Una brave riflessione sulla mia fuga dall’Italia

Gli ultimi giorni della mia vita li ho passati svegliandomi in un letto che non è mio, in una stanza che condivido con un ragazzo che è nella mia stessa situazione labile, fragile e precaria e in una città che dista più di mille chilometri da casa.
Una città in cui si parla una lingua ostile ed avversa, una città perennemente coperta da uno strato di ghiaccio odioso e invincibile e una città in cui le persone che conosco si contano sulle dita di una mano.

Ogni singolo giorno mi sveglio e guardandomi allo specchio mi chiedo cosa ci faccia qui. Cosa stia cercando.
Cosa mai potrei trovare di meglio a Berlino rispetto al piccolo paese da cui provengo.
Perchè abbia dovuto lasciare tutto per sentirmi felice con me stesso.

Poi, in un momento di nostalgia, decido di dare un’occhiata al sito di VareseNews per scoprire cosa stia succedendo a casa.
E proprio su questo sito così familiare leggo che un ragazzo che personalmente non conosco, ma la cui fama lo precede, oltre ad avere un lavoro pagato dodici-e-dico-dodici mila euro al mese, adesso sarà anche candidato per non so quale elezione in non so quale circoscrizione.
Con la strada bella spianata verso un futuro già scritto.

Ed è proprio per questo che, esule dall’Italia, ogni mattina mi sveglio felice.
Sapendo che il letto in cui dormo non sarà mai mio, ma nessuno me lo ruberà solo perchè figlio del politico di turno.

9 pensieri su “Una brave riflessione sulla mia fuga dall’Italia

  1. resta lì Luca, la lingua sarà presto meno ostile e ti sarà di grande aiuto a livello professionale. Berlino è splendida , anche se gelida. I tedeschi sono cosmopoliti e ti integrerai presto E se poi sai fare, avrai sia all’università che nel mondo del lavoro grandi chance che in Italia non sempre sono riservate ai più meritevoli.
    Rafafella, insegnante di Tedesco

  2. non te la prendere troppo se qualche trota sguscia furbescamente più veloce dei salmoni….anche negli altri paesi sono convinto esistano le ‘raccomandazioni’, non solo qui in italia…
    poi la città in cui ti trovi può darti parecchie occasioni, se riesci a vederle e coglierle al volo puoi avere bei risultati, e magari in uno dei miei prossimi giri a Berlino potremmo anche berci una birra insieme senza fare troppo i nostalgici o gli sbigottiti, ciao da elbi gallarate

  3. sei da ammirare x la forza è la volontà di spirito auguroni di cuore x la tua carriera fuori dall Italia

  4. CARO LUCA…
    FORSE HO LA SOLUZIONE O FORSE NO..

    CREDO CHE LE COSE SI DEBBANO CAMBIARE DALL’INTERNO…
    L’ITALIA POSSONO CAMBIARLA SOLO GLI ITALIANI….
    …CAMBIANDO SE STESSI…..

  5. L’Italia è il paese dove i laureati sono sottopagati, se non a spasso; dove i ricercatori sono costretti a cercare fortuna all’estero. Eppure, per i raccomandati, gli amici e i parenti, le porte sono sempre aperte.
    Oltre a rappresentare un’ingiustizia, questo malcostume sta minando le nostre competenze in diversi settori a tecnologia avanzata, che vedono rinunciare a teste brillanti per far posto a degli inetti col cognome importante.
    Renzo Bossi è salito agli onori delle cronache per essere stato bocciato tre volte all’esame di maturità e per aver ideato e messo on-line il videogame “Rimbalza il clandestino”: è vergognoso che un soggetto del genere sia proposto in una lista elettorale solo perché figlio di un segretario di partito.

  6. .. dimenticavo .. resta in Germania!!
    almeno puoi assaporare la civiltà e dimenticare il terzo mondo..

    ciao

  7. Coraggio!!! Il primo impatto puo’ essere scioccante, ma la possibilita’ che hai di incontrare e conoscere altre culture, stili di vita e vie di pensiero ti allargheranno gli orizzonti. I furbi con la strada spianata? Beh, loro non si godono il “viaggio” e come ha detto qualcuno: “non e’ la meta’ che conta, ma come ci sei arrivato”!
    Andrea da Dublino

  8. Condivido riflessioni e sensazioni, dal suolo estero dove sono atterrata recentemente. Non una virgola cambierei: la sensazione di estraneità e la fatica ad integrarsi in una nuova realtà (che riserva anche tanti aspetti altrettanto positivi, professionalmente e culturalmente) restano le stesse, anche se cambia il contesto geografico. Resta uguale anche la delusione e la disillusione nel guardare all’Italia. Pro e contro da entrambe le parti, senza dubbio; in questo momento la bilancia pende pericolosamente dalla parte opposta al nostro paese, con mio sincero rammarico. Aspetto speranzosa il momento in cui mi sentirò di nuovo fiera nel dire “sono italiana”.

  9. D’accordo, un po’ di malinconia ci sta, con tutto quel freddo e lontano da casa, ma sappiamo che in fondo al tuo spirito curioso piace questo senso di spaesamento, questa sensazione di mondo da scoprire davanti a sè…anche a noi manchi. A presto

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