The Sisters

Scrivo questa pagina di diario, questa mattina presto alle ore 7:30.

Da poco, Simone, Toni e Lilli sono partiti per il loro viaggio di ritorno verso Malindi, dove li aspetta la gestione del loro bar.

Vivrò, quì presso la comunità Loyangalani 41 giorni, in completa solitudine africana.

Presso la missione in una parte distaccata vivono due suore della missione della Consolata, le quali dirigono l’unico dispensario della zona fino a Marsabit.

Sono loro stesse che in prima persona assistono i pazienti che 24 ore/die affollano il corridoio della reception.

Sono due grandi persone.

Hanno niente, ma giorno dopo giorno lavorano instancabilmente per aiutare realmente il prossimo, con devozione a Dio e al loro fratello o sorella.

Mi ha stupito nell’intervista che ho dedicato a loro la serenità del loro spirito e la lucidità della loro mente.

Io non posso pubblicare nulla né foto né video-intervista, lo faranno gli altri per me, una volta arrivati a Malindi, dove la connessione è molto buona.

Da qui i malati più gravi, vuoi perché arrivano troppo tardi al dispensario della missione, per aver percorso anche più20 kma piedi, vuoi perché sono affetti da patologia grave, forte anemia, in setticemia, infiammazione da serpente, scorpione, bronchite per gli sbalzi di temperatura dovuti alla frescura della capanna ed al caldo esterno di 50 gradi sotto il sole con la gravante del forte vento, partono caricati sul primo mezzo di trasporto solitamente camionisti, 1 ogni mese oppure il matatu, un Nissan van, simile al pulmino taxi, da prescrizione per 9 posti, nella realtà da 30 posti.

Essi compiono il cosiddetto viaggio della speranza, non sapendo se giungeranno a destinazione vivi o chissà in quale altro stato.

Non mi dilungo sulle eventuali possibilità di contagio verso i loro compagni di viaggio, ma possiamo immaginare tutti quanti.

Tra qualche giorno partirò con le Sisters, con la jeep del Padre per vaccinare i bambini di alcune comunità contro il morbillo,  staremo via tutto il giorno e per una comunità più lontana anche una notte.

Nel dispensario le malattie si curano a vista, a sensibilità e tatto, basato sull’esperienza personale.

Ebbene si non esiste nessun laboratorio qui allo Loyangalani.

Hanno da un anno un microscopio con alcuni vetrini, null’altro a livello strumentale.

Basti pensare che non vi è il tester della malaria, comunemente, la prima causa di malattia in Kenya.

Un’altra difficoltà che incontrano sul loro cammino e questa è la più grande, è la mancanza di personale disponibile a lavorare con stipendio qui allo Loyangalani.

Questo fa comprendere subito la durezza di questo luogo, dove non c’è nulla, solo sassi, pietre, un lago ed un clima così secco ed arido, quasi impossibile per la vita umana.

Così la reperibilità di gente locale competente in materia, ossia infermieri, ostetriche, medico, tecnico di laboratorio, sembra essere una reale missione impossibile altro che 007.

Qui la speranza per una vita migliore è una tra le cose più belle che possano esistere e forse è proprio questo il sale che fa andare avanti suora Agnese Deperon e suora Lucimar Tibola.

Pubblico questo articolo alle ore 14:00.

Temperatura 45 gradi

Umidità 50%

Ha appena piovuto, sto sudando tantissimo proprio ora, sudore dalla fronte, dalle braccia, dalla schiena, bevo acqua bollita e quindi carente in sali minerali, non idrata granché, bevo e sudo, bevo e sudo sia di giorno sia di notte.

Questa mattina ho dovuto stendere il cuscino perché era bagnato fradicio.

Le mie braccia e gambe somigliano più a grondaie che a delle membra umane.

Un caro saluto a tutti voi

Un abbraccio alle persone a me care, ovviamente dopo aver fatto una bella doccia profumata 🙂

Gabriele from Loyangalani

Saturday night in Loyangalani Camp

Sabato 3 novembre ore 18:33 Kenya, lago Turkana , Loyangalani

Le giornate passano veloci qui al lago.

Ci si sveglia presto al sorgere del sole, ore 6.30, accompagnati dal melodioso canto degli uccellini, ci si alza dalla branda ci si dà una bella sciacquata al viso con l’acqua che già a questa ora è calda per poi dirigersi verso la cucina della missione. Si passa attraverso un bel corridoio fatto da sassi e pareti di palme e alberelli locali, che raffrescano con la loro chioma il nostro passaggio.

Bevuto il caffé locale oppure il classico nescafé solubile con qualche uovo ed angera, la giornata è ufficialmente iniziata.

Oramai il nostro primo interesse è indirizzato alle bacinelle in cui si trovano le piantine dei cavoli verza che stanno crescendo molto bene e le prime piantine di spinacio che sono lì lì per spuntare. Poi si passa al perfezionamento della piattaforma agricola realizzata, si verificano le perdite, la pressione all’interno dei tubi, si controlla che non ci siano buchi per l’ingresso di insetti, si sistema la mosquito net (elemento fondamentale in Kenya e nei paesi simili a questo, è la tipica zanzariera da appendere sopra al letto), si leggono i valori numerici del display del controller charger che gestisce il sistema elettrico del fotovoltaico e infine si fa un planning dei lavori da fare durante il giorno. Domani sarà la volta del trasferimento delle piantine dalle nursery alla piattaforma idroponica.

Non avendo ora la possibilità di pubblicare foto, cerco di descrivere l’impianto che abbiamo realizzato.

Base di tutto è un telaio in ferro saldato in loco avente le seguenti dimensioni 150 * 150 cm con pendenza circa del 10%. Sopra al telaio sono stati fissati 7 tubi arancioni, quelli tipici dei muratori, sui quali sono stati effettuati 7 buchi per singolo tubo. Nei rispettivi buchi sono stati introdotti i bicchieri di plastica, contenenti sassolini di piccole dimensioni, simili alla perlite, argilla, in alcuni di questi è stata aggiunta anche fibra di cocco. Al di sopra di questo primo strato è stato fissato l’impianto d’irrigazione composto da 7 tubi grigi, diametro 2 cm. Questo impianto è collegato alla vasca di mandata e raccolta dell’acqua. L’acqua è raccolta tramite una canalina posta sul lato più basso della piattaforma e sfocia direttamente all’interno del secchio di raccolta, previa filtrazione tramite colino. Da qui viene mandata in testa all’impianto tramite pompaggio, ho optato per una semplice pompa da acquario economica ed efficiente, da qui poi per semplice caduta di gravità scende da monte a valle, per poi ripetere il tutto ciclicamente. Al di sopra del 2 strato di tubazioni grigie, sono state messe due zanzariere per isolare le piantine da eventuali insetti. Insetti ed animali vari, aggiungerei, diciamo che mi tocca convivere con strani volatili, alcuni dai colori metallici bellissimi, api, ragni di varie dimensioni, scorpioni arancioni e rossi, proprio ieri ne ho trovato uno nel mio piccolo lavandino in camera, avrà pensato che mi sentivo solo, qualche mickey mouse della situazione e chissà poi cos’altro, vi terrò informati a riguardo. Domani finiremo di montare l’idroponica esterna per pomodori, spinaci e contemporaneamente preparare la nursery per quest’ultimi. Il lavoro è tanto ma piano piano o come dicono qui pole pole si fà tutto, anche perché in alcuni momenti della giornata il termometro raggiunge tranquillamente i 45 gradi ed è obbligatorio fermarsi. Uno dei miei luoghi preferiti dove mi rifugio dal caldo estremo è un amaca tutta colorata legata ai due lembi a due grosse e imponenti palme da cocco, vicino alla già citata capannina costruita interamente con foglie di palma, da dove tra l’altro vi sto scrivendo proprio adesso.

A quest’ora, le 20:00, sale spesso un vento molto forte che spazza qualsiasi cosa che incontra per la sua strada, compresi i nostri panni stesi, ma che libera altrettanto bene il cielo da qualsiasi nuvola, lasciando ai nostri occhi, l’immagine magnifica della volta celeste, con tutto il suo splendore della via lattea e delle sue costellazioni, uno spettacolo unico, nel suo genere, da ammirare.

Così mando, a voi tutti, la mia personale buonanotte.

Gabriele

Le prime piantine :)

Articolo scritto il 1-11-12, pubblicato il 2-11-12

Ciao a tutti, parentado, amici e nuovi visitatori, qui è Gabriele il Turkana che vi parla.

Mi trovo in un posto sperduto sulla faccia della terra, precisamente nel continente nero, al confine tra Kenya ed Etiopia, circondato da ben quattro diversi tipi di deserto, quello della tribù dei Sanburu, dei Turkana , dei Rendille e degli Ol Molo.

Ognuna di queste tribù è caratterizzata da tipici elementi, quali l’abbigliamento, monili,   armi, canti, balli, taglio dei capelli. Queste sono le prime tipologie di tratti distintivi che mi vengono in mente.

Esiste tra tutte queste categorie un minimo comune denominatore ossia il colore.

La vivacità dei colori è un tratto caratteristico tra tutti, i colori maggiormente usati sono: il rosso, l’arancione, il giallo, il verde.

Affronterò la descrizione tribù per tribù più dettagliatamente nei prossimi articoli.

Ora voglio dare a voi pubblico italiano e non solo, una notizia molto speranzosa per il nostro progetto, ieri mattina 31 ottobre, sono germogliate le prime piantine di cavolo verza.

Le sto curando personalmente, sono alte 1-2 cm, l’una.

I semi di spinaci sono ancora in letargo, confido nei prossimi 3-4 gg, vi terrò informati.

I lavori procedono giorno dopo giorno, con un buon ritmo, tenendo conto della variabile clima.

In questa parte del Kenya si raggiungono le temperature più alte, circa 50 gradi.

I mesi più caldi sono gennaio, febbraio e marzo con temperature che raggiungono i 60-65 gradi con il 15% di umidità.

Ieri abbiamo montato il sistema fotovoltaico sul tetto della guest house della missione, 6, il numero dei pannelli montati, capaci di erogare 750 Watt a 220 Volt a 50 Hz.

Oggi, con l’aiuto di un elettricista locale abbiamo concluso il sistema con alcuni accorgimenti tecnici e voilà ora funziona tutto correttamente.

Mi piacerebbe pubblicare le foto delle varie fasi di montaggio del sistema ma purtroppo sono dotato di una connessione internet molto lenta e ciò mi impedisce di farlo.

E’ questione di tempo, avrò modo penso a dicembre di pubblicare le immagini e video di breve durata, sia della parte lavorativa sia dei meravigliosi paesaggi che mi circondano, non immaginabili con mente umana.

Non ho + corrente, stacco.

Un abbraccio

gabriele

p.s. ho mandato varie mail non sò se riuscite a riceverle.

THE NURSERY DAY

Buonasera a tutti, vi sto scrivendo da sotto una capannina realizzata con foglie di palma intrecciata, nel bel mezzo dell’oasi dello Loyangalani.
Siamo appena tornati da una piccola pausa dopo cena, a base di qualche soda e Tusker, per rilassarci dopo una lunga, faticosa e calda giornata di lavoro.
Ebbene si, qui fa molto caldo, ieri pomeriggio ho effettuato alcune misurazioni per gestire le variabili climatiche per il progetto, il termo-igrometro segnava 50°C e 18% di umidità alle ore 13:00.
Oggi è stata una giornata importante per noi, abbiamo preparato la nursery ossia il reparto maternità per la semenza. Abbiamo piantato in primis i semi degli spinaci e poi i semi del cavolo verza in due piccole bacinelle riempite appositamente con acqua e nutrienti.
Da qui le prime piantine saranno trapiantate nel nostro laboratorio agricolo, costruito artigianalmente, anche con pezzi di recupero trovati in loco, es. pneumatici d’auto, per la fase vegetativa.
Saranno inserite all’interno di bicchieri, contenenti sassi dall’adeguata porosità, trovati ad Isiolo, fibra di cocco, trovata a Malindi, necessari per dare stabilità e sostegno alla piantina e adeguatamente irrigati, tramite il sistema d’irrigazione, ultimato proprio oggi.
Molti sono stati i test fatti, una volta attaccata la pompa, per verificarne la stabilità, il bilanciamento e verificarne le perdite.
Domani mattina con l’aiuto di Fr. Andrew installeremo i 6 pannelli fotovoltaici che produrranno circa 700 W, per dare corrente elettrica a 220 Volt e 50 Hz alla lampada idroponica, timer e pompa.
Mi dispiace non poter mandarvi le foto di ciò che vi sto raccontando, darebbero maggiore valore alle parole scritte, non appena potrò, lo farò.
Questa notte, c’è luna piena.
E’ tutto cosi molto bello, questi meravigliosi paesaggi visibili ad occhio nudo, illuminati solo dal chiarore della luna, danno una sensazione particolare per chi come noi giungono da altre terre, altri tipi di spazi, altre architetture, altri modi di vivere.
Ho ancora impresso nella memoria il colore, il forte vento caldo, il riflesso del lago di ieri sera, questo paesaggio cosi duro al primo impatto, fatto solo da rocce per la maggior parte di origine vulcanica, nere, più o meno porose, dove camminando puoi calpestare fossili incastrati nelle rocce.
E’ un luogo molto primitivo, cosi come lo testimoniano i riti folkloristici, i ritmi ed i modi di vivere di alcuni abitanti turkana.
Avrò modo di vedere tutto ciò meglio con i miei occhi durante la mia permanenza qui al lago.
Vivrò qui fino al periodo natalizio poi raggiungerò gli altri Simone, Tonino, Lilli a Malindi, per festeggiare insieme a loro il santo Natale.
Un abbraccio a tutti.
Gabriele

ARRIVATI AL LAGO TURKANA !!!

ciao ragazzi, qui è Gabriele che vi parla, siamo arrivati tutto bene. vi sto scrivendo non proprio da una poltrona di velluto ed in comode condizioni. scusate se sarò un pò di corsa nello scrivervi. la connessione internet è molto lenta, ma sono contento che c’è. siamo arrivati ieri sera dopo 13 h di viaggio, lungo e a volte non facile, ma siamo arrivati come si suol dire in certe condizioni e qta è la volta buona di dirlo sani e salvi. leggo tutti i vs commenti, saluto zia Anna, Mary, grazie Elisa, i miei nonni Vittorio e Giannina, papà e mamma, la polla e tutti quanti voi che leggete.

Partiti da Isiolo alle 6:30, ci siamo fermati a Serolippi, per salutare padre Pendenzini, che si trova in Italia. a farci gli onori di casa c’era il vice che ci accolti calorosamente con una bella tazza di caffè caldo.

Abbiamo proseguito per Laisamis, dove abbiamo fatto una sosta di circa 30 minuti, nell’ospedale. Qui abbiamo girato un intervista al responsabile della struttura, un medico chirurgo, non ricordo ora il nome, ho il foglietto di carta col nome nella stanza, ed ale infermiere sue assistenti.

Abbiamo raccolto del materiale molto interessante, con paradossi, carenze, priorità di cui velocemente bisogno, es. hanno una camera per l’operazione chirurgica dotata in parte di strumentazione tecnica, ma gli manca la corrente per farla funzionare. Il vero problema qui in Africa-Kenya è il mantenimento nel temo delle cose, siano esse progetti, materiali, strutture etc. occorre meditare su di questo.

Lasciata Laisamis, ci siamo avventurati nella vera savana- deserto, direzione Marsabit.

La notizia più brutta che abbiamo ricevuto è stata quella che non volevamo sentire: la PIOGGIA. la pioggia nel deserto significa sabbia mobili ed impantanamento, difficle poi da uscirne. Consci di ciò, abbiamo deciso per una strada secondaria più lunga di circa 100 km, evitando l’area delle piogge.

Ci siamo fermati per una brevissima sosta dopo 8 h di viaggio mangiando asparagi bianchi (Ale 🙂 ), carne in scatola (pessima-stomachevole), pan carrè, nescafè e via pronti per affrontare 3 deserti.

Il primo è stato il deserto del chalbi, il secondo il deserto della tribu dei Rendille, che costeggia south hor per concludere in gran bellezza con il deserto dei sassi.

Paesaggi mozzafiato ci sono comparsi davanti agli occhi, terre mai viste, colori bellissimi, se riuscirò caricherò delle foto giusto per darne un’idea.

Verso le 19 circa ci appare quasi magicamente questa interminabile distesa di acqua, oramai sul calare del tramonto,  quasi come fosse un assaggio per noi, quella visione, come se volesse dire ragazzi vi ho aspettato, è stato un bel momento.

Dopo 5 minuti Lilli è stata attaccata da una cavalletta gigante tipo 10 cm, abbastanza impaurita è volata fuori dalla macchina come un fulmine, premetto avevamo parcheggiato per scattare due foto a questo bellissimo paesaggio.

Ripresasi, siamo risaliti sulla jeep e siamo scesi verso il lago, costeggiandone la riva est e dopo pochi minuti 19:45, siamo giunti all’oasi Loyangalani.

Incredibile se ripenso a quanti km abbiamo viaggiato , affrontando immensi deserti, solo con sabbia, sterpaglie aride, piccole tribù in mezzo al nulla per poi arrivare davanti al lago e perdipiù in un oasi con piante verdi e vegetazione.

Questo è un luogo dove poche persone, soprattutto muzungo, i cosidetti bianchi, sono arrivati e lo si capisce da come le persone che ci abitano ti guardano, si comportano nei tuoi confronti.

E’ stato un viaggio lungo e a tratti non facile, ma terminato bene. Domani domenica 28 inizieremo a costruire il progetto idroponica, molto apprezzato da padre andrew e i suoi collaboratori, abbiamo un bel tifo.

un saluto a tutti

Gabriele

 

 

ON THE ROAD

« “O frati,” dissi, “che per cento milia
perigli siete giunti a l’occidente,
a questa tanto picciola vigilia

d’i nostri sensi ch’è del rimanente
non vogliate negar l’esperïenza,
di retro al sol, del mondo sanza gente.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,

ma per seguir virtute e canoscenza”. »

(vv. 112-120)
Finalmente sulla strada! due righe per augurarvi un buon viaggio ragazzi! che so bene è meraviglioso ma anche difficile e faticoso, un viaggio nel cuore dell’africa nel bene e nel male! che non si puo prendere alla leggera. vi auguro di non dover spingere troppo la macchina, viste le previsioni incerte e che tutto vada bene…tanto fin che ci sono le scatolette con gli asparagi bianchi di Simo siete serviti meglio che all’hilton! vorrei tanto essere li con voi! non vedo l’ora di raggiungervi tutti!
SAFARI NGEMA RAFIKI YANGU!!!!!

LAST DAY IN ISIOLO TOWN !

Eh si siamo arrivati sani e salvi dopo giorni de fuego a tutta birra per preparare il progetto da portare al lago Turkana nel villaggio Loyangalani.

Siamo tutti quanti esausti per questi giorni di intenso lavoro, io e Tonino carenti di energie, abbiamo fatto l’ennesimo test della malaria prima a Malindi, ora presso l’Isiolo central medical lab services investigation card tutti quanti con esito negativo. Poi abbiamo girato con Tony ed Irugne in giro per la città alla ricerca di materiale che non abbiamo trovato, forse ci arriverà questa sera, attendiamo la chiamata di Harish, il ragazzo indiano.

Squilla il telefono, proprio ora, è Harish, mi dice che non ha trovato il cavo che ci serve, notizia che tutto sommato ci aspettavamo anche se la speranza è l’ultima a morire.

Passeremo al piano B utilizzando un solo cavo, che collegheremo all’inverter del fotovoltaico, per poi attaccarci due timer che comandano a loro volta due elementi essenziali, il primo le lampade, il secondo le pompe.

Il nostro mezzo di trasporto, una jeep Toyota land cruiser caricata come un mulo è pronta per partire domani all’alba alle ore 5:00.

E’ stata caricata con il materiale del progetto, frutta e verdura, acqua, benzina.

Il viaggio, lungo 430 km, durerà se tutto va bene 12 ore con la speranza che non piova. Attraverseremo diversi tipi di paesaggi partendo dalla savana per arrivare sulla rovente sabbia del deserto del Chalbi per ritornare nella savana e successivamente di nuovo nel deserto.

Ai nostri occhi si presenterà un deserto fatto completamente di sassi lungo svariati chilometri per poi giungere finalmente alla nostra meta finale il lago Turkana. Fr. Andrew ci aspetterà sulla soglia del villaggio Loyangalani per darci il benvenuto. Proprio qualche minuto fa padre Andrew ci ha contattato annunciando che ci aspetta per domani sera, è entusiasta per il progetto.

Abbiamo finto di cenare, una bella pasta in bianco con un po’, quel che è rimasto d’olio con dei peperoncini verdi molto piccanti.

Fra poco andiamo tutti quanti a letto per il grande viaggio che ci aspetta domani.

Un caro saluto a tutti

Gabriele

Penultimo giorno ad Isiolo e poi partenza…

Ciao a tutti quanti,

inizio il mio articolo ringraziandovi per la costanza con la quale state seguendo la nostra avventura in Africa.

Siete sempre più numerosi, riceviamo sia nei nostri indirizzi di posta elettronica apprezzamenti per il nostro gesto in questa parte di Africa e sia commenti direttamente sul blog.

Questo ci fa molto piacere, perché ci permette di avere sempre un confronto aperto con voi tutti e un punto di vista della situazione europea sul nostro progetto africano.

Dico questo perché l’atmosfera, i modi di vivere, i ritmi di vita sono molto diversi dai nostri, italiani.

Ora che sono qui in Kenya da un mese esatto ed ho avuto la fortuna di cambiare più paesaggi e stili di vita mi sento in minima misura parte di questo modus vivendi.

Come tutte le cose ci sono pregi e difetti, ma di questo ne voglio parlare in un prossimo articolo.

Mi scuso con voi, se non sono stato presente gli ultimi due giorni, ma il primo ero molto stanco.

Il lavoro di preparazione per la realizzazione del progetto idroponica, sta portando via a tutti noi molte energie, difficile da descrivere, perché in gioco ci sono molto spesso idee contrastanti soprattutto tra me e Simone, ma che si rivelano costruttive, perchè servono a migliorare la realizzazione della struttura del progetto.

Altre variabili in gioco sono il caldo secco che ti trafora la pelle all’ombra mentre se stai al sole ti squami in 15 minuti, la difficoltà di reperimento dl materiale nei negozi e l’estrema lentezza con la quale ti servono perdendosi via innumerevoli volte con altri clienti e cosi l’attesa per comprare dei tubi, viti, tire up, snodi a T, etc. può durare anche 3 ore, oh beata efficienza dei commessi europei vieni a benedire i tuoi fratelli africani.

Il secondo giorno, cioè ieri, non sono stato bene, niente di grave per carità.

Ho avuto problemini di stomaco dopo aver fatto colazione.

Ho mangiato un po’ di latte di capra appena munto e fatto bollire molto bene e poi due biscotti con la mitica nutella, tempo 5 minuti ho sentito dentro di me un trailer della 3 guerra mondiale e via discorrendo.

Mi sono anche ritrovato dentro al negozio di ferramenta di Arish, un ragazzo indiano ed uscire 5 minuti dopo, chiedendo aiuto per trovare un bagno libero, cose che capitano…meglio se non capitassero.

Simone dice che la colpa sia da ricercarsi nel latte+nutella+caldo, effetto bomba per lo stomaco se ci si ritrova nel bel mezzo dell’equatore.

Anche oggi è stata una giornata di duro lavoro per ultimare le due strutture base del progetto, allego qualche fotina che possa rendere l’idea.

Partiremo per il villaggio dello Loyangalani venerdi mattina alle ore 4:00.

Domani caricheremo la jeep in tutti i suoi più remoti spazi perché abbiamo molte cose da portare, partendo dal materiale della struttura del progetto alle provviste per il villaggio alle taniche di benzina alla mia valigia e per ultimo se non ci dimenticheremo…noi stessi, sempre se troveremo un posticino.

Una volta che realizzeremo la struttura tutti insieme, Simone, Tony e Lilli ripartiranno dopo qualche giorno per Malindi, ridente cittadina sulla costa dell’oceano indiano, mentre io starò su per seguire il progetto, in questa terra a detta di molti la “culla dell’umanità”, proprio lì qualche anno fa, è stato ritrovato lo scheletro di Lucy.

Buona serata da questo paese immerso nella savana africana.

Gabriele

KARIBU ISIOLO!

Sì viaggiare
evitando le buche più dure,
senza per questo cadere nelle tue paure
gentilmente senza fumo con amore
dolcemente viaggiare
rallentare per poi accelerare
con un ritmo fluente di vita nel cuore
gentilmente senza strappi al motore.
E tornare a viaggiare
e di notte con i fari illuminare
chiaramente la strada per saper dove andare .
Con coraggio gentilmente, gentilmente
dolcemente viaggiare.

(Si viaggiare – Lucio Battisti)

Che viaggio! Abbiamo raggiunto Simone e Gabriele con un giorno di ritardo partendo da Malindi alle 19.45 e da lì è partita la nostra “Simpatica e lunga Odissea”. A metà tragitto un camion si è ribaltato bloccando il traffico per circa 2 ore ritardando così il nostro arrivo a Nairobi! Comunque alle 10.00 del giorno dopo siamo “sbarcati”,  fisicamente stravolti per il viaggio e per aver dormito all’incirca 7 secondi a causa del caldo soffocante e di quei simpatici insetti che per tutto e dico tutto il viaggio ci hanno accarezzato la testa!! Questo perchè ci hanno assegnato la prima fila sul pullman e sopra alle nostre teste c’era un mega schermo che proiettava film di intrattenimento ma che allo stesso tempo grazie alla sua luce richiamava anche tutti i nostri amici ai quali mancavano solo i pop corn e una birra tra le zampe per essere degli spettatori al cinema! Arrivati a Nairobi abbiamo recuperato i bagagli: 2 pale, un sacco enorme contenente fibra di cocco e non sappiamo ancora perchè anche dei cocchi, canne da pesca e un trolley! Sembravamo 2 dei sette nani, direi Pisolo e Gongolo! Dopo aver trattato il prezzo con un taxista abbiamo raggiunto Simone e Gabriele per ripartire alla volta di Isiolo! Un viaggio stupendo dai panorami incantati che si trasformano di km in km passando dalla trafficata ed inquinata Nairobi alle splendide steppe africane. In questo periodo è davvero suggestivo il paesaggio, le piogge portano con loro una tavolozza di colori per dipingere e colorare fiori, erba e alberi, i letti dei fiumi secchi si riempiono di nuovo di vita, tutto ciò che fa parte della natura si risveglia regalando questa incredibile metamorfosi! Dopo aver viaggiato per alcune ore, lasciamo il giorno e arriviamo ad Isiolo a casa di Simo di sera. Scesi dalla macchina una fiumana di sentimenti iniziamo a prendere forma in saluti, abbracci, baci, pianti e strette di mano! Siamo arrivati dalla nostra seconda famiglia! Dopo un sonno ristoratore ecco spuntare il dì con i suoi suoni, gli uccellini cinguettano di continuo donandoti un sorriso in contemporanea all’apertura degli occhi. E poi fuori casa dove ritrovi tutti, ragazzi che hai lasciato bambini, amici e amiche che ti salutano con affetto e curiosità, felici di vedere che sei tornata! Tutto è iniziato da qui, da questa piccola frazione di Isiolo a Kambi ya juu, tutto ciò che mi circonda mi ricorda quanto ho desiderato di anno in anno tornare qui, la fatica per avere quelle tre settimane per fuggire da quella vita che non riuscivo più a tollerare e che non faceva altro che rendermi triste e poco incline a crearmi qualcosa di solido, riducendo la mia voglia di vivere ad una routine autodistruttiva, così lottavo perchè sapevo che sarei tornata e che avrei ritrovato la mia serenità, abbandonando tutti i pensieri ma sopratutto ricaricando le batterie! Comunque sentimentalismo a parte in questi giorni stiamo mettendo in pratica il progetto e per farlo ci imbattiamo quotidianamente in situazioni alquanto insolite come sprofondare nel fango :)! Penso che le nostre scarpe non torneranno mai più del colore naturale e che neanche un super lavaggio in lavatrice riuscirebbe a rimuovere questo surrogato del cemento! Per cui tra recupero materiali, misurazioni di PH e tagli vari per realizzare la struttura direi che le giornate stanno volando! Ci stiamo divertendo davvero tanto e lavorando con tanta motivazione ognuno di noi ha un ruolo e questo ci permette di vivere in maniera serena questa esperienza! Ci sono momenti in cui le nostre teste si scervellando per trovare una soluzione ai problemi che insorgono a man mano che il progetto avanza, ma fortunatamente siamo 4 piccoli Meg Gaiver! Oggi è stata una bellissima giornata e fortunatamente le piogge ci stanno dando una tregua, facendoci lavorare all’aria aperta, circondati dai tanti bambini che vengono a casa di Simone per giocare… non vedevo l’ora! Adesso vi saluto vado fuori ad ammirare il sorriso di questa splendida luna che fa una luce incredibile e che permette a Gabri di raggiungere serenamente la sua camera senza finire nell’orto!

LALA SALAMA RAFIKI!!!!

 

 

 

 

 

SUNDAY 21 OCTOBER :)

Ciao a tutti 🙂

Vi scrivo dal soggiorno della casa di Simone in Isiolo, qui con me c’è Luigi, il figlio del fratello della moglie di Simone con mum and dad and his brò, Simone.

Ripenso alla giornata di oggi, domenica 21 ottobre.

Sveglia alle 6:30, saluto gli anziani della famiglia e passeggio un po’ in giardino, assaporando la frescura che sale dalla savana circostante, dopo una nottata di gran pioggia.

La notte, al contrario della passata, è stata piacevolmente riposante.

Fin dal primo risveglio, ho sentito respirare un atmosfera diversa da quella di ieri, un’aria di festa, di colori, di abiti eleganti, un via vai incredibile di persone, amici, conoscenti, parenti hanno invaso la casa di Simone.

Oggi è domenica, ho pensato.

Finita colazione, mi sono organizzato con Mama per andare insieme a messa, nella chiesa poco distante da qui.

Inizio messa h 9:00, fine messa h 12:30.

Abituato alla classica nostra ora di messa canonica, a prima occhiata 3 ore e trenta possono sembrare infinite, ma cosi non è stato.

Il segreto del trascorrere del tempo in bella maniera è stato penso io il canto.

La messa è tutta cantata, dall’ingresso del prete all’uscita dello stesso.

Canzoni dal testo a me incomprensibile, cantate in doppia lingua swaili e turkana.

Amen = amine

Mungu = god

Queste le due parole che ho compreso, durante la celebrazione eucaristica folkloristica costruita su suoni bellissimi da ascoltare.

Una volta finita la funzione religiosa, ritorniamo a casa.

Saluto e gioco con alcuni bambini, c’è chi è più timido e chi meno, gli stringo la mano, dicendo:

Mimi naitwa Gabriele, nawewe ?”, penso che sia umanamente impossibile ricordare i nomi di tutti i bimbi che ho visto e conosciuto oggi.

Dopo pranzo abbiamo giocato tutti insieme, sotto un bel sole uscito dalle mattutine nuvole che minacciavano pioggia.

Nel frattempo sempre più persone accorrevano nel giardino e da qui si disperdevano nelle due case per salutare i loro cari.

Ci siamo poi ritrovati tutti insieme per discutere del progetto, siamo entrati in contatto con una onlus di Roma, che ha detto che ci aiuterà personalmente, abbiamo tirato un po’ il fiato J.

Abbiamo elencato le difficoltà che possiamo incorrere durante la costruzione della struttura portante, del materiale che è necessario per il montaggio, il materiale di scorta da portare nel caso si guastasse qualche parte, realizzato una prova del pompaggio dell’acqua e analizzato alcune tipologie di pietre, trovate qui ad Isiolo, per verificarne la compatibilità col progetto, soprattutto sotto l’aspetto del pH e della conducibilità elettrica.

Giunge l’ora della cena.

Ognuno ha un suo compito, chi taglia delle cipolle di una potenza lacrimogena indescrivibile,

provata sui miei occhi, chi apparecchia, chi cucina.

Menù del giorno: fusilli al ragù, formaggio, zucchine e cipolle.

Due sono i momenti che mi sono impressi nella memoria di questa giornata:

il primo, i canti della messa, il secondo, il giocare con i bimbi, tutti insieme.

Buona notte a tutti quanti.

Gabriele&C.