Ci sarebbero tanti modi per replicare o aggiungere qualcosa alla lettera del direttore della Luiss, quanti almeno sono gli italiani che stanno all’estero. Ognuno, è chiaro, avrà il suo pezzetto di cammino da raccontare. A me, che certo non sono venuto a Londra per sfruttare i vantaggi di una laurea e non ho intenzione di rimanerci per sempre, vengono in mente molti aspetti quotidiani della vita (da immigrato) in questa metropoli, che valgano come possibili chiavi di lettura di una avventura lontano da casa. La prima è la ricerca di una vivacità che in Italia non trovi, al di là che tu sia laureato, ricercatore o semplice vagabondo. Spesso, a prescindere dal merito, è la paura di invecchiare giovane che mette le ali ai piedi. Quando qui cerchi un lavoro la prima cosa che vogliono sapere è: che cosa sai fare? Se lo sai fare, qualsiasi cosa sia, puoi trovare il tuo spazio, ti mettono alla prova. Anch’io ero in questa situazione un anno fa, mi ero messo in testa che avrei impiegato mesi a sistemarmi. Ci sono voluti 6 giorni. E quando in un’agenzia di lavoro mi hanno detto che potevo iniziare, era un venerdì, beh…il lunedì ho ricevuto la prima convocazione! Tutto in regola. Anzi ho fatto subito anche il National Insurance Number, di fatto il numero fiscale che ti fa esistere nel mercato del lavoro UK. Anche qui: pochi giorni e la tessera, gratuita, l’avevo in tasca. Per i lavori, generalmente, ti chiedono il curriculum e la lettera di presentazione. Devi dire chi sei, un po’ come il tema a scuola, solo che in questo caso ottieni spesso almeno un colloquio. Poi c’è la casa. Conosco persone che hanno cercato una stanza, l’hanno trovata e hanno traslocato da un punto all’altro di Londra in meno di una settimana. Nei musei ci vai gratis e ti raccontano una bella parte di storia artistica italiana, oltre a farti conoscere l’arte di oggi e di domani. Nei bar e nelle biblioteche trovi la connessione wi-fi gratuita. Intendiamoci: Londra non è il paradiso. E’ una vita spietata, le grandi opportunità che ti da’ possono essere al prezzo di una concorrenza sprezzante, di giornate a passo di marcia, amicizie spesso improvvisate, notti insonni per il rumore. In molti qui non trovano spazio e se ne vanno. Però penso che essere giovani richieda anche questo: se hai voglia di correre non puoi sempre tollerare che gli altri ti trattengano.