Incontriamo i Marta sui Tubi che, dopo anni e anni sui palcoscenici d’italia debuttano per la prima volta al festival di Sanremo portando un genere, quello indie rock, che solitamente è estraneo all’Ariston. Ma la vera curiosità è: “perchè vi chiamate Marta sui Tubi?”. “Non c’è un vero motivo. Il nostro nome è nato la sera del nostro primo concerto, dovevamo scrivere qualcosa sulla locandina e abbiamo scritto questo. Era un nome provvisorio, forse lo è ancora”. Una collaborazione con Lucio Dalla che ricordano come “unica e che ci ha toccato molto la sua scomparsa, un anno fa di questi tempi. Per noi è stata importante”Sul palco presentano la canzone “Vorrei”.
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Intervista ai Marta sui Tubi: “Resteremo underground anche a Sanremo”
I primi passi a Bologna, nel 2002. Poi un disco dal titolo “Muscoli e dei” che li lancia nel panorama musicale underground. Nel 2005 esce “C’è gente che deve dormire” e le conferme di pubblico e critica continuano ad arrivare. Una carriera sui palcoscenici di tutta Italia, collaborazioni e un sound che spazia tra l’indie rock e il folk. Brani che danno spazio alla voce e agli strumenti senza lasciare nulla al caso. I Marta sui Tubi sono questo e molto di più. Al Festival di Sanremo arrivano con due brani “Dispari” e “Vorrei” che giurano non “snaturalizzare” quello che sono. «Sono nati la scorsa estate e siamo contenti di poterli presentare sul un palcoscenico come quello dell’Ariston» spiega Giovanni Gulino, voce della band che sul palco dell’Ariston sarà accompagnato da Carmelo Pipitone voce e chitarra, Ivan Paolini alla batteria, Paolo Pischedda alle tastiere, violino e Mattia Boschi al violoncello.
Da dove nasce la scelta di partecipare al Festival di Sanremo?
«Non avevamo mai provato ad entrare al Festival di Sanremo. È una cosa che abbiamo sempre visto come qualcosa di molto distante dal nostro Continua a leggere