Anche il gruppo Heineken “fa la spesa” tra i birrifici artigianali italiani e per la prima volta è una realtà craft lombarda a essere acquisita dall’industria. Tramite una società controllata, la Dibevit, il colosso olandese ha acquistato il 100% del Birrificio Hibu, solida azienda con sede in Brianza della quale avevamo parlato in QUESTO articolo, pochi mesi fa.
![](https://blogosfera.varesenews.it/maltogradimento/wp-content/uploads/sites/15/2017/03/Hibu.jpg)
Lo stand di Hibu all’edizione 2017 di Beer Attraction
Il nome di Hibu era da tempo nella lista dei birrifici in odore di cessione ma fino a oggi i rumors non si erano concretizzati. Nei giorni scorsi però era accaduta una cosa che anche Malto Gradimento aveva accennato: Hibu aveva deciso all’ultimo momento di non partecipare a Chiarescure Festival, manifestazione tenutasi a Milano lo scorso weekend.
Tra i documenti necessari per partecipare c’era anche un’autocertificazione, con la quale ogni birrificio dichiarava di avere tutti i requisiti per potersi definire artigianale secondo la recente legge italiana. Tra questi, naturalmente, c’è l’indipendenza da grandi gruppi birrari, indipendenza che è stata persa al momento della cessione delle quote.
LE PAROLE
Questa la dichiarazione ufficiale rilasciata da Raimondo Cetani, numero uno di Hibu: «Era giunto il momento di crescere. L’incontro con Dibevit ci offre l’opportunità di non rinunciare a ciò che siamo stati fino ad oggi, ingranando però una marcia in più. Non cambierà niente: andremo avanti con la stessa identità e filosofia, puntando come sempre sulla passione che ci caratterizza, in libertà, mai rinunciando alla qualità e alla creatività, verso prodotti sempre migliori”. A fare eco alle sue parole Davide Daturi, ad di Dibevit: «Con l’ingresso di Hibu, Dibevit inserisce un marchio di eccellenza made in Italy al proprio portfolio. La nostra esperienza nella selezione e nella distribuzione Ho.Re.Ca. di birra in Italia consentirà a Hibu di raggiungere capillarmente tutto il mercato italiano».
I PRECEDENTI
Quella di Hibu è il quarto caso nell’arco di circa un anno e mezzo. Il primo a vendere alle multinazionali fu Birra del Borgo (ad Ab Inbev), poi toccò al Birrificio Del Ducato (alla belga Duvel) e a Birradamare (a New Colson Coors).
Anche Toccalmatto ha raggiunto un accordo con una società estera, Caulier, ma in questo caso si tratta di un’alleanza di diverso tipo rispetto a quelle che riguardano le acquisizioni da parte delle grandi industrie internazionali.
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