“La prima volta ad Haiti ti senti impotente”

(all’interno dell’articolo GALLERIA FOTOGRAFICA) Una serata tra racconti di viaggio e nuovi progetti, programmazione e aggiornamenti su amici comuni. In un clima emozionante si è consumata la serata in cui si sono incontrati una ventina di “abbiatesi” che avevano un punto comune molto forte: essere stati volontari ad Haiti, da don Giuseppe Noli e don Mauro Brescianini, nella parrocchia di Mare Rouge. Continua a leggere

Don Giuseppe Noli: “Ecco come sono arrivato ad Haiti”

«È come un matrimonio, si sceglie una persona con cui si pensa di poter vivere una vita insieme. Su diversi paesi la scelta è caduta su Haiti». Don Giuseppe Noli, l’ex parroco di Abbiate Guazzone, racconta come è nata la sua passione per la vita missionaria, da Huacho in Perù fino all’ultima esperienza che da dieci anno lo vede nella parrocchia di Mare Rouge, ad Haiti.
Don Noli, in questo stralcio di intervista, racconta anche quello che provò quando il vescovo gli diede il progetto per la nuova chiesa: «Da due anni mancava il parroco a Mare Rouge, mi hanno messo in mano il progetto della chiesa perché la comunità era cresciuta così tanto che non c’è era più spazio. Davanti a una cosa del genere sono rimasto sconvolto, non mi sentivo in grado di fare una spesa così grande. All’inizio dissi di no, ma con il passare del tempo, grazie all’intervento di amici venuti dall’Italia, siamo arrivati a utilizzare la chiesa nuova».
Di seguito lo stralcio dell’intervista:

L’ex dittatore “Baby Doc” di fronte ai giudici

La notizia ha fatto il giro del mondo e per questa volta non riguarda il terremoto o l’estrema povertà, ma il fatto che l’ex dittatore di Haiti, Jean-Claude Duvalier, si è presentato di fronte ai giudici. Più conosciuto come “Baby Doc“, figlio del più sanguinario “Papa Doc”, Duvalier ha governato il paese nel sangue, dal 1971 al 1986. Quando fu deposto fuggì e poi si stabilì in Francia dove vi rimase per decenni. Fino a due anni fa, quando pensò di rientrare ad Haiti, credendo forse di essere accolto a braccia aperte. Trovò invece le manette e per lui iniziò il processo per reati finanziari.
Nei giorni scorsi si è presentato di fronte ai giudizi, dopo due udienze andate a vuoto perché non si sapeva dove fosse sparito. Infatti “Baby Doc”, oggi 61enne, non si trova in prigione, ma agli arresti domiciliari. Se non si fosse presentato nemmeno nella terza udienza sarebbe scattata la prigione.
Ora, i giudici della Corte d’Appello di Port-au-Prince, dovranno stabilire se possa essere o meno processato per i crimini contro l’umanità perpetrati sotto il suo regime. Con il pericolo che il reato possa essere giudicato prescritto.