Una cantante che ama curare i suoi testi e la sua musica, senza tralasciare la leggerezza e il gioco che questi possono trasportare con essa. È questo quello che viene in mente ascoltando “Baciami?”, il testo che Irene Ghiotto porterà alla 63° edizione del Festival di Sanremo dove è in gara nella categoria “giovani”. Capelli corti, tatuaggio sull’ avambraccio, un sorriso che colpisce e una voce straordinaria, Irene ha ventisette anni e arriva da Vicenza dove ha iniziato a muovere i primi passi nella musica. Ha poi partecipato a Star Accademy, il talent show di Rai2 condotto da Facchinetti, che chiude prematuramente. A continuato a studiare, provare e oggi si trova ad affrontare una grande sfida: quella del Festival di Sanremo, «un sogno che ho raggiunto con fatica».
Come ti stai preparando al Festival di Sanremo?
«C’è una preparazione tecnica e una emotiva. Quella tecnica prevede lo studio del pezzo, le prove con l’orchestra, la registrazione del disco mentre la seconda è più difficile. Per quanto cerco di tranquillizzarmi infatti, quello dell’Ariston è un palcoscenico importante e non riesco a non sentirne l’importanza. Mi si blocca il diaframma»
Sei stata selezionata da Area Sanremo, come ricordi quell’esperienza?
«È stata dura, su 300 partecipanti ne hanno scelti due. È stata una dura prova ma essere stata scelta ha confermato la qualità del lavoro che ho fatto fino ad oggi e questo fa passare anche un po’ di insicurezza. Ho cercato e cercherò di fare del mio meglio»
Quanto l’hai desiderato questo palcoscenico?
«Tanto. Ci ho provato tre volte prima di essere stata presa. Era nei miei desideri. È un palco molto prestigioso, istituzionale e importante. Ho partecipato anche ad altri festival importante dell’underground ma partecipare a Sanremo è una bella sfida. Ho lottato duro per arrivare fino a questo palco. La vedo come una finestra che si apre…»
Come nasce la tua passione per la musica?
«In casa mia, fin da bambina c’è sempre stata musica e per me è sempre stata un’abitudine ascoltarla. Poi ho iniziato a suonare la chitarra, poi a cantare. Ho iniziato a studiare musica, quindi anche a scrivere i brani e i testi. Credo che per me la musica sia stata un percorso graduale e naturale»
Raccontaci del brano che porti all’Ariston, “Baciami?”…
«È un brano che è nato in un periodo particolare. Mi rendevo conto di scrivere musica in modo “comodo”, ovvero continuando a riportare le stesse cose, quelle che conoscevo, quello che ero abituata a fare. Ad un certo punto ho cercato dentro di me qualcosa di diverso, il mio lato più acido, meno romantico ed è nato “Baciami?”. La storia è quella di una ragazza che chiede di essere baciata ma seguono le parole e le immagini del brano si capisce che l’innamorato è immaginario, che è lei a “farsi dei castelli in aria”. È nata così».
Seguirà un disco?
«Sì, uscirà un Ep con sei pezzi durante il festival che si chiamerà semplicemente “Irene Ghiotto”»
In questi giorni hai incontrato artisti che ti hanno dato consigli particolari su come affrontare questa avventura?
«Durante le prove con l’orchestra ho incontrato Max Gazzè ma non ho avuto il coraggio di dirgli nulla. Mi sembra ancora impossibile essere parte di Sanremo e di dividere, seppur in piccola parte, il palcoscenico con artisti che ho sempre ammirato ed ascoltato. Penso a Max Gazzè ma anche a Daniele Silvestri o a Simone Cristicchi. I consigli invece, sono arrivati soprattutto durante Area Sanremo dalla commissione e sono stati molto utili. È stata un percorso che permette di studiare e conoscere la canzone e ti da la possibilità di migliorare»
Oltre a Gazzè, Cristicchi, Silvestri chi vorresti conoscere?
«I Marta sui Tubi, Elio, ma anche cantautori che non partecipano al Festival. Penso Cristina Donà per esempio, un’artista che amo molto per la sua capacità di scrivere brani profondi e alternativi, arrivando a tutti».