A Mare Rouge non si rimane mai senza far nulla. I volontari che sono qui in questo periodo, sono rimasti bloccati per qualche giorno per via di materiale elettrico che deve arrivare. Nell’attesa è spuntato un nuovo super lavoro: l’illuminazione notturna della croce sul tetto della chiesa, non solo simbolo di fede, ma punto di riferimento per gran parte della comunità di Mare Rouge.
Roberto, Antonio e Alessio si sono dati da fare per rendere autonoma l’illuminazione: due pannelli solari, due strisce di led e delle batterie. Collegamenti pronti, ma come arrivare fino alla croce e agganciare cavi e luci? Ed ecco che, tra un po’ di peripezie, arrangiandosi come in qualsiasi casa, i “nostri” armati di scale e buona volontà hanno portato a termine l’impresa. E ieri notte l’accensione ufficiale.
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“Gli haitiani devono avere più fiducia in se stessi”
Rodolph Balthazare è il parroco di Mol san Nicolà, il paese sul mare a quasi 20 chilometri da Mare Rouge. Siamo andati a trovarlo con Don Mauro perché, oltre a rapporti di buon vicinato, è anche il decano del decanato di Mol, che riunisce sei parrocchie della zona, in un territorio davvero molto esteso. Continua a leggere
Don Giuseppe Noli: “Ecco come sono arrivato ad Haiti”
«È come un matrimonio, si sceglie una persona con cui si pensa di poter vivere una vita insieme. Su diversi paesi la scelta è caduta su Haiti». Don Giuseppe Noli, l’ex parroco di Abbiate Guazzone, racconta come è nata la sua passione per la vita missionaria, da Huacho in Perù fino all’ultima esperienza che da dieci anno lo vede nella parrocchia di Mare Rouge, ad Haiti.
Don Noli, in questo stralcio di intervista, racconta anche quello che provò quando il vescovo gli diede il progetto per la nuova chiesa: «Da due anni mancava il parroco a Mare Rouge, mi hanno messo in mano il progetto della chiesa perché la comunità era cresciuta così tanto che non c’è era più spazio. Davanti a una cosa del genere sono rimasto sconvolto, non mi sentivo in grado di fare una spesa così grande. All’inizio dissi di no, ma con il passare del tempo, grazie all’intervento di amici venuti dall’Italia, siamo arrivati a utilizzare la chiesa nuova».
Di seguito lo stralcio dell’intervista: