In heaven there is no beer…

Una decina di giorni fa in Italia sono entrate in vigore le nuove norme in materia di sicurezza stradale. Nuovi limiti, nuovi strumenti atti a disincentivare il consumo di alcool da parte di coloro che poi si devono mettere alla guida. VareseNews ha dato ampio spazio a questa nuova iniziativa e numerosi sono stati i commenti a riguardo.
Ammetto che la prima sensazione nel leggere certi commenti è stata di sorpresa, a volte, velata di sconforto.
Tutto ciò mi ha fatto riflettere e pensare come qui, nell’alcolica Inghilterra, il problema sia sì sentito, ma non suscita la benché minima polemica a riguardo.
Ricordo come una delle prime differenze che ho notato, appena trasferitomi, fosse legata all’assenza di automobili (taxi esclusi ovviamente) il venerdì e il sabato sera.
Pensate alla “facilità” di parcheggio a Varese una normale sera nel fine settimana, alle code che si riescono a fare all’uscita dai locali… qui i parcheggi sono pressoché deserti e per le strade si possono notare solo i profili curvi e retrò dei taxi inglesi.
Bere è un rito. Che sia il venerdì sera dopo il lavoro, il sabato pomeriggio durante le partite di calcio o un normalissimo sabato sera. Una fiumana di persone di tutte le età si riversa per le strade e si protegge dalla pioggia e dal freddo all’interno di un pub o un bar in compagnia dell’immancabile bionda. All’interno di questa ritualità non c’è spazio per l’automobile: si esce per bere, bere anche tanto.
La legge, poi, è molto severa contro chi sbaglia: un bicchiere di troppo ti spedisce diretto nelle reali galere. Ma dubito sia l’asprezza della pena ad essere il deterrente principale. Sono più propenso a pensare che siano più il rispetto verso se stessi (fegato escluso ovviamente) e gli altri, solo infine le regole, a condizionare positivamente questo vizio.
Infine, forse l’aspetto più importante, esistono alternative al trasporto privato. In città sono i mezzi pubblici e i taxi, numerosi e accessibili; mentre chi viene da fuori spesso si organizza con piccoli bus che trasportano l’allegra brigata nel suo peregrinare da un locale all’altro per cifre, da quanto mi è stato riferito, assolutamente ragionevoli se condivise da più persone.
Tra non molto tornerò in Italia per le festività natalizie: cene luculliane accompagnate da ottimo e agognato vino. Che fare? Il mio augurio è che anche da noi si possa trovare quel giusto equilibrio tra divertimento e rispetto, condito magari dalla possibilità di poter dimenticare l’auto in garage perché un’amministrazione, veramente attenta ai cittadini, oltre a leggi severe si preoccupi di offrire alternative che permettano di tornare a casa senza rischiare la propria e l’altrui vita.