Natale ad Haiti? Senza luci, come il primo della Storia

Come vivono il Natale le persone di Haiti? È la domanda che ho posto a Don Mauro Brescianini, ex Parroco di Abbiate Guazzone che ha seguito tre anni fa Don Giuseppe Noli nella sua missione ad Haiti, nella parrocchia di Mare Rouge. Certamente il Natale non viene vissuto come da noi, ma come?
«È un giorno straordinario, ma anche molto “ordinario” – racconta Don Mauro – : mancano luci, musiche appropriate, di regali, manco si parla, anche gli auguri sono a fior di labbra: un po’ di abitudine c’è, ma non troppa. Qui comanda come sempre la “signora quotidianità”, che è l’urgenza di ogni giorno, quella di avere qualcosa da mangiare. Il vestito della festa non manca, anzi è elegante e ben portato, in Chiesa la gente c’è, forse non come la Domenica, perchè quest’anno cade di Martedi, giorno di grande mercato, e non si può restarne fuori. La corale prepara da diverse settimane i canti della Festa, ci mette fiato e cuore, anche se non sempre l’armonia è carezzevole. Il presepio in Chiesa non manca, e si compone di tutto e di più, soprattutto palloncini colorati, che finiscono per nascondere i personaggi principali e magari si rischia di dimenticare il Bambino».

«Non so se sia un quadro bello per dire il Natale, ma questa è un po’ la realtà – commenta Don Mauro -. A me pare però che così sia un po’ più genuino, più vicino al primo Natale della storia. Anche là non c’erano luci, salvo una stella speciale, che però non è stata vista dagli interessati, ma dai lontani, dai pagani, e non è accorsa la folla osannante: c’era festa, ma non per Lui. Un po’ come da noi , nel nostro mondo: si fa una gran festa, ma manca il festeggiato: musiche, cesti regalo, fiori, auguri, vacanze, vestiti eleganti,…ma Lui non c’entra, Lui non c’è, non se ne parla, resta tra parentesi: al massimo quasi come l’occasione per far festa, ma non per metterlo al centro della festa. Come il compleanno di uno che non partecipa ai suoi festeggiamenti! Qui bisogna proprio cercarlo il Natale, bisogna crederci, al di fuori dei segni. In un mondo povero, anche il Natale è povero. Ma forse per questo è più vero, è quello giusto, perchè il Signore di tutti e della storia, è nato, non solo tra i poveri, ma Lui stesso povero, anche fuori casa, anzi senza casa, in una casa per animali: Lui il Figlio di Dio ! Un Dio un po’ controcorrente, fuori dagli schemi nostri. E, se lo vuoi incontrare, almeno per salutarlo, lì lo devi cercare, con Lui devi imparare a condividere la vita. La sua compagnia non sarà mai quella dei ricchi, a meno che non si decidano a” guardare da vicino” con gesti concreti, i poveri».

«A me veramente questo Natale piace – conclude Don Mauro -, perchè parla all’intelligenza e al cuore: non è inquinato e, se guardi bene, riesci a vedere cosa è successo, chi c’entra, chi è presente. Magari con un po’ di fatica, ma ce la fai, se vuoi».