Nascono dalla culla del rock indipendente italiano. Il loro accento riporta alle terre dell’Emilia Romagna e basta guardarli per capire che al Festival di Sanremo porteranno una canzone che non si rifà al pop neomelodico italiano. “Dietro l’intima ragione” infatti ha tutta la forza per raccontare la strada, non sempre facile, di un gruppo nato tra i banchi di scuola nel 1997, all’ lTC di Forlì e che ama lasciare spazio ai suoni della batteria, del basso e della voce. Il tutto senza tralasciare un aspetto melodico che ben li inserisce in un contesto come quello del Festival di Sanremo, in gara tra i giovani. I Blastema (@Blastema) sembrano mettere d’accordo coloro che amano le belle canzoni con chi ama i suoni “più duri” e sono Matteo Casadei (voce), Alberto Nanni (chitarre, cori), Michele Gavelli (Pianoforte, Synth, Hammond), Luca Marchi (basso) e Daniele Gambi (batteria). È Matteo a raccontarci questa avventura verso il festival.
Matteo, parliamo del vostro inizio, dal 2007 ad oggi cosa è successo?
«La nostra è stata una strada lunga e variopinta. Ci siamo formati per gioco e per passione tra i banchi di scuola e da lì non ci siamo più fermati. Non siamo stati più in grado di smettere. Ogni muro che abbiamo trovato si è trasformato in qualcosa di nuovo, un nuovo progresso. Nel 2006, se ricordo bene, abbiamo pubblicato il nostro primo Ep seppur non sia stato facile»
Come vi siete avvicinati al mondo della discografia?
«Il primo Ep ci ha dato visibilità e abbiamo iniziato a girare sui palcoscenici. Questo ci ha fatto incontro la casa discografica Nuvole Production di Dori Ghezzi. Abbiamo mandato i nostri pezzi, sono piaciuti e abbiamo firmato un contratto discografico. Siamo molto contenti di questa collaborazione perché siamo molto liberi di esprimere quello che siamo. Alla fine poi, è arrivato anche Sanremo…»
Cosa vi aspettate da questo festival di Sanremo?
«Il Festival di Sanremo per noi è un traguardo. È un’occasione che arriva inaspettata ed è una bella ricompensa di tutti questi anni passati a suonare con passione. Abbiamo girato tantissimo, in situazioni non sempre facile e questo Festival che arriva così, crediamo che sia una buona occasione da non prendere»
Come sono andate le prove con l’Orchestra? Che atmosfera si respira nel pre-festival?
«Siamo andati a Roma per la prima prova, seguiranno poi quelle all’Ariston. L’esperienza è molto positiva, è un mondo dove abbiamo molti stimoli, si incontrano molti professionisti e questo è fantastico. Inoltre, le prove sono andate bene. Con l’Orchestra ci sono stati molti momenti di sintonia e il nostro Maestro Enrico Cremonesi l’ha condotta in modo straordinario»
Un genere come il vostro non sempre si sente a Sanremo, come reagirà il pubblico secondo voi?
«Portiamo un pezzo melodico che rispecchia comunque quello che siamo. Un pezzo che è stato subito accettato da “Nuvole Production” per essere portato a Sanremo e che rispecchia le nostre caratteristiche»
Avreste mai pensato di finire su un palcoscenico come quello dell’Ariston?
«Sanremo per un musicista è un pensiero ricorrente. Adesso che ci siamo ci stiamo bene. È anni che fatichiamo per la musica e questa occasione è importante»
Come vedete il futuro?
«La musica purtroppo sta diventando un lavoro. Dico purtroppo perché in un periodo in cui il lavoro manca lasciamo le nostre certezze ma è un salto obbligato che ci fa piacere. Ci permette di abbracciare totalmente la nostra passione».