armamenti: In questa modalità si inizierà tutti con la stessa arma, per ogni FRAG (uccisione) che faremo, cambierà l’arma a disposizion, fino a giungere all’arma che decreterà la fine del match un coltello dorato. Il respawn in questa modalità sarà immediato ed avremmo la possibilità di affinare le nostre abilità per ogni arma.

Demolizione: In questa modalità inizieremo con la classica scelta di armi ma, non  guadagnaremo soldi ad ogni match per acquistare le armi, queste ci verrano assegnate una dopo l’altra come premio per i frag effettuati. In questa modalità sarà attivo il fuoco amico e la nostra morte sarà definitiva, fino al prossimo match.

Classica leggera: Ovvero la classica modalità di counter strike! Quella che ha reso famoso questo FPS! In questa modalità, a seconda della squadra, dovremmo far scoppiare/disinnescare una bomba, oppure liberare/trattenere degli ostaggi. Ad ogni round guadagneremo denaro per il successivo match, per acquistare equipaggiamento sempre più letale.

Una visuale della scelta delle armi ad inizio match

Veniamo alle armi, oltre a qualche fucile e mitragliatore in più avremmo a disposizione le molotov, che saranno molto utili in quanto alzando uno sbarramento di fuoco si riesce a difendere molto bene un punto, oppure riusciremo a chiudere letteralmente i nostri nemici in qualche vicolo senza uscita, dove i nostri proiettili saranno pronti ad andare a segno..

Per concludere, Counter-Strike Global Offensive mi sembra ben studiato e sicuramente i fan datati, visto il prezzo, non possono farsi scappare l’occasione di farci almeno un giro, mentre le nuove leve dovrebbero provare questo gioco che ha fatto la storia degli FPS online, e sono sicuro non rimaranno delusi!

 

Toddy

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Un brevetto fornisce nuove informazioni su Project Durango di Microsoft

L’attuale e ormai decennale generazione di console sta per giungere al termine, come risultato si parla sempre più del futuro del mercato videoludico, con varie congetture riguardo cosa le case produttrici abbiano in serbo per trionfare nella prossima generazione.

Nintendo in questo frangente ci ha già presentato il suo WiiU con annessa la trovata del controller/tablet prontamente scimmiottata dalla concorrenza, ma cosa avranno gli altri in serbo di realmente nuovo?

A questo proposito sono uscite allo scoperto informazioni su di un brevetto di Microsoft e più precisamente collegato alla loro nuova console in programma, denominata Project Durango, per i meno informati si potrebbe anche detta “Xbox 720”.

Il brevetto in questione si riferisce ad un successore del Kinect, questo dispositivo dalle doti migliorate, una volta collegato alla nuova console di casa Microsoft, dovrebbe poter non solo scannerizzare e seguire i movimenti del giocatore, ma anche reagire all’ambiente stesso in cui è situato il giocatore, trasformando la stanza stessa in un ambiente di gioco.

Il brevetto stesso descrive così il dispositivo:”All’utente viene fornita una maggiore immersione grazie ad un ambiente arricchito tramite la proiezione di un’immagine periferica su superfici adiacenti al giocatore. Le immagini faranno da estensione ad un’immagine primaria visualizzata su un display principale.”

Per riuscire in tutto questo pare che il nuovo modello di Kinect sarà affiancato da una speciale telecamera, e entrambi i dispositivi si concentreranno rispettivamente su giocatore e ambiente.

Pare quindi che Microsoft abbia deciso di continuare a puntare sui controller di movimento per il futuro, esplorando sempre più le possibilità offerte da questa tecnologia, ribadendo così il loro obiettivo di immergere sempre più il giocatore all’interno dell’esperienza di gioco, pare infatti che per la rete girino informazioni su di un altro brevetto, stavolta riguardante un paio di occhiali che sostituirebbero lo schermo televisivo, c’è da chiedersi se questa sia l’idea giusta, tenendo conto anche dello scarso sfruttamento delle capacità non già troppo eccezionali dell’attuale Kinect, che nonostante tutto sembra ancora non aver trovato il modo di stupirci come avrebbe dovuto.

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(Il)logica di mercato – parte prima

Rispondete sinceramente: come vi trovate con la vostra console casalinga? Sì, qualche utente Wii si lamenta perché iniziano a scarseggiare i giochi, ma chi ha 360 o PS3 o anche più di una console? Il mercato è florido, ci sono più bei titoli di quanti se ne possano acquistare (siamo ripartiti dopo l’estate con Darksiders II e Sleeping Dogs nella stessa settimana) fino a 2013 inoltrato. Usciranno giochi che cercano di spremere a fondo la potenza delle console, nuovi titoli che sfrutteranno Kinect e dopo Sorcery per PS3 qualche altro bel gioco che usi intensamente il Move. E ancora i nuovi aggiornamenti di sistema sia per PS3 che per 360 con le nuove funzioni per i servizi Live e PSN/PS+. Se continuassimo con questo andazzo  con le console attuali potremmo andare avanti parecchi altri anni.

Giusto? No. Ubisoft è già dal 2011 che urla che il mercato è in crisi e servono nuove console, EA dice che il ciclo hardware di queste console è stato lungo ed hanno anche loro qualche difficoltà, Activision è entusiasta delle nuove console, unica voce fuori dal coro THQ che conferma che le console attuali vanno ancora benissimo. Chi ha ragione?

Quando ero piccolo mi hanno insegnato che il mercato è l’incontro della domanda con l’offerta. I compratori hanno una esigenza (domanda) che viene soddisfatta da un prodotto (offerta). Noi giocatori vogliamo i videogiochi e le software house e i publisher li producono. Ma prima il prezzo dei giochi era troppo alto, poi è arrivata la pirateria, quindi i concorrenti come Apple distruggono parte del mercato ed infine Facebook ed i giochi free-to-play con le microtransazioni a sparigliare ulteriormente.

Se pensate a quanto costa lo stesso gioco su PC rispetto alla versione per console probabilmente il prezzo è leggermente più basso, ma se ci spostiamo con lo stesso gioco su iPhone il divario aumenta (anche comparato alle eventuali controparti portatili per PSVita/3DS). D’altro canto i publisher devono affrontare spese differenti: se chiunque può sviluppare e distribuire un gioco su PC con una strumenti praticamente gratuiti, su iTunes si paga l’adesione al programma di sviluppo Apple App Store, su console si pagano i kit di sviluppo (stiamo parlando di almeno 15000-20000€ a kit e praticamente ogni programmatore di un team deve avere il suo), il controllo di qualità del codice, il test fatto dal produttore che certifica che quel gioco inserito nella console non la faccia esplodere. Così si spiega in parte il divario di prezzo tra le versioni di uno stesso gioco.
In questo periodo di crisi, gran parte dei videogiocatori cerca di fare un po’ di economia. Con gli iPad che si avvicinano sempre di più alla grafica delle console casalinghe, ma con un prezzo dei giochi decisamente contenuto, perché spendere di più? Anche con i PC si risparmia, mentre gli utenti console possono sempre ricorrere all’usato, un altro elemento di disturbo per il mercato.

L’attach rate stima, nel mondo videoludico, quanti giochi sono stati venduti per una console e viene definito dal numero di giochi totali venduti diviso il numero di console vendute.  Se si vendono 3 milioni di giochi e 2 milioni di console l’attach rate è di 1,5, ogni utente avrà acquistato mediamente un gioco e mezzo: l’attach rate più basso è quello di Wii, quello più alto è di PS3. Questo significa che chi può permettersi una console più costosa compra anche più giochi, mentre gli acquirenti di una console economica compreranno la macchina base e pochi altri giochi. Se il numero di console vendute aumenta costantemente mentre il numero di giochi diminuisce è un problema per i produttori: pirateria, usato, disinteresse, migrazione dell’utenza verso altre macchine che propongono software a prezzi più abbordabili (Facebook ed i free to play, PC, smartphone e tablet): ecco perché i produttori di videogiochi vogliono subito le nuove console. Ora sapete chi decide anche per noi acquirenti, chi effettivamente il mercato lo crea.

Ma se noi giocatori ci troviamo così bene e continueremmo tranquillamente a comprare giochi in uscita per le attuali console, chi sono gli acquirenti che i publisher cercano di riportare nel mercato? Perché sono così importanti?

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World of Warcraft mi ha rovinato

Ho acquistato (per lavoro e piacere!) Guild Wars 2, uscito recentemente per Pc Windows. Vorrei tastare con mano quel titolo che dicono tutti essere la vera alternativa a World of Warcraft, titolo che ho acquistato alla prima uscita e che mi è rimasto nel cuore per via delle innumerevoli qualità e capacità di attirare il giocatore. Ci ho giocato tantissimo!

All’epoca ero ancora dipendente (lavoravo in Leader, distributore di videogiochi) e sotto la spinta del buon Adso, lo acquistai diffidente del “dover pagare un canone” per giocare…

…eppure…

mi sono talmente appiccicato a questo titolo al punto da sostituire nella mia testa le meccaniche di gioco di un MMORPG a quelle di Wow.

Panico.

Prendo in mano Guild Wars 2 e la partenza non è dele migliori: il videogioco ti butta fin da subito nella mischia, in una storia che non parte in una tranquilla cittadella sparsa per il mondo, bensì all’interno di un conflitto in atto, qualsiasi classe avessi scelto. Mi ha sconvolto come i tasti che cercavo erano gli stessi impostati in Wow e che gli oggetti raccolti ed acquistati siano estremamente differenti.

Panico.

Non capisco una sola lettera di quello che dicono: l’inglese lo mastico, non sono una cima ma lo comprendo correttamente. In Guild Wars 2 ho fatto una fottuta fatica ad abituarmi ai filmati che compaiono al termine di una missione delle quest principali e a seguire la storia parlata in inglese.

Panico.

Cè un’alberello simpatico che vorrei abbattere per recuperarmi quella che penso sia legna: provo a cliccarci sopra, ma mi dice ovviamente che non ho l’oggetto giusto equipaggiato. Trovalo, compralo e passa tempo a capire come equipaggiarlo.

Panico.

Cè il tasto destro in Guild Wars 2! Uao, estremamente comodo e pratico, clicchi sopra e ti escono le azioni che puoi fare con quell’arma o quell’oggetto senza parlare della comodità di raccogliere oggetti da un corpo, in una botta solo premendo il tasto F.

Piacevole.

Sto iniziando ad ambientarmi. Ho dovuto cambiare scheda video del computer per giocarci, alla fine Wow è un gioco di quasi 10 anni fa, quindi necessita aggiornamento il comparto video del mio computer. Ho optato per una Sapphire HD 7870 Flex e volendo sborronare, ho messo i dettagli video a manetta, il gioco è stabile e non presenta problemi.

Ravanando in rete, mi sono imbattuto n questo divertente video che riassumo come Wow abbia oramai sulle spalle diversi anni e come lo stile intrapreso da Guild Wars 2 sia estremamente differente.

Mi sto abituando al nuovo mondo di gioco e allo stile proposto da Guild Wars 2…

…mi sto disintossicando.

Scritto da Luca “Loco” Locorotondo
Rivenditore di Videogiochi e Hardware
Sviluppatore Web – Speaker Radiofonico e Appassionato

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And The Winner is…Apple.

Dopo una lunghissima battaglia legale, tra Apple  e Samsung, che ha tenuto col fiato sospeso (in senso ironico ovviamente, a me fa ridere tutto questo) tutti i fan del hi-tech mobile, finalmente il verdetto arriva. E’ arrivato e non mi ha lasciato per niente sorpreso. Da quello che ho capito in questi anni Apple ci tiene particolarmente alle innovazioni e ancor di più hai propri interessi, anzi forse tiene solo a quello.

Diciamo che Apple nell’ultimo decennio si è riuscita ad accaparrare un buona fetta di mercato per quanto riguarda i computer proponendo agli ignorantissimi i Macbook e iMac (tengo a precisare che chi conosce un po’ di informatica e elettronica sa bene che con lo stesso prezzo di un iMac può procurarsi un PC due volte superiore); ha rivoluzionato il mondo della telefonia introducendo l’iPhone e negli ultimi due anni ha introdotto il concetto di Tablet nel mondo dell’informatica dandogli nome: iPad.

 Dopo che il colosso della telefonia, Nokia, è andato in declino Samsung si è ben rifatta proponendo al mercato nuovi prodotti capaci che hanno fatto un’ottima impressione verso i consumatori.

Samsung cominciò a sfornare il primo telefono Touch-screen avente il proprio marchio, l’Omnia e poi via via fino ad arrivare al Galaxy S3 e al GalaxyTab2. Come scrivevo all’inizio, Apple ha fatto causa a Samsung accusando la società coreana di aver copiato alcuni brevetti dell’azienda formata da Steve Jobs, quali:

  • Rimbalzo dell’ interfaccia grafica;

  • Tap to Zoom;

  • Interfaccia utente;

  • Particolari che riguardano il design dei dispositivi Apple.

Apple ha vinto costringendo Samsung a pagare 1,05 miliardi di Dollari, spiccioli se pensiamo che Apple ne aveva chiesti due di miliardi.

Certo se pensiamo queste cifre rapportate ad un’azienda di dimensioni come Samsung non sembrano essere tanto elevate. La vera conseguenza si è rivelata nella borsa: Apple schizza alle stelle, Samsung perde molto terreno e la buon vecchia Nokia ,che si avvale del OS messo a punto da Microsoft, guadagna posizioni.

APPLE PIU’ CHE MAI…

 Ancora l’azienda del defunto Steve Jobs, chiede che venga bloccata la vendita e il ritiro dei seguenti modelli firmati Samsung: Galaxy S 4G, Galaxy S2 AT&T, Galaxy S2, Galaxy S2 T-Mobile, Galaxy S2 Epic 4G, Galaxy S Showcase, Droid Charge and Galaxy Prevail.

Argomento che verrà trattato il 20 Settembre, non qua su VG-Factor ma in tribunale.

Cosa accadrà adesso tra Apple e Google dato che quest’ultima società “procura” l’OS alla maggior parte dei cellulari e tablet di Samsung?

Bonus Info: Cosa monta Apple?

L’iPhone 4S monta il processore Apple A5 con architettura Arm, guarda caso progettata da Samsung; i moduli SSD (hard disk a stato solido) che riempono le righe delle specifiche di Macbook Air e Macbook Pro sono della casa coreana. Mmm cose che fanno pensare. xD

Enrico Supertramp Santi

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Guild Wars 2


Dopo anni di attesa, arriva sui nostri pc il fantastico Guild Wars 2.

Ambientato ben 200 anni dopo i fatti del primo capitolo, ci ritroveremo nel continente di Tyria cambiato nell’aspetto, dove i segni della battaglia sono ben visibili..

I grandi Draghi antichi si sono risvegliati ed hanno portato con loro una minaccia NON MORTA.
Le 5 razze del continente si sono quindi alleate per combatterla!

Potremmo scegliere quindi la razza con cui giocare: Umani, gli ingegnosi Asura, i cattivissimi Charr, i sempre verdi Sylvari e i possenti Norn. Ognuna delle razze potrà scegliere una delle 8 classi disponibili, scordatevi però il solito “curatore” del party, in GW2 non esiste una classe dedicata a fare da medico di gruppo per intenderci.. Ognuna delle classi avrà a disposizione delle abilità per poter curare se stessi oppure un compagno, gli slot di scelta rapida infatti sono 10 ed ognuno di loro ha la sua funzione, il decimo verrà sbloccato solo al trentesimo livello, giusto per equipaggiare un’abilità dell’elite!

In questo nuovo capitolo non vi saranno quest, avete letto bene, niente quest, l’unica missione da seguire sarà quella del vostro personaggio, otterrete esperienza per salire di livello uccidendo i nemici, esplorando il continente e svolgendo dei piccoli compiti per alcuni npc, compiti troppo banali per essere chiamate quest! In tutta Tyria vi saranno eventi casuali che vi faranno ottenere esperienza e ore di divertimento, ad esempio vi potrete trovare alla difesa di un villaggio che stà per essere attaccato! Oltre a questi eventi ci sono diversi “super Mob” da poter uccidere per ottenere esperienza col vostro party, sembra addiritura che alcuni di questi super nemici riescano a tenere a bada più di un gruppo di avventurieri !

Ogni zona del gioco potrà essere ri-esplorata quando vogliamo grazie ad un sistema che regolerà il livello dei nostri nemici al nostro, e anche la ricompensa che otteremmo sarà diversa!

Come nel primo capitolo non può mancare il PVP, ci si sfiderà con le altre Gilde, in partite chiuse, ovvero nessuno può entrare nella “stanza” ove avviene il combattimento, solo i giocatori predefiniti. Gli obiettivi per il raggiungimento della vittoria sono: Limite di punti uccisione, il classico dominio di alcuni punti della mappa e una nuova modalità che consiste nell’invadere il campo avversario uccidendo i npc che lo proteggono.

Vi sarà anche una modalità chiamata World Vs World, dove l’obiettivo è la supremazia del server in questione.. una volta entrati in questa modalità il nostro personaggio raggiungerà l’80simo livello armi e abilità saranno massimizzate, dovremmo battere i nostri avversari e rubare i loro possedimenti così avremmo punti esperienza ed oggetti per poter crescere di livello nel gioco vero e propio.

Per i Dungeon vi sono 2 strade, una è quella story mode, dove verremo a conoscenza della storia del dungeon, con filmati di intermezzo, questa modalità è meno ostica ma le ricompense saranno meno preziose.
Oppure potremmo affrontare lo stesso dungeon in modalità Explorer, saremmo liberi di esplorare il dungeon, i nemici saranno più forti e le ricompense più preziose!

Come in ogni buon mmorpg che si rispetti, anche in Guild Wars 2 possiamo craftare quello che ci pare, armi, armature e pozioni (che altro del resto? i tavoli intarsiati servono a poco in battaglia!) potremmo creare armi potentissime, e per farlo abbiamo bisogno solo del materiale adatto! Per ottenere la materia prima basterà avere l’attrezzo giusto per poterlo raccogliere, quindi niente abilità speciali da far crescere di livello!

Insomma un questa volta il team di ArenaNet sembra aver fatto centro! Un gioco sicuramente da provare che farà da scuola per la prossima generazione di MMORPG, il tutto senza dover pagare un canone mensile !

Guild Wars 2 per Pc Windows, lo potete trovare qui scontato.

Toddy

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Windows 8 è una catastrofe, Gabe Newell considera il supporto a Linux

Nell’intervista il presidente di Valve avrebbe dichiarato: “Ciò che frena Linux sono i giochi. La gente non comprende appieno quanto la compatibilità dei videogiochi influenzi fortemente la decisione del consumatore ,” e avrebbe poi aggiunto: “Noi vogliamo rendere possibile il funzionamento dei più di 2,500 titoli presenti su Steam anche su Linux. Si tratta di una strategia di sicurezza. Penso infatti che Windows 8 sia una catastrofe per tutti coloro che fanno parte del mondo dei PC. Temo il rischio di perdere collaboratori prestigiosi che potrebbero decidere di abbandonare il mercato, se questo accadesse penso sia meglio prepararsi sin da subito ad ogni eventualità”.

Windows 8

Newell ha poi espresso la sua opinione sulla tecnologia touch, definendola “passeggera”, e affermando che per lui il vero futuro dell’interazione coi computer saranno i bracciali.

“Pensiamo che la tecnologia touch sia qualcosa di passeggero, i mouse e le tastiere hanno continuato a prosperare per 25 anni, ma non penso che i touch screen supereranno la soglia dei 10 anni. Ciò che verrà dopo al contrario durerà sicuramente più di 25 anni.”

“In giro ci sono strane voci. Si parla del comando vocale e di come la lingua sia il miglior sistema collegato al cervello, ma il suo funzionamento diventa complicato quando hai a fianco qualcuno che continua: bla bla bla…per questo dubito che il comando vocale abbia un futuro, credo invece che una tecnologia più fattibile siano i bracciali, che permetteranno l’uso delle tue mani, che sono sempre efficaci.”

Così conclude Gabe Nwell, che pare avere idee e previsioni molto chiare sul futuro della sua azienda e del mercato informatico in generale, staremo a vedere se l’intuito che ha portate Steam al successo sarà ancora una volta all’altezza delle aspettative.

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Alla forca!

Un bentornato a tutti i lettori, spero abbiate fatto buone vacanze e/o videogiocato in santa pace. L’estate è per me un periodo per far tornare il videogioco una forma di puro svago e riprendere il contatto con titoli accantonati durante l’anno per mancanza di tempo o pigrizia. Non sono più un “hardcore”, giocare titoli impegnativi durante l’anno stanca il mio povero cervello, spesso mi blocco ore su un enigma e dopo aver controllato la soluzione su internet mi stupisco di quanto fosse semplice.

Da bravo nerd, quindi, ho passato la prima settimana di vacanza chiuso in casa tra condizionatore e sedia sdraio da mare (di quelle che se uno si stende troppo indietro si ribalta) e mi sono lanciato all’assalto della mia ludoteca Xbox, terminando in una settimana ben 5 giochi lasciati incompiuti. Solo due hanno meritato la mia attenzione: Darksiders, un fumetto fatto videogioco, trascinante nonostante qualche difettuccio, e Mass Effect 3.

Per la precisione, la mia attenzione è stata attirata da Mass Effect 3 e dal suo chiacchieratissimo finale che mi ha fatto fare due riflessioni.

Premetto che sono un fan tardivo della saga, il demo del primo gioco aveva delle meccaniche ostiche e dopo essere morto quattro volte di fila ho perso ogni interesse nel gioco. Ho comprato il secondo capitolo su consiglio di un mio amico, trovando la versione limited ad un prezzo stracciato in Gamestop. E mi piacque così tanto da comprare anche il primo gioco e portarlo a termine. Dopo aver concluso anche il terzo capitolo, posso affermare che Mass Effect è una delle saghe più belle non solo del panorama videoludico, ma anche tra le saghe fantascientifiche, e merita una menzione accanto a pezzi da novanta come Guerre Stellari o Star Trek, per idee, scrittura e realizzazione. Se non avete giocato tutta la saga saltate al paragrafo successivo, quello che scriverò d’ora in poi potrebbe contenere spoiler.

I ragazzi di Bioware sapevano già di avere un grande gioco tra le mani, ma non sapendo ancora quanto effettivamente avrebbe venduto, hanno deciso di scrivere la prima storia del comandante Shepard in modo che si concludesse con la morte del protagonista e la distruzione della sua nave. Dato il buon successo riscontrato, Bioware sviluppa una trilogia intera con un arco narrativo unico e ben definito, ma che, come già avveniva all’inizio del secondo capitolo, si conclude tragicamente. Senza andare troppo in là nell’analisi delle chiavi di lettura, l’opera afferma che il ciclo di morte e rinascita vissuto dal protagonista è un destino che attraversa tutto l’universo e, benché ci siano decisioni che portano a comportarci positivamente o negativamente (il gioco fa distinzione tra azioni da eroe o da rinnegato), alcune tappe della vita sono ineluttabili. Una riflessione amara, per un finale disincantato, efficace e potente.
In un aggettivo, un finale adulto. Molto più adulto delle persone che hanno giocato Mass Effect e bombardato EA di insulti, arrivando a minacciare azioni legali: come i bambini che tendono a negare le cose spiacevoli e cercando in tutti i modi di cancellarle, invece di affrontarle, allo stesso modo hanno fatto i giocatori, dimostrando che il media è più avanti del suo pubblico. Bioware ha provato che i videogiocatori sono dei bamboccioni.

La seconda riflessione è che EA, un mese dopo l’uscita Mass Effect 3, è risultata la peggiore compagnia americana con oltre 250.000 voti online sul sito The Consumerist, per la sua posizione dominante nel campo dei videogiochi e per i numerosi DLC a pagamento. Una azienda avida, più di banche, industrie di armi e del tabacco. Una vendetta trasversale del popolo dei giocatori nei confronti di EA? Non ho prove per affermarlo con certezza, ma ho abbastanza indizi per non escluderlo. Uno degli indizi è che gli utenti di EA non sono tanti quanto gli utenti di Bank of America (arrivata seconda) oppure più numerosi dei tabagisti, ma sono abbastanza tecnologici da usare internet e incarogniti da votare contro l’azienda.  Probabilmente proporre un finale adulto per Mass Effect 3 è stata una scelta impopolare, ma che solo un’azienda in posizione dominante come EA poteva permettersi, creando un tassello importante per i videogiochi moderni e gettando le basi per opere ancora più spregiudicate e che possono osare ancora di più. Ammesso che quello di EA sia un impero, Mass Effect 3 potrebbe essere l’inizio di un impero illuminato.

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Supporto Necessario

Ogni volta che si parla di tecnologia, i giocatori fremono, pronti per provare i nuovi hardware e software. Se Onlive sembra ad oggi ancora un sogno ad occhi aperti, l’acquisizione di Gaikai da parte di Sony, fa presagire che un hardware che fa sempre più riferimento al cloud e ad internet sia il futuro di Sony. Ma immaginare che le prossime Playstation, come anche le console della concorrenza, abbandonino i supporti fisici è prematuro.

Ford ricordava: “C’è vero progresso quando una tecnologia è per tutti”, non solo per pochi. A oggi la vendibilità di una tecnologia dipende dai servizi disponibili in un dato mercato. Facciamo un esempio: quando il rivoluzionario iPhone, genitore di tutti gli smartphone moderni, presentato nel 2007 da Steve Jobs, fu lanciato esclusivamente negli Stati Uniti. Molti si lamentarono della scelta di non lanciare il dispositivo in tutto il mondo ma iPhone era un prodotto embrionale e sperimentale al tempo. Un dispositivo che si affidava ad alcune caratteristiche basilari e webapp (ancora non esisteva l’app store) che richiedevano una connessione a internet praticamente costante senza la quale il telefono era inservibile e perdeva ogni velleità rivoluzionaria. Il dispositivo nasceva per il mercato americano visto che faceva un pesante uso del Wi-Fi, mentre le reti dati supportate sulla banda telefonica arrivavano ad un banale GPRS EDGE (o 2.5G). In USA arrivavano anche a 400 kbit mentre sul suolo europeo superavano, mediamente, di poco la velocità di una linea ISDN. Mancando del supporto Wi-Fi diffuso i cellulari ed i carrier europei supportavano fortemente lo standard 3G UMTS, simile ad una ADSL 640k, ed alcuni arrivavano anche allo standard HSDPA, quest’ultimo assimilabile ad una linea ADSL da 7 Mbit. L’anno successivo venne lanciato l’iPhone 3G con il supporto alle reti più veloci ed il telefono arriva finalmente in Europa con molte nuove caratteristiche per adattarsi anche ai mercati del vecchio continente e contemporaneamente forza la mano ai carrier americani (AT&T ed in seguito anche Verizon) ad aggiornare le loro reti. Un evento unico: una casa che produce un cellulare forza i possessori delle reti telefoniche ad aggiornare gli standard per il suo dispositivo, Apple ha avuto un ruolo ed una forza contrattuale strabilianti.

Questo breve esempio è esplicativo del fatto che, per ora, non è possibile ipotizzare che le prossime console siano esclusivamente digitali, mentre nel caso dei mobile device è possibile un download di giochi che arrivano nei casi peggiori ad un paio di giga, scaricare un gioco in alta definizione con tanto di doppiaggio su console significa scaricarne in media una decina. Negli stessi Stati Uniti, la velocità media di connessione è di poco superiore ai 10 mega, in Italia abbiamo una velocità media di poco superiore ai 5 mega, siamo persino sotto la Grecia o la Serbia. Questo solo per fare un esempio generale. Aggiungete che alcune persone hanno abbonamenti internet a consumo e molte console fisse addirittura non sono affatto connesse alla rete.

Ultima argomentazione a sfavore di una visione interamente digitale del futuro: Gamestop, la catena al dettaglio di videogiochi più grande al mondo. Scordatevi promozioni, sconti, vendita dell’usato. Se dovesse esistere una console solo digitale, probabilmente senza il coinvolgimento di Gamestop probabilmente non avrebbe neanche la diffusione sperata, un rischio cui i produttori di console non sono pronti ad affrontare.

E poi ci siamo noi, gli utenti. Quanti di voi sarebbero disposti l’anno prossimo a comprare una console da casa completamente digitale?

Andrea Gargano

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