Passaporto pronto, manca solo la data

Il passaporto è arrivato, ora è davvero tutto pronto. Manca solo una data e si potrà raggiungere don Giuseppe Noli e don Mauro Brescianini ad Haiti, dove operano nella parrocchia di Mare Rouge. In questa maniera vorrei poter raccontare non solo quello che hanno fatto, o come si vive, ma anche tutto quello che è stato realizzato insieme agli abitanti di Abbiate Guazzone (Tradate). Persone che per dieci anni hanno fatto avanti e indietro per progettare e costruire. Vorrei raccontare il collegamento invisibile tra questi due piccoli paesi distanti migliaia di chilometri.
Molto probabilmente ci vorrà ancora qualche mese, forse a settembre si parte, in concomitanza con l’inizio della scuola nella parrocchia. Continua a leggere

Don Noli: “Aiutare gli altri allarga la visione della vita”

«Aiutare gli altri allarga il senso di visione della vita». È una parte della filosofia di Don Giuseppe Noli, ex parroco di Abbiate Guazzone (Varese), da 11 anni ad Haiti, nella parrocchia di Mare Rouge, dopo aver passato altri 12 anni a Huacho, in Perù. In entrambi i casi si è creato un forte legame con la comunità di Abbiate, con volontari che hanno messo a disposizione il proprio tempo, le competenze e le disponibilità. «Entrambe le comunità si arricchiscono con questa esperienza, aiuta a crescere, a diventare grandi e capire che siamo tutti fratelli».
Ecco lo stralcio di intervista video:

A Mare Rouge spuntano i nomi delle vie

Una grande novità per Mare Rouge, la parrocchia di Haiti dove operano Don Giuseppe Noli e Don Mauro Brescianini. In alcuni punti della parrocchia sono spuntati i nomi delle strade, un nuovo segno di organizzazione della comunità che è stato raccontato dagli ultimi volontari di Abbiate Guazzone che hanno raggiunto Don Giuseppe e Don Mauro. Negli anni non erano mai state identificate le vie della parrocchia che si trova nell’entroterra dell’isola, a circa 150 chilometri dalla capitale. Ora questa novità che porta a una nuova organizzazione insieme all’acquedotto appena costruito, alla scuola e alla chiesta.

“La prima volta ad Haiti ti senti impotente”

(all’interno dell’articolo GALLERIA FOTOGRAFICA) Una serata tra racconti di viaggio e nuovi progetti, programmazione e aggiornamenti su amici comuni. In un clima emozionante si è consumata la serata in cui si sono incontrati una ventina di “abbiatesi” che avevano un punto comune molto forte: essere stati volontari ad Haiti, da don Giuseppe Noli e don Mauro Brescianini, nella parrocchia di Mare Rouge. Continua a leggere

Don Giuseppe Noli: “Ecco come sono arrivato ad Haiti”

«È come un matrimonio, si sceglie una persona con cui si pensa di poter vivere una vita insieme. Su diversi paesi la scelta è caduta su Haiti». Don Giuseppe Noli, l’ex parroco di Abbiate Guazzone, racconta come è nata la sua passione per la vita missionaria, da Huacho in Perù fino all’ultima esperienza che da dieci anno lo vede nella parrocchia di Mare Rouge, ad Haiti.
Don Noli, in questo stralcio di intervista, racconta anche quello che provò quando il vescovo gli diede il progetto per la nuova chiesa: «Da due anni mancava il parroco a Mare Rouge, mi hanno messo in mano il progetto della chiesa perché la comunità era cresciuta così tanto che non c’è era più spazio. Davanti a una cosa del genere sono rimasto sconvolto, non mi sentivo in grado di fare una spesa così grande. All’inizio dissi di no, ma con il passare del tempo, grazie all’intervento di amici venuti dall’Italia, siamo arrivati a utilizzare la chiesa nuova».
Di seguito lo stralcio dell’intervista:

L’ex dittatore “Baby Doc” di fronte ai giudici

La notizia ha fatto il giro del mondo e per questa volta non riguarda il terremoto o l’estrema povertà, ma il fatto che l’ex dittatore di Haiti, Jean-Claude Duvalier, si è presentato di fronte ai giudici. Più conosciuto come “Baby Doc“, figlio del più sanguinario “Papa Doc”, Duvalier ha governato il paese nel sangue, dal 1971 al 1986. Quando fu deposto fuggì e poi si stabilì in Francia dove vi rimase per decenni. Fino a due anni fa, quando pensò di rientrare ad Haiti, credendo forse di essere accolto a braccia aperte. Trovò invece le manette e per lui iniziò il processo per reati finanziari.
Nei giorni scorsi si è presentato di fronte ai giudizi, dopo due udienze andate a vuoto perché non si sapeva dove fosse sparito. Infatti “Baby Doc”, oggi 61enne, non si trova in prigione, ma agli arresti domiciliari. Se non si fosse presentato nemmeno nella terza udienza sarebbe scattata la prigione.
Ora, i giudici della Corte d’Appello di Port-au-Prince, dovranno stabilire se possa essere o meno processato per i crimini contro l’umanità perpetrati sotto il suo regime. Con il pericolo che il reato possa essere giudicato prescritto.

“Ad Haiti mi colpisce sempre l’estrema mancanza di tutto”

Mancanza di strutture, situazione sanitarie precarie, estrema povertà  mancanza di materie prime. Sono le impressioni di Haiti da parte del medico di base di Tradate, Renzo Imperiali, che per la quarta volta tornerà da Don Giuseppe Noli e Don Mauro Brescianini nella parrocchia di Mare Ruge. Partirà alla fine di questo febbraio e il suo compito sarà quello di proseguire il percorso di assistenza sanitaria al gruppo di infermieri che si occupa della struttura sanitaria della parrocchia.

In questa video-intervista, Imperiali racconta la sua esperienza, dalla prima volta che si è trovato di fronte alla «estrema povertà» fino all’idea di realizzare uno «screening sanitario per le malattie neurolgiche che colpiscono molti bambini del posto». Senza dimenticare la sua grande stima per tutto il lavoro di Don Giuseppe. Ecco le sue dichiarazioni:

“Così abbiamo portato la luce nelle case di Haiti”

«Dicono che esista il mal d’Africa, io forse ho il mal d’Haiti». Roberto Mariotti ha 49 anni ed è tra i volontari di Abbiate Guazzone che nell’agosto scorso hanno raggiunto gli ex parroci, Don Giuseppe Noli e Don Mauro Brescianini, a Mare Rouge, nell’entroterra dell’isola di Haiti. Mariotti si è occupato di un nuovo progetto chiamato “Una luce in ogni casa” e quando racconta di quell’esperienza è invaso da una grande emozione.

Continua a leggere

Tre anni dopo il terremoto

Oltre 200mila morti, più di due milioni di senza tetto. Sono questi i drammatici numeri del violento terremoto che colpì l’isola di Haiti nel gennaio del 2010. Tre anni in cui la popolazione (già colpita da carestie, uragani, ed anche sfruttamento del territorio da parte di colonizzatori più o meno espliciti) ha cercato di rialzarsi, prima con tanta collaborazione internazionale, poi con l’attuazione di progetti più o meno rimasti incompiuti. Continua a leggere