A piedi nudi nell’acqua, per assaporarla, per sentirla. Finalmente è arrivata la pioggia. Dopo più di un mese un temporale passeggero di qualche ora ha letteralmente cambiato il volto di Mare Rouge, del panorama ma soprattutto delle persone. Anche per noi, nella casa parrocchiale, dove si stava razionando l’acqua per lavarsi. La popolazione l’aspettava soprattutto per i campi, per quella terra ormai troppo arida dove anche le poche coltivazioni di caffè e di patate stavano soffrendo.
Sono uscito a fare un giro per vedere sotto l’acqua intorno a me. Non nascondo il piacere di sentire l’acqua sulla pelle. E il pensiero mi è andato a quante cisterne ci vorrebbero per tenere più tempo più acqua possibile. Una strada impraticabile.
Rimangono i volti delle persone incontrate. Volti cambiati, più sorridenti del solito, rilassati e felici. Molti di coloro che sono in giro mentre piove, si tolgono le scarpe, camminano a piedi nudi con le ciabatte in mano. Un bimbo se le mette sui gomiti per tenere meglio la tanica sulla testa. Altri giocano a pallone nell’acqua, qualcun altro sguazza nelle pozze. Altri ancora si mettono a lavare i vestiti sotto le grondaie scalcinate. Non si spreca niente.
Il temporale non è durato molto, ci vorrebbe qualcosa di più duraturo. Ma questa volta, invece di una pioggerella vaporizzata, è stata vera acqua. I campi sono stati bagnati, le cisterne, per chi le ha, riempite in parte. E stasera mi faccio una bella doccia. Anche se non so se utilizzerò l’acqua come prima.