Oggimitrattobene: la “2 di Picche” di Menaresta

Adelia mi ha dato il due di picche. Ma non preoccupatevi: Malto Gradimento non sta diventando il classico blog di disperazioni amorose ma resta saldo sui suoi obiettivi. Adelia è la collega di VareseNews che mi ha fornito una bottiglia di una delle birre più apprezzate (credo di non esagerare) dell’intero panorama italiano, appunto la “2 di Picche”, inventata in Brianza dal Birrificio Menaresta di Carate, che prende il proprio nome dalla sorgente da cui nasce il Lambro.
Gli appassionati la conoscono bene: questa birra rientra nella tipologia delle black IPA, perché unisce alle caratteristiche delle IPA in stile americano l’uso del malto tostato che permette di ottenere una bevanda decisamente scura. Continua a leggere

Oggimitrattobene: la Sierra Nevada Pale Ale

Su Malto Gradimento non abbiamo mai parlato, colpevolmente, del movimento brassicolo più vivace del mondo, quello americano (in verità accennammo tempo fa a una splendida iniziativa del Vermont, e nulla più). Dopo decenni dominati dalla grande industria infatti, negli Stati Uniti si è assistito – da metà degli anni Ottanta – a una spettacolare rinascita del movimento artigianale, un termine quest’ultimo ancor più vago di quanto sia in Italia visto che molto spesso i piccoli birrifici statunitensi hanno dimensioni di piccole industrie.
L’ondata delle craft beers, nata principalmente in California, ha portato alla riscoperta di stili che – anche nella Vecchia Europa – erano vicini all’estinzione ma anche di ingredienti caratteristici, come molti luppoli (Cascade, amarillo, centennial…) coltivati in alcune zone dal microclima particolare.

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Oggimitrattobene: la Blanche de Namur

Si possono chiamare witbier (alla fiamminga) o bière blanche (alla vallone) e rappresentano uno stile belga che ha rischiato di estinguersi per sempre, quando – per fortuna – Pierre Celis la riportò in auge (dal 1965) con la sua Hoegaarden, rifondata nel paese omonimo che è stato la culla – insieme alla vicina-rivale Lovanio – di queste birre. Prodotti che hanno la particolarità di essere realizzati utilizzando il frumento (non maltato in questo caso) e non solo l’orzo. Per rappresentare il mondo delle wit ho scelto la Blanche de Namur, birra che si comincia a trovare anche sugli scaffali della grande distribuzione italiana e non solo nei beer shop o nei pub per grandi appassionati.

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Oggimitrattobene: la Delirium Christmas

Per concludere degnamente le festività invernali – nelle quali sono stato più che morigerato dal punto di vista della birra e degli alcoolici in genere – ho deciso di stappare una delle “natalizie” arrivate nella «mia personalissima cantina». come direbbe il mitico Rino Tommasi.
Si tratta della sorella stagionale della celebre Delirium Tremens, la belga famosa anche per la particolarità di bottiglia ed etichetta, caratterizzate dall’elefantino rosa.

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Oggimitrattobene: la Aecht Schlenkerla

La volevo assaggiare da un po’ di tempo, possibilmente a casa, per abbinarla a qualche piatto adeguato. L’ho trovata, con la sua etichetta dai tratti gotici, a una bancarella (fornitissima: aveva anche diverse bottiglie di Westvleteren confezionate a tre a tre…) del mercatino di Porto Ceresio e non me la sono fatta scappare.
Oggi vi parlo della Aecht Schlenkerla Rauchbier, la birra di riferimento per una tipologia di nicchia, quella delle affumicate (rauch è il termine tedesco che le indica), piuttosto rara ma molto intrigante.
La Schlenkerla è prodotta nella città di Bamberg, in Baviera, e pare si chiami così -ma siamo già nel territorio indefinito tra storia e leggenda – in onore del mastro birraio zoppo che la inventò (Schlenkern è un termine arcaico che significa “zoppicare”). Continua a leggere

Oggimitrattobene: la Pietra

La birra di castagne è un prodotto sì particolare ma non del tutto nuovo per chi legge il nostro blog. Tempo fa segnalammo infatti una produzione di questa specialità legata al territorio varesino grazie all’interessamento del Consorzio Castanicoltori di Brinzio, Orino e Castello Cabiaglio che fornisce i propri frutti al Birrificio Valle Celio dove avvengono la cotta, l’affinazione e l’imbottigliamento. A livello nazionale sono parecchi i mastri birrai che si cimentano con la castagna, tanto che lo stile “Chestnut” è ritenuto di creazione italiana anche da molti esperti della materia. Continua a leggere

Oggimitrattobene: la Amarcord Midòna

Hanno il profumo antico dei film di Fellini, capaci di associare fin dalla etichetta eleganza aristocratica e genuinità paesana: sono le birre prodotte da un’azienda che ora ha sede produttiva in provincia di Pesaro ma che mantiene le sue radici proprio a Rimini. Il birrificio si chiama Amarcord, è tra i più noti del panorama artigianale italiano e ha saputo conquistarsi una fetta di mercato anche nella grande distribuzione (e proprio da un supermercato – Tigros – è arrivata la bottiglia che ho stappato e degustato).
Le quattro birre prodotte con regolarità da Amarcord portano proprio il nome di personaggi femminili felliniani. Tre sono donne-chiave del capolavoro che dà il nome al birrificio: la Gradisca è una bionda a bassa fermentazione piuttosto leggera, la Volpina è una rossa ad alta fermentazione, la Tabachera è ambrata e decisamente alcolica (9%). E poi c’è la “nostra” Midòna (o La Mi Dona) che inseriamo oggi nella rubrica Oggimitrattobene.

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I vip scelgono l’austriaca

Il Varesotto, territorio solitamente riservato e non particolarmente mondano, è stato attraversato per un giorno dalla “febbre da vip”. È accaduto sabato scorso in occasione delle nozze di Margherita Missoni – nipote di Ottavio e Rosita e a sua volta fashion designer nell’azienda di famiglia – con il pilota di vetture gran turismo Eugenio Amos.
Sulle “nozze dell’anno” non vogliamo aggiungere altro, perché il gossip – che spesso diffonde notizie a caso – non interessa né a noi e crediamo neppure ai lettori del blog. Qui preferiamo parlare di birra, una bevanda che non è mancata sulla tavola dei novelli sposi e dei loro ospiti vip.

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Oggimitrattobene: la St. Bernardus Prior 8

Prometto (e premetto) di essere quasi alla fine di questo mio primo ciclo di birre belghe: diciamo che mi manca ancora di descrivere la Corsendonk ma la tengo per ultima perché è quella che più mi è piaciuta durante il mio recente tour fiammingo. Prima però lasciatemi parlare della Prior 8, birra prodotta dalla Sint Bernardus di Watou, piccola frazione di un paese delle Fiandre Occidentali – Poperinge – al confine con l’estremo Nord della Francia. Una zona resa tristemente famosa da alcune battaglie della Grande Guerra che videro l’uso dei gas quali armi letali: siamo infatti a due passi da Ypres, località che diede addirittura il nome alla terribile Iprite.

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Oggimitrattobene: la Kasteel

La mia riserva di bottiglie acquistate in Belgio inizia ad assottigliarsi e oggi si è alleggerita definitivamente di una birra “parente” di quella Brigand di cui vi ho parlato qualche tempo fa. Il produttore è lo stesso, il birrificio fiammingo Van Honsebrouck di Ingelmunster, e quindi anche la bottiglietta è identica (e accomuna pure altre birre.
Sull’etichetta e soprattutto all’interno però questa volta troviamo una “scura”, la Kasteel Donker, davvero meritevole.

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